Parliamo di libri

"ESTHER. Il mondo si cambia un cuore alla volta"

(S. Jenkins D. Walter e Caprice Crane - ed Giunti)

Steve adotta una maialina.
La maialina - Esther - in realtà è una bestia gigantesca e ribalta la vita di Steve e Derek: inondazioni di acqua, olio spalmato ovunque, pipì e cacca di maiale dappertutto, zolle e giardini rovinati, mobili distrutti, furti di cibo...
Esther the Wonder Pig però rivoluziona anche le abitudini alimentari dei due che non riescono più a nutrirsi di cibo animale e diventano vegani, aprono una pagina FB e... daranno una svolta alla loro vita.

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Ho ritrovato un Classico della Letteratura.

A suo tempo avevo apprezzato anche gli altrettanto scorretti politicamente "Come Ammazzare Il Marito Senza Tanti Perché" e "Come Ammazzare Mamma E Papà".
 
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"Sex work is not work"
(AAVV - Casa editrice Ortica)

Può la prostituzione essere considerata un lavoro come un altro?
Secondo le autrici di questo libro (e anche secondo me), decisamente NO.
Per parlare di prostituzione, occorre necessariamente dare voce alle donne che hanno fatto parte di quel mondo, chiedere loro di raccontare la loro esperienza e sono ormai numerose le voci di queste donne che parlano in modo lucido della condizione della donna prostiuita. Nel libro numerose le fonti a sostegno dell'assunto del titolo.

La distinzione tra prostituzione e tratta è un argomento centrale di coloro che sostengono che la prostituzione possa essere un lavoro come un altro ma costoro trascurano il particolare che il "lavoro" sarebbe lo stesso e gli stessi sarebbero coloro che lo richiedono.
Il corpo di una donna (che il mondo non sia pieno di bordelli affollati di ragazzi con fuori la fila di donne per usarli e pagarli mi pare evidente) non può essere oggetto di regolamentazione pubblica perché questo offende libertà ed eguaglianza e mette a repentaglio le coordinate di convivenza civile e nella prostituzione è il corpo ad essere messo in vendita, non un "servizio". Infatti, attraverso il contratto di prostituzione, l'acquirente ottiene il diritto unilaterale all'uso sessuale diretto del corpo di una donna.

Le statistiche che riguardano le cosiddette "prostitute libere" sono agghiaccianti: il 63% di queste ha subito abusi da bambina, il 73% ha subito assalti fisici durante "il mestiere" e il 64% è stata minacciata con un'arma, il 75% si è trovata senza fissa dimora, il 48% fa uso di droga e l'89% risponde positivamente alla domanda se vuole lasciare "la professione".

Perché gli uomini chiedono di comprare la sottomissione sessuale delle donne nel mercato capitalistico?
Si tratta di sottomissione e non di sesso, perché il sesso presuppone la reciprocità di desiderio e piacere cosa che non cercano, per loro stessa ammissione, i clienti, sia direttamente intervistati, sia quando parlano tra di loro.

Il libro, anche se a tratti sfiora altre tematiche con toni eccessivi, a mio giudizio, analizza il linguaggio del mercato globale del sesso che lavora costantemente per rendere accettabile ciò che non lo è. Perché parlare di "sex work"? La prostituzione è "la bocca, la vagina, il retto penetrato generalmente da un pene, qualche volta dalle mani, da oggetti, da un uomo e poi da un altro, da un altro, da un altro, da un altro ancora(...) Vi chiedo di pensare ai vostri corpi usati in questo modo. È sexy? È divertente?" La prostituzione non è un lavoro, non è vero che è come girare hamburger al Mac Donald's: "al Mac Donald's tu non sei la carne, nella prostituzione sei la carne".

Numeri, voci, esperienze presenti e passate, confronti tra Paesi e normative diverse... tutto porta all'affermazione del titolo: "sex work is not work"
 
"Arriva l'oritteropo"
(Jessica Anthony - Sur)

Il romanzo, incalzante e, non so come dire... "molto americano", porta avanti la vicenda di due personaggi molto lontani nel tempo tra di loro: il senatore repubblicano Alexander Paine Wilson, con una fissazione per Reagan e in piena corsa elettorale, ai giorni nostri a Washington e Titus Downing, imbalsamatore nell'Inghilterra vittoriana.

I due sono legati dall'ingombrante, scomoda, "oscura" e quasi morbosa presenza di un oritteropo imbalsamato, un animale che nella sua bizzarra figura scatena sentimenti contrastanti.

Il racconto che riguarda Downing, ricco di atmosfera, è scritto in modo classico, quello che riguarda Wilson in modo curioso: "tu non sei in pausa estiva. Sei in corsa per la rielezione", quasi si penetra nel personaggio, si "diventa" lui.

A entrambi i personaggi l'oritteropo sconvolgerà le vita, in una spirale di eventi che, rapida, porta a dipingere una riflessione sull'occidente, sulla nostra volontà di dominio, sulle ipocrisie e i meccanismi della politica USA.

Tra me e la letteratura made in USA non c'è mai un grande feeling, con pochissime eccezioni.
Questo libro non è una di quelle, non amo particolarmente lo stile di scrittura, ma scorre veloce, coinvolge ed è molto originale. Di sicuro non di dimentica.

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"L'evento"
(Annie Ernaux - ed L'Orma)

La storia c'è e non serve retorica per tramandarla.
Potentissima sgorga dalle parole scritte dalla protagonista di questo racconto autobiografico.
Ed è la storia di Annie Ernaux ma anche la storia di tutte le donne. La storia DEVE essere scritta, restituisce l'orrore dei corpi esposti al controllo di Stato, alla clandestinità e al rischio di morte.
E lancia strali ai novelli, contemporanei Torquemada che blaterano sui corpi altrui, oscillando tra retoriche del passato (donna che abortisce = assassina) e retoriche paternalistiche del presente (povere donne - quelle che rifiutano la maternità - ingannate, lasciate sole e costrette a scegliere la morte): Annie scrive senza sensi di colpa, senza rimpianti ma con il solo scopo di consegnare indelebile memoria di quello che significa abortire senza una legge che lo consenta.

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