Parliamo di libri

"Chika"
(M. ALBOM - Sperling e Kupfer ed)

Non scrivo recensioni su questo libro: una storia vera talmente triste da non riuscire a sostenerla.

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"Chika"
(M. ALBOM - Sperling e Kupfer ed)

Non scrivo recensioni su questo libro: una storia vera talmente triste da non riuscire a sostenerla.
A proposito di libri sulla cardiologia, la mia terzogenita preferita ha comprato il seguente regalo di compleanno alla mia moglie preferita.

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"Storie del mio zoo"
(G. DURRELL - Adelphi)

Con il consueto humor, l'abituale amore che traspare ovunque per tutti gli animali e l'immancabile grazia delle descrizioni, in questo piccolo libro, l'autore ci racconta del suo zoo, diventato poi fondazione.
Le storie di alcuni animali e dei più comuni problemi/doveri di chi se ne prende cura e li gestisce in uno zoo.
Incantevole.
 
"La vita sessuale dei nostri antenati".
(B. Pitzorno - Mondadori)

Il titolo è proprio brutto e anche il romanzo non è sto granché.
Si capisce che ha ambizioni letterarie ma non ne va a segno neanche una.
Molto scorrevole, nonostante sia corposo si legge velocemente.
Non lascia nulla
Non stupisce
Non resta.

Una sorta di saga familiare che ci viene svelata attraverso gli avvenimenti di vita della protagonista, una ricercatrice classicista di quasi 40 anni, sul finire degli anni 70.

Per fortuna, almeno, privo di dettagli pruriginosi e volgari.

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"Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta"
(R. M. Pirsig - Adelphi)

Una decina di anni fa, un incantevole uomo, conosciuto da poco, ma col quale fin da subito c'è stato feeling, mi ha regalato questo libro con l'aria di uno che stava condividendo con me qualcosa di specialissimo che, tra l altro, mi avrebbe raccontato qualcosa di sé , visto che per lui rappresentava un cult.

Non so spiegare il motivo ma pensai che quel libro non "mi ispirava", il titolo mi traeva in inganno, non ero particolarmente attratta dai libri "on the road" e c'entro come i cavoli a merenda con le motociclette ma tutto il contesto in cui mi era giunto tra le mani, l'affetto per il mio amico e una strana intuizione mi fecero riporre il libro in libreria, pensando: "mi chiamerà"
E così, dopo due lustri, mi ha chiamata e ho scoperto che la manutenzione della motocicletta e lo stesso viaggio di padre e figlio narrati non sono che un espediente per un altro viaggio.
Un viaggio nella profondità della mente umana.
Coltissimo, certamente non per tutti, le riflessioni sul senso della vita, sui principi fondamentali del bene e del male, sulla filosofia antica e moderna, sulla cultura classica e i meccanismi della conoscenza sono veramente complessi, densi.
Portano tutti al racconto autobiografico dell'esperienza di vita dell'autore, all'accesso al mondo della lucida follia con le sue ombre.
Un climax ascendente di tensione che culmina con l'idea dell'ineluttabilita della sofferenza, dell'inquietudine dell'essere umano, della ricerca perenne di quella che l'autore chiama "Qualità", ma anche della possibilità, sempre, di tenere viva la Speranza.

Voglio bene al mio amico. E con troppo ritardo mi rendo conto del grande attestato di stima che mi ha fatto con questo regalo.

Vedi l'allegato 713816
Libro di culto all’epoca
 
"L'investimento su misura"
(K. DOMI)
A proposito di libri io ho appena iniziato a leggerlo e sembra fatto veramente bene.
 
Ultima modifica:
"Il rumore di quest'epoca"
(F. Aramburu - Guanda)

Per 81 settimane (tra il 2017 e il 2019) Aramburu ha scritto per El Mundo un articolo domenicale a tutta pagina, libero di scegliere i suoi argomenti.
In questo libro ne sono stati raccolti ben 75.
Venati spesso di li7eve e gentile ironia, i pensieri dell'autore di "Patria" spaziano dal terrorismo all'amore per i cani. Con lui rileggiamo Nabokov, scopriamo i nomi degli esponenti della letteratura spagnola, riflettiamo sulla scuola, il libero pensiero e molto, molto altro.
 

Allegati

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Ho letto il famigerato libro del generale Vannacci.
"Il mondo al contrario"
Penso che prima di criticare qualcosa, occorra conoscerla.
È un libro lungo ma si legge in pochissimo tempo perché non necessita di nessuno sforzo intellettuale.

Si resta male perché l'autore, che conosce bene i luoghi dove i diritti umani non sono rispettati, avendo fatto parte di missioni in Afghanistan, ad esempio, invece che scrivere di questi temi, dell'odio che scatena le guerre e i soprusi, produce un lungo sfogo, rivendicando proprio il diritto di odiare. Proprio letteralmente.

Il problema del generale è che ha fottutamente paura.
Paura che le ccdd minoranze (lui, privilegiato per sesso, cultura, colore della pelle, ruolo ecc ecc) possano voler spartire il privilegio con lui
Teme di essere detronizzato e che le ccdd minoranze lo trattino proprio come lui e quelli come lui le hanno sempre trattate.

Così scrive una sbrodolata, un lungo (troppo) sfogo cui manca solo un "Signora mia, che tempi!".
Scrive troppo, malissimo, rosicando. Si capisce che cerca di contenersi e di condire tutto col buonsenso ma a volte la sua rosicata biliosa non può fare a meno di emergere ed è proprio lì che si ride.
Quando gli cade la maschera lagnosa ed esce il suo vero io di uomo spaventato. Molto spaventato.
Dalla modernità, soprattutto.
Sarà la crisi di mezza età.

Bocciato.
 
Ho letto il famigerato libro del generale Vannacci.
"Il mondo al contrario"
Penso che prima di criticare qualcosa, occorra conoscerla.
È un libro lungo ma si legge in pochissimo tempo perché non necessita di nessuno sforzo intellettuale.

Si resta male perché l'autore, che conosce bene i luoghi dove i diritti umani non sono rispettati, avendo fatto parte di missioni in Afghanistan, ad esempio, invece che scrivere di questi temi, dell'odio che scatena le guerre e i soprusi, produce un lungo sfogo, rivendicando proprio il diritto di odiare. Proprio letteralmente.

Il problema del generale è che ha fottutamente paura.
Paura che le ccdd minoranze (lui, privilegiato per sesso, cultura, colore della pelle, ruolo ecc ecc) possano voler spartire il privilegio con lui
Teme di essere detronizzato e che le ccdd minoranze lo trattino proprio come lui e quelli come lui le hanno sempre trattate.

Così scrive una sbrodolata, un lungo (troppo) sfogo cui manca solo un "Signora mia, che tempi!".
Scrive troppo, malissimo, rosicando. Si capisce che cerca di contenersi e di condire tutto col buonsenso ma a volte la sua rosicata biliosa non può fare a meno di emergere ed è proprio lì che si ride.
Quando gli cade la maschera lagnosa ed esce il suo vero io di uomo spaventato. Molto spaventato.
Dalla modernità, soprattutto.
Sarà la crisi di mezza età.

Bocciato.
Sembra venda un sacco. Forse è ciò che l'italiano medio vuole sentirsi dire.
Ciascuno è libero di scrivere ciò che vuole.
Io mi chiedo un'altra cosa: perché scatenare questa polemica proprio adesso?
 

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