"Invisibili"
(Caroline Criado Perez - Einaudi)
Donne e uomini sono diversi. Hanno, banalmente, un corpo diverso. Per dimensione, forma, percentuale di massa grassa e magra, ormoni, quantità di sangue...
Da questi corpi diversi, da retaggi culturali e storici che ci portiamo appresso da millenni, derivano bisogni, necessità, abitudini di vita quasi sempre molto diversi.
Alcune di queste diversità si acuiscono in certi contesti culturali ma sono presenti ovunque e sempre.
Prendiamo ad esempio gli spostamenti giornalieri tipici.
È facile che un uomo esca di casa, faccia un tragitto lungo o no in auto, raggiunga il posto di lavoro e poi torni a casa.
La donna è più facile che a questo tragitto aggiunga un pezzo a piedi o con i mezzi pubblici per portare e riprendere i figli da scuola. Poi altri spostamenti con mezzi diversi per le varie attività del figlio, per il pediatra, la scuola, i genitori anziani...
Le donne sono le maggiori utenti del trasporto pubblico e quelle che camminano di più per gli spostamenti quotidiani.
Eppure il trasporto pubblico non è a misura di donna. È studiato per essere più frequente in orari di ufficio, per avere tratte che partano dalla periferia al centro e viceversa e non tanto tra quartieri adiacenti o all'interno di uno stesso grande quartiere.
Perché? Perché è organizzato avendo in mente una "persona tipo", ma, nella totalità della progettazione di tutte le cose, i bisogni tipo, la persona tipo, le necessità tipo di questa ipotetica persona tipo che dovrebbe essere neutra, in realtà è un uomo.
La prospettiva delle donne, i loro bisogni e persino i loro corpi, così diversi da quelli maschili, semplicemente sono invisibili.
Così, paradossalmente, anche quando un oggetto o un servizio è usato prevalentemente dalle donne, raramente risulta funzionale alle necessità femminili. E questo è vero persino per oggetti SOLO da donna, come i tiralatte elettrici che costringono le donne che li usano a stare immobili anche 20/30 minuti di fila, anche 6/10 volte al giorno quando tutte le donne sanno che un neonato in casa esige che la mamma sia pronta ad accudito, cambiarlo, tenerlo in braccio, cullarlo, coccolarlo, sorvegliarlo , vegliare su di lui "a comando". Cosa impossibile se si è "legate" ad un tiralatte che costringe all'immobilità così a lungo e così spesso.
Eppure le donne non sono un'eccezione ad una norma. Sono il 50% della popolazione mondiale e, in tutto il mondo, questo 50% non viene considerato.
Caroline Criado Perez ha raccolto in una ricchissima quantità di fonti (centinaia) dati che dimostrano in maniera incontrovertibile non solo che c'è una impressionante mancanza di dati che riguardano le donne, in ogni campo, in ogni progetto, in ogni spazio, con gravissime ripercussioni sulla vita delle donne, ma anche che, laddove vi fossero e se ne tenesse adeguatamente conto, migliorerebbe tutto.
Dall'India agli USA, dal Brasile all'Europa, dalla progettazione urbanistica, alla medicina, dalla progettazione dei forni di cottura del cibo, al servizio di spalamento della neve, dai trasporti all'igiene, dai bagni pubblici, ai servizi di accoglienza per profughi e senza tetto, dal design delle automobili a quello dei dispositivi di protezione sul lavoro, dai luoghi di lavoro, al sistema di tassazione... Le donne, i loro corpi e la loro prospettiva sono invisibili. E questo ha conseguenze nefaste non solo sulla salute, la sicurezza e la vita di metà della popolazione mondiale, ma anche sull'economia, il bilancio pubblico e la vita di tutti.
Assolutamente da leggere.