"Storia di chi fugge e di chi resta"
(E. Ferrante - edizioni e/o)
Terzo capitolo del ciclo "L'amica geniale".
Entrambe le protagoniste riescono, in tempi diversi, a uscire dalle maglie del rione che le attanagliava, con risultati alterni e con un percorso accidentato.
Lenù, che pare avvantaggiata in tutta la prima parte del libro, inizia a godere del successo del suo libro, tra incertezze, fragilità, e - ancora - paura di essere inferiore, di valere poco.
La sua vita pare prendere il volo, grazie al suo ingresso nel mare aperto degli anni '70, diritti, sindacati, partiti, fascisti, compagni, pestaggi, lavoratori sfruttati e una inchiesta a sua firma sull'Unità.
Lenù si sposa con il figlio di una famiglia progressista, colta e sembra che da lì in poi la sia ascesa verso libertà ed emancipazione possa finalmente compiersi.
Ed invece Elena scopre molto presto di muoversi ancora e ancora in un mondo di maschi, disegnato per loro e da loro, in cui anche le donne sono "fabbricate" dagli uomini e, anche se sei intelligente e colta, sei donna e, disegnata dal maschio, sei ed esisti - comunque - in sua funzione.
La sua verve creativa si arena.
Il suo impegno politico cessa.
Le gravidanze non la soddisfano, il matrimonio la delude.
Una nuova possibilità le verrà, forse, offerta da un libello di una settantina di pagine, che ella elabora sul finire del romanzo e che promette bene, ispirato dal femminismo, fertile in quegli anni e che lei incontra grazie alla cognata.
Il libro, per lei, si chiude con una fuga d'amore, per me piuttosto sciocca e con la forte sensazione che il suo percorso abbia fatto un enorme passo indietro.
Diverso per Lila, sullo sfondo, in tutto il libro.
Lila parte da una condizione di estrema difficoltà e sofferenza, ma, con forza, volontà, con intelligenza, piano piano inizia a dare una potente svolta alla sua esistenza.
Per lei, miseria e violenza sono ancora pane quotidiano. La lotta operaia le appare necessaria ma rischiosa, vi partecipa mettendosi grandemente in pericolo, conscia che ha quasi più da perdere che da guadagnare.
Le due amiche si incontrano poco. La presenza dell'una per l'altra, nonostante la distanza, è ancora pungolo, motivo di confronto, di sconforto, discesa e risalita.
Si termina con un punto di domanda e una strada ancora aperta.
Lila si fa usare da Marcello Solara o è lei che usa lui?
Elena troverà la sua strada autonoma, la sua dimensione di donna senza essere funzione di qualche uomo?