Parliamo di libri (1 Viewer)

Claire

ἰοίην
Il 2023 si sta chiudendo.
Sto finendo un romanzo e posso tirare le fila delle letture di quest'anno.

Ho letto 37 libri

15 romanzi

9 saggi o assimilabili, di cui due che raccontano la storia di due partiti politici (uno, che non ho recensito qui, sui Verdi italiani, l'altro su Fratelli d'Italia) e 1 che racconta un'esperienza pedagogica educativa negli anni 60/70

2 libri per bambini (di cui uno - non recensito qui - parte da una storia vera)

1 di poesie

7 "diari", ovvero narrazioni di storie vere degli autori, di cui due profondamente "filosofici"

2 libri di biografie

1 che non posso inquadrare in nessun modo.

I più significativi per me:
"Lettera a un bambino mai nato" di Oriana Fallaci
"Il corpo lesbico" di M. Wittig
"Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" di R. Pirsig
"Sex work is not work" (aavv)
"Senza madre" (aavv)
"La bella estate" (C. Pavese)

Autori:
Italiani 22
Stranieri 15

Donne: 19
Uomini: 18
 

Claire

ἰοίην
"La portalettere"
(F. Giannone - Nord edizioni)

La trama di questo romanzo prometteva bene. Una donna del Nord, sposa di un uomo del Sud, che, prima della seconda guerra mondiale, si trasferisce col marito nel paesino del leccese di cui lui è originario.
Peccato che l'autrice abbia, invece, scritto un libro anacronistico, con personaggi che agiscono e pensano con schemi mentali, consapevolezze e principi che, per l'epoca in cui è ambientata la storia (anni 30/50 del '900) sono assolutamente inconcepibili. Completamente avulsi dal contesto storico e culturale dell'epoca.
Non solo, la storia è ambientata al Sud Italia, ma, per come è stata resa l'atmosfera del Paesino del Salento, avrebbe potuto essere ovunque.
Superficiale, pieno di intrighi che dopo un po' stufano, gli unici due personaggi che ho trovato vagamente autentici sono Agata e Carmela, donne del popolo, ignoranti, bigotte e rese acide dalla vita in cui venivano relegate le donne di un tempo: abituate a pensarsi funzioni per il maschio, represse, senza automia di pensiero, perse in piccole beghe e in orizzonti limitati. Rancorose ma autentiche.
La protagonista - Anna, la prima portalettere di Lizzanello - è antipatica e saccente.
Il finale non mi è piaciuto, ho trovato Lorenza estremamente sciocca e crudele.
Qualche guizzo di buona scrittura evocativa e di atmosfera c'è ma è raro. Troppo poco per affermare di aver letto un capolavoro.
Deludente.
 

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Claire

ἰοίην
"Libertà in vendita"
(V. Pazé - Bollati Beringhieri editore)

Docente di filosofia politica, Pazé analizza le forme di autosfruttamento cui assistiamo nelle nostre democrazie, con particolare riguardo soprattutto a quelle che coinvolgono il corpo femminile nelle economie di mercato.
In finale si invita chi legge a interrogarsi su 50 anni di politiche neoliberali che, portando in trionfo una delle tre "sorelle della rivoluzione" - la liberté - hanno finito per dimenticare le altre due: égalité e fraternité.
Il primo capitolo ripercorre velocemente diverse teorie filosofiche - da Platone a Hobbes - sul concetto di libertà.
Nel secondo si interroga sulla prostituzione, analizzandola in modo approfondito per cercare di capire se essa possa essere assimilata ad un "lavoro come un altro", pertanto se possa essere incorporata nelle normali leggi di mercato, verificando se il "contratto" tra cliente e prostituta abbia le stesse caratteristiche di un contratto di lavoro e se l'oggetto di tale contratto possa essere davvero inquadrato come un bene giuridicamente disponibile, monetizzabile, mercificabile.
Nel terzo, fa la stessa analisi completa e puntuale con la pratica del cd "utero in affitto", riconoscendo che questa pratica modifica in modo impattante sulla società intera, lo stesso concetto di maternità.
Il quarto capitolo tratta del velo islamico: limitarne l'uso per legge, come si è fatto in Francia, che impatto ha? Può essere una libera scelta delle donne?
L'ultimo capitolo parla di lavoro e schiavitù, tornando a citare ampiamente teorie di filosofi, anche minori, che se ne sono occupati. È lecito rendersi volontariamente schiavi?

Interessantissimo, profondo e bene articolato.
Da leggere, soprattutto quella parte di donne che pensa che la maternità surrogata e la libera prostituzione possano "liberare" le donne. E gli uomini. Tutti. Ma specialmente i troppi che considerano le donne funzioni del maschile e corpi di servizio.
 

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Claire

ἰοίην
Il 2023 si sta chiudendo.
Sto finendo un romanzo e posso tirare le fila delle letture di quest'anno.

Ho letto 38 libri

15 romanzi

10 saggi o assimilabili, di cui due che raccontano la storia di due partiti politici (uno, che non ho recensito qui, sui Verdi italiani, l'altro su Fratelli d'Italia) e 1 che racconta un'esperienza pedagogica educativa negli anni 60/70

2 libri per bambini (di cui uno - non recensito qui - parte da una storia vera)

1 di poesie

7 "diari", ovvero narrazioni di storie vere degli autori, di cui due profondamente "filosofici"

2 libri di biografie

1 che non posso inquadrare in nessun modo.

I più significativi per me:
"Lettera a un bambino mai nato" di Oriana Fallaci
"Il corpo lesbico" di M. Wittig
"Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" di R. Pirsig
"Sex work is not work" (aavv)
"Senza madre" (aavv)
"La bella estate" (C. Pavese)
"Libertà in vendita" (V. Pazé)

Autori:
Italiani 23
Stranieri 15

Donne: 20
Uomini: 18
Lo modifico, con l'ultimo finito adesso
 

Claire

ἰοίην
Lo modifico, con l'ultimo finito adesso
Tocca correggere di nuovo :lol:
Ma prima, ecco l'ultima lettura.

"Abile, disabile, formidabile. Storia vera di un cane"
(C. Zanda - Marcos y Marcos)

Poche pagine, alcune spensierate, altre delicate, alcune piene di amore, altre di riflessioni. Tutte illuminate da un sorriso. Il sorriso di chi ha come compagno di vita un cane e dunque SA. Conosce quella "misteriosa devozione" che i nostri amici cani ci mostrano.
La frase che chiude il racconto è una citazione di Buzzati, che riporto: "L'amore senza riserve e spesso disperato del cane verso l'uomo - amore, notiamo bene, che il cane generalmente nega al suo prossimo, cioè agli altri cani - è uno dei fenomeni più commoventi ma soprattutto più misteriosi che avvengono quotidianamente sulla terra".
Avviso importante: ho due cani. Uno Abile, disabile e formidabile pure io. Sarà per questo che ho pianto parecchio? :lol:

Ps. Poveretti coloro che non amano i cani.
 

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Claire

ἰοίην
Il 2023 si sta chiudendo.
Posso tirare le fila delle letture di quest'anno.

Ho letto 39 libri

15 romanzi

10 saggi o assimilabili, di cui due che raccontano la storia di due partiti politici (uno, che non ho recensito qui, sui Verdi italiani, l'altro su Fratelli d'Italia) e 1 che racconta un'esperienza pedagogica educativa negli anni 60/70

2 libri per bambini (di cui uno - non recensito qui - parte da una storia vera)

1 di poesie

8 "diari", ovvero narrazioni di storie vere degli autori, di cui due profondamente "filosofici"

2 libri di biografie

1 che non posso inquadrare in nessun modo.

I più significativi per me:
"Lettera a un bambino mai nato" di Oriana Fallaci
"Il corpo lesbico" di M. Wittig
"Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" di R. Pirsig
"Sex work is not work" (aavv)
"Senza madre" (aavv)
"La bella estate" (C. Pavese)
"Libertà in vendita" (V. Pazé)

Autori:
Italiani 24
Stranieri 15

Donne: 20
Uomini: 19
 

samir

Forumer storico
@Claire mai letto ninte di Massimo Recalcati?
i tempi cambiano, e la filosofia si allarga ...

questo dobbiamo leggerlo. esce il 29
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Dopo aver indagato la paternità nell'epoca contemporanea con "Il complesso di Telemaco" e altri libri, Massimo Recalcati volge lo sguardo alla madre, andando oltre i luoghi comuni, anche di matrice psicoanalitica, che ne hanno caratterizzato le rappresentazioni più canoniche. Attraverso esempi letterari, cinematografici, biblici e clinici, questo libro racconta i volti diversi della maternità mettendo l'accento sulle sue luci e le sue ombre. Non esiste istinto materno; la madre non è la genitrice del figlio; il padre non è il suo salvatore. La generazione non esclude fantasmi di morte e di appropriazione, cannibalismo e narcisismo; l'amore materno non è senza ambivalenza. L'assenza della madre è importante quanto la sua presenza; il suo desiderio non può mai esaurire quello della donna; la sua cura resiste all'incuria assoluta del nostro tempo; la sua eredità non è quella della Legge, ma quella del sentimento della vita; il suo dono è quello del respiro; il suo volto è il primo volto del mondo.


 

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