Parliamo di libri

prima di addormentarmi questa sera, ormai quasi notte. ciao Chiara buona notte :)


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«Dallo specchio una donna ventenne coi capelli neri, ricciuta di natura, guardava la Margherita trentenne e rideva irrefrenabilmente, mostrando i denti [...] Adesso in lei, in tutto il suo essere, in ogni minima particella del suo corpo, ribolliva una gioia che essa sentiva come se ci fossero tante bollicine che le pungessero tutto il corpo. Margherita si sentì libera, libera da ogni cosa. Essa comprese inoltre con la massima chiarezza che era avvenuto per l'appunto ciò che quel mattino le diceva il suo presentimento e che essa avrebbe abbandonato per sempre la palazzina e la sua vita di prima.»
Michail Bulgakov
1891, Kiev
Il maestro e Margherita
Storia d’amore e satira del potere, meditazione sul bene e sul male e riflessione sulla creazione artistica, Il Maestro e Margherita è considerato il capolavoro della letteratura russa del Novecento, un romanzo dalle infinite chiavi di lettura e dall’irresistibile vena grottesca.

Il manoscritto non brucia
 
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Il maestro e Margherita
Storia d’amore e satira del potere, meditazione sul bene e sul male e riflessione sulla creazione artistica, Il Maestro e Margherita è considerato il capolavoro della letteratura russa del Novecento, un romanzo dalle infinite chiavi di lettura e dall’irresistibile vena grottesca.
Una delle migliori letture che abbia mai fatto questo capolavoro.
 
"Cosa indossavi? Le parole nei processi penali per violenza di genere"
(Iacopo Benevieri - tab edizioni)

L'autore, un avvocato penalista, mostra, in questo breve trattato come il linguaggio sia chiaramente un'espressione delle gerarchie di potere nella società. La forma "normale" di una lingua è quella parlata dagli uomini, ci dice Benevieri, con numerosi argomenti ben supportati da dati e fonti sempre citate. E questo è estremamente evidente nelle aule dei tribunali, soprattutto quando in una relazione comunicativa asimmetrica, come quella che si svolge tra i "registi" (avvocati, pm, giudice...) e le parti "deboli" (imputati, persone offese...), si introducono elementi ulteriori di debolezza, quali quelli relativi alla provenienza geografica, al grado si scolarizzazione e, ahimé, al genere.
Infatti anche nei tribunali regnano gli stereotipi e i falsi miti sulla violenza sessuale ad esempio, che è il tema del libro.
Attraverso la parola dei "registi", infatti, si possono confermare gli stereotipi che riguardano la violenza sessuale e lo stigma sulla vittima e, di fatto, questo si verifica anche oggi.
Benevieri ci illustra, in modo colto, preciso e puntuale, con un linguaggio sofisticato ed estremamente incisivo, esempi reali in cui, attraverso stratagemmi comunicativi, la credibilità della persona offesa venga minata, la sua "faccia" denigrata e si rafforzino convincimenti relativi alla violenza sessuale abbastanza comuni, purtroppo anche oggi:
1) la "vera" violenza sessuale viene agita da persona sconosciuta
2) la "vera" violenza sessuale avviene in luoghi aperti e implica violenza fisica, portando segni sul corpo della vittima
3) la donna può sempre opporre resistenza
4) la donna può sempre gestire il proprio consenso
5) solo le violenze sessuali agite da estranei sono davvero traumatizzanti
6) le donne provocano la violenza con i loro comportamenti
7) il consenso può essere dedotto da abbigliamento o atteggiamenti come l'aver precedentemente amoreggiato con l'assalitore
8) le "vere" vittime non denunciano aggressioni sessuali più di una volta. Chi lo facesse potrebbe essere considerata poco credibile
9) le "vere" vittime denunciano subito
10) le "vere" vittime quando raccontano mostrano evidenti reazioni emotive
11) le "vere" vittime riferiscono i fatti sempre in modo accurato e preciso
12) le false denunce sono molto frequenti
Infine, ribadendo la pervasività dello sguardo e del linguaggio androcentrico nella società, l'autore evidenzia come le stesse donne, inconsapevolmente, lo abbiano assunto per guardarsi e parlare di sé.
Interessante, sofisticato, colto e lucido.

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prima di addormentarmi questa sera, ormai quasi notte. ciao Chiara buona notte :)


Vedi l'allegato 693076

Per fortuna non ho problemi ad addormentarmi, altrimenti sarebbe un'ottima soluzione: un libro di buddismo e in lingua tedesca.
Mooolti anni fa avevo letto Ansichten eines Clowns e Haus ohne Hüter, di Heinrich Böll e anche Die Blechtrommel, di Günter Grass, scrittori famosi negli anni 70.
Allora però il mio tedesco era in esercizio. In vacanza questa estate ho letto qualcosa di più leggero, un Krimi: Vino Criminale, di Michael Böckler. Si svolge in Piemonte, Toscana e Alto Adige ed è un poiiziesco con alto contenuto enologico e culinario. Non male.
 
Che libri noiosi madonna, dei pipponi da fintocomunisti radical chic.
Io preferisco robe più leggere come "Diventare miliardario in due secondi con le criptofuff...ehm valute".

In realtà ho appena iniziato "La lotta di classe nel XXI secolo" di Lidia Undiemi. :o
Perché io sono un vero comunista.
(scherzo, forse)
 
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