"Il corpo lesbico"
(Monique Wittig - VandA edizioni)
Una doverosa premessa: il libro è del 1973, profondamente ancorato nella storia del femminismo e l'autrice, lesbica francese le cui teorie sono considerate la prima teorizzazione della "filosofia queer" (anche se Wittig è stata criticata ampiamente da Butler), non rientra tra le mie preferenze. Le filosofie del tempo sono estremamente più complesse degli scritti "femministi" odierni e possiedono una forza dirompente, una solidità e una profondità che le autrici di oggi, per lo più, si possono solo sognare.
Questo libro è sovversivo. Una sorta di esperimento letterario e linguistico, un tentativo unico e riuscito di mettere per iscritto il corpo lesbico, ossia, ai tempi e nella visione di Wittig, un corpo inesistente. Inesistente perché fuori dall'ordine eterosessuale e patriarcale, perché, in quell'ordine, la donna esiste solo in funzione di quello che l'uomo desidera, crea, inventa, vuole, decide e costruisce e dunque, la lesbica, di fatto, è una non-donna. Non esiste.
Un testo sovversivo perché inventa qualcosa che non esisteva per parlare di una soggettività assente.
E lo fa costruendo un genere letterario senza nome, che sfugge a tutte le categorie. Non è un romanzo, non è un poema, non è un saggio. Non ha capitoli, trama, storia. Tempo e ambiente (un'Isola e il mare che la circonda, un rimando, forse, a Lesbo) indefiniti.
Sovversivo perché tutti personaggi sono femminili, perché mescola e muta la mitologia, la religione. Vi si ritrovano i miti greci, le divinità di diverse religioni, l'Eucaristia.
Il linguaggio crea atmosfere che rimandano alle liriche di Saffo (la Musa sempre invocata), al Cantico dei Cantici e ad alcune poesie del mondo arabo. Ma, e anche qui troviamo il sovversivo, nel delirio ebbro di amore tra donne, incredibilmente e nonostante tutto, connotato da grande sensualità, non v'è NULLA di quanto siamo abituati a leggere in tema amoroso, anzi: cannibalismo, metamorfosi bestiali, trasfigurazioni in oggetti inanimati... in una febbrile e costante dichiarazione di amore e passione.
I personaggi principali sono due: "i/o" ( poi ci torno) e "tu".
E sono sempre in dialettica, la passività e l'attività di queste due donne si alternano, amata e amante, vittima e carnefice, attiva e passiva, senza mai prevalenza di ruolo, senza neanche una rigidità di ruoli. In questo "il corpo lesbico" che sovverte l'eterosessualità patriarcale con i suoi ruoli rigidamente imposti, è evidentissimo.
Il corpo è protagonista assoluto ma, anche qui, come potrebbe non essere un corpo mai narrato nelle storie d'amore? Niente immagini erotizzate di un femminile/feticcio e asservito al piacere maschile. Le donne e i loro corpi nel libro non sono ridotti a pochi pezzi (e orifizi) di cui usufruire in modo - diciamo così - tradizionale. Le pagine sono piene di "corpo erotico" ma sovversivo: le dita, gli sguardi e le bocche delle due amanti si avventurano dentro e fuori il corpo dell'altra, toccando, baciando, leccando, palpando, accarezzando, mordendo, mangiando e stringendo vene, arterie, polmoni, intestini, capelli, bulbi oculari...
E questo corpo sovversivamente erotico è presente anche nelle pagine del libro.
I frammenti di cui è composto vengono interrotti a casaccio più di una volta, da due pagine scritte in alfabeto maiuscolo che elencano parti del corpo (saliva, viscere, coronarie, nervi, ecc, ecc come sulla copertina) e così il "corpo lesbico" di Wittig è un corpo intero, che ama, si esprime e si narra in un modo tutto nuovo, a prescindere dal corpo maschile eterosessuale.
Infine un cenno a "i/o" e al modo in cui sempre compare come segno grafico con la barra che divide le due lettere che troviamo anche nelle forme riflessive e possessive riferite (m/ia, m/i, m/e). La stessa Wittig nel tempo ne da spiegazioni differenti. Dissociazione perché l'autrice si trova a muoversi in un campo linguistico e letterario che impedisce alle donne di esprimersi come soggetti. O un modo per esprimere esaltazione ⁸ eccesso: una sorta di "cuneo" che forza un linguaggio in cui si entra solo con una effrazione violenta. O infine, un segno che indica una soggettività inedita - la lesbica - appunto.
Non è un libro per tutti.
Occorre leggerne l'introduzione lunga, complessa e articolata e avere le basi per comprenderla. Servono conoscenza del contesto storico culturale in cui è nato, qualche base di cultura classica.
Certamente, se compreso in tutta la sua stravaganza, la sua valenza "politica" e culturale sovversiva, colpisce, resta, stimola.
Vedi l'allegato 708267