Parliamo di libri

Ho letto il famigerato libro del generale Vannacci.
"Il mondo al contrario"
Penso che prima di criticare qualcosa, occorra conoscerla.
È un libro lungo ma si legge in pochissimo tempo perché non necessita di nessuno sforzo intellettuale.

Si resta male perché l'autore, che conosce bene i luoghi dove i diritti umani non sono rispettati, avendo fatto parte di missioni in Afghanistan, ad esempio, invece che scrivere di questi temi, dell'odio che scatena le guerre e i soprusi, produce un lungo sfogo, rivendicando proprio il diritto di odiare. Proprio letteralmente.

Il problema del generale è che ha fottutamente paura.
Paura che le ccdd minoranze (lui, privilegiato per sesso, cultura, colore della pelle, ruolo ecc ecc) possano voler spartire il privilegio con lui
Teme di essere detronizzato e che le ccdd minoranze lo trattino proprio come lui e quelli come lui le hanno sempre trattate.

Così scrive una sbrodolata, un lungo (troppo) sfogo cui manca solo un "Signora mia, che tempi!".
Scrive troppo, malissimo, rosicando. Si capisce che cerca di contenersi e di condire tutto col buonsenso ma a volte la sua rosicata biliosa non può fare a meno di emergere ed è proprio lì che si ride.
Quando gli cade la maschera lagnosa ed esce il suo vero io di uomo spaventato. Molto spaventato.
Dalla modernità, soprattutto.
Sarà la crisi di mezza età.

Bocciato.
alla fine ci sei riuscita a leggerlo :d:
 
"Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie"
(S. Sesti - L. Moro)

Ostacolate.
Escluse.
Dimenticate.
Sottovalutate.
Defraudate.
Il percorso delle donne nel campo della ricerca scientifica non è stato e non è facile. Secoli di pregiudizi ed esclusioni sancite dalle leggi, divieti di accedere ai cicli di istruzione superiore, di diventare docenti, di ricoprire ruoli nel campo della ricerca protrattisi ancora fino alla metà del '900 hanno reso alle donne oltremodo difficile il loro cammino nelle scienze.
Eppure...
Eppure queste donne ce l' hanno fatta, con tenacia e eccellenza.
Molta eccellenza, secondo un vecchio ed attuale adagio secondo cui le donne per arrivare ad ottenere lo stesso ruolo di un uomo, debbono faticare molto di più e normalmente essere molto più brave.
Soprattutto in campo scientifico.

Sarebbe da far diventare testo scolastico obbligatorio, oltretutto si legge volentieri e con facilità e offrirebbe molti spunti di studio in diversi campi.

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"Un uomo in mutande - I casi del maresciallo Ernesto Maccadò"
(A. Vitali - Garzanti)

Una misteriosa aggressione, un fuggiasco in mutande, una donna dalla facile cotta, un postino imbranato, un direttore delle poste arrivista, un Senatore stitico...
Vitali e i suoi personaggi sono una garanzia. Storie ben costruite sulle quali aleggia il sorriso divertito di chi legge.
Mai banale, intelligente.
Un toccasana in momenti difficili, distrae dai travagli quotidiani.
 
Vedi l'allegato 718141

"Un uomo in mutande - I casi del maresciallo Ernesto Maccadò"
(A. Vitali - Garzanti)

Una misteriosa aggressione, un fuggiasco in mutande, una donna dalla facile cotta, un postino imbranato, un direttore delle poste arrivista, un Senatore stitico...
Vitali e i suoi personaggi sono una garanzia. Storie ben costruite sulle quali aleggia il sorriso divertito di chi legge.
Mai banale, intelligente.
Un toccasana in momenti difficili, distrae dai travagli quotidiani.
A proposito, oggi ho già scritto che uno dei pochissimi libri che io abbia mai letto nella mia vita è questo misconosciuto capolavoro?
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"Lettera a un bambino mai nato"
(Oriana Fallaci - Bur)

In questo intenso monologo che la protagonista dedica al piccolo che porta in grembo, ricco di riflessioni splendide e profonde, quanto di dubbi e di contraddizioni, sta rinchiusa una lucida rappresentazione della maternità, con la sua dirompente forza creatrice, con il suo legame unico tra due persone che sono tutt'uno, con i suoi laceranti chiaroscuri, con la sua dimensione quasi "divina e miracolosa", ma anche con quella terrena, di difficoltà, di rinuncia, di paura e di sangue.
Ma oltre a questo, vi è una spietata critica all'ipocrisia della società di ieri (1975), ma anche di oggi, ben scritta nei personaggi maschili del libro.
E non è un caso che l'ipocrisia sia maschile.
Era ed è la legge degli uomini che vietava la scelta alle donne, salvo poi chiedere loro, come nel libro fanno il compagno e il datore di lavoro, di "risolvere il problema" di nascosto.
Te lo vieto con la legge ma poi, se io, padre padrone non voglio, ti liquido, ti lascio sola, ti "sistemo" in privato, di nascosto.
L'altra faccia dell'ipocrisia maschile è rappresentata dal medico che prima si adombra perché lei, la donna, è single e poi la giudica colpevole per non essersi immolata all'altare del sacrificio della propria libertà: la donna sceglie di non abortire, ma rifiuta il riposo assoluto e alla fine perde il bambino in un aborto spontaneo che, per il medico, è frutto di una libera scelta della madre che DOVEVA riposare, perdendo il lavoro, la propria libertà di movimento.
Da leggere, commentare a scuola, rileggere.
Per riflettere e, speriamo, concludere che la maternità è delle donne. Che a loro e solo a loro è lecito sceglierla o negarla perché solo loro ne sono le custodi, le protagoniste. Sono il corpo, la vita, la salute e la psiche delle donne che accolgono, custodiscono, costruiscono, soffrono, rischiano, patiscono, rinunciano e fanno spazio.
E amano e creano.

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"Poesie d'amore"
(Rafael Alberti - Passigli Poesia)

Scrivere qualcosa su una raccolta di poesie non è mai facile.
In questa, come mi pare sempre opportuno, vi è una lunga prefazione che, letta con attenzione, aiuta chi non conosce il poeta a comprenderne meglio l'opera.
Dei testi (in spagnolo con traduzione) presenti in questo libro, ho apprezzato di più le raccolte di poesie scritte da Alberti in età matura.
Pieno di richiami alla lirica classica il "Dialogo tra Venere e Priapo".
Piene di luce le poesie tratte dalle "Canzoni per Altair" e decisamente emozionanti i brani tratti da "Golfo d'ombre" che sono anche ritmati da citazioni di altri autori che li intervallano alla perfezione.
Il linguaggio sempre limpido e chiaro, classicheggiante, mai troppo esplicito anche nelle poesie connotate da maggior erotismo.
 

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