Parliamo di libri

"Se ami qualcuno dillo"
(M. Nomini - Longanesi)

Un uomo si ammala gravemente e il figlio, l'autore di questo romanzo autobiografico, si mette in discussione nei suoi rapporti con l'amore, rileggendo la sua infanzia e imparando a (ri)conoscere gli errori della socializzazione "al maschile" tramandata da padre in figlio.
Ottimo spunto, resa mediocre.
A tratti noioso, a tratti didascalico, superficiale e senza alcuna trasmissione di emozioni.
Piatto.
 

Allegati

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"Son odeur après la pluie"
(C. Sapin-Defour ed. STOCK)

Ho comprato questo libro a gennaio, in aeroporto, a Parigi, sicché è in lingua originale, in francese.
So che adesso è stato anche tradotto in italiano, è stato un caso editoriale in Francia, grazie al passaparola dei lettori.
Non sono abbastanza brava col francese da poter dare giudizi di stile, né da avere la traduzione precisa di tutti i termini ma ho compreso bene il senso di ogni frase e letto di questa storia d'amore, immergendomi nelle parole dell'autore.
È la storia d'amore tra l'autore (che ha uno stile di vita essenziale e lontano da persone e caos) e il suo cane, Ubac, un bovaro del bernese acquistato d'impulso, quasi per caso.
Attraverso Ubac, l'autore legge, rilegge, pensa e guarda la natura, creando legami sempre più profondi tra essa e l'uomo.
Riflettendo sui comportamenti, le passeggiate, le emozioni e le condivisioni che l'autore mette in atto con Ubac, anche chi legge si sente parte del grande "cerchio della vita", passeggia nei boschi e nella neve e, benché con sofferenza, accetta l'ineluttabilità della morte, essa stessa parte del vivere.
È un libro molto bello, pieno di atmosfera e saggezza, privo di leziosità e sdolcinatezze. Emozioni "primordiali", comunione e amore.
Piacerà anche a chi non ha un amore particolare per i cani.

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"Creature grandi e piccole"
(J. Herriot - Rizzoli)

Una rilettura gradevolissima, a distanza di più di 30 anni dalla prima.
Con un lieve humor che attraversa tutte le pagine, il racconto dei primi due anni di esercizio della professione veterinaria dell'autore, sul finire degli anni '30.
Campagne inglesi, personaggi ben caratterizzati, indimenticabili,a partire dal capo di Herriot.
Descrizioni intense, pagine spiritose, la dura vita di campagna di quegli anni e tutta la passione per la propria professione, così faticosa, ancor più in assenza di antibiotici e con tecniche medico-chirurgiche ancora rudimentali.
Sempre bellissimo.

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"Malacarne"
(A. Valeriano - Donzelli editore)

Donne e manicomio nell'Italia fascista.
Richissimo di fonti, questo breve ma pregnante saggio racconta di come la devianza femminile dal modello stereotipato, rigido di femminilità deciso da una società maschilista, misogina e patriarcale, venisse trattata come malattia mentale, pericolosa per la società e dunque da cancellare.
E così ragazze e donne che non si sottomettevano al volere dello Stato, alla missione affidata alle donne (figliare e sottostare alle scelte del padre o del marito), che mostravano poca attitudine alle faccende di casa o all'accudimento dei figli, che amavano passeggiare per la strada, cantare... uscire dal comportamento rigidamente normato per le donne che le voleva recluse in casa, modeste, zitte e poco istruite, venivano internate nei manicomi.
Ma anche donne dall'intelligenza giudicata eccessiva, le donne che venivano picchiate, le donne scioccate dagli orrori della guerra, le poverissime che vivevano condizioni di disagio sociale... Tutte in manicomio.

La potenza delle fonti originali, con il linguaggio del tempo, nonostante credo che certe cose le si sappiano già, colpisce per la retorica roboante, per l'arretratezza e la meschinità della mentalità dell'epoca.

I manicomi sono rimasti a lungo nel nostro paese, ben oltre la fine del regime fascista, così come l'abitudine di definire la femminilità come una funzione utile al maschile, come una "Umanità in difetto" e così l'internamento delle donne non conformi è cessato solo grazie alla legge Basaglia del 1978.

Il libro contiene anche molte lettere delle internate nel manicomio di Teramo.

Per riflettere.

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"La donna gelata"
(A. ERNAUX - L'ORMA editore)

Gli anni di formazione di una donna, narrati in prima persona, in un personale che diventa universale e perciò politico.
Un'infanzia tutto sommato libera, quasi anticonvenzionale, in cui la bambina viene spinta verso l'autorealizzazione e in cui le differenze tra l'educazione, i ruoli e le pressioni sociali su femmine e maschi sono, tutto sommato, irrilevanti.
L'adolescenza conformista, con il desiderio di appartenere al proprio "gruppo sociale", di essere come tutte/i.
E poi l'università, in cui si coltivano e si sperimentano sogni, libertà e aspirazioni personali.
E l'amore. Ah, l'amore! Che, inevitabilmente, si trasforma in coppia, poi matrimonio e poi famiglia.
La famiglia è il vero territorio in cui i ruoli di genere si impongono con veemenza, tarpando le ali e pesando in modo iniquo e differente tra la ragazza, ormai giovane donna, e suo marito.
Lui, che trova in famiglia, ore di relax, lei che ne viene risucchiata.
In un crescendo parossistico, la protagonista ansima dietro mille faccende sempre uguali e infinite, senza sbocco, che ripartono identiche ogni giorno, con la sensazione di non giungere mai da nessuna parte, di non esistere più, di dover compiacere e servire prima ancora che marito e figli, quello che la società si aspetta da lei, dimenticandosi di se stessa. L'apprendistato di donna finisce quando lei cessa di lottare con il suo malcontento e si raggela - appunto - quasi passiva, nel ruolo costruito dalla società degli uomini per lei: la madre, la moglie, la vera donna, il secondo sesso, come diceva De Beauvoir che, invero, si percepisce come presenza culturale in questo che, dei tre libri che ho letto di Ernaux , è il più vibrante e intenso.
Per le donne che devono ancora maturare consapevolezza.
Per gli uomini che proiettano la loro esperienza e il loro sguardo convinti che sia universale, sul mondo intero e anche sulle donne.
Per tutti e tutte coloro che negano, sminuiscono o ridacchiando se si parla di patriarcato.
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"Gli inganni di Pandora"
(E. Cantarella - Feltrinelli)

Tutto parte con un mito e passa attraverso i medici e i filosofi che hanno fondato il pensiero culturale occidentale. Un tempo lunghissimo in cui la differenza tra donne e uomini, codificata SOLO da uomini, diventa un pilastro sociale che da Atene arriva a noi, ancora oggi.
Per tutti coloro che pensano che non esista la discriminazione nei confronti delle donne e che dicono che la violenza maschile contro le donne non sia un fatto culturale: ignoranti e in mala fede.
Breve, purtroppo. Si poteva approfondire.
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Aavv: "Guarda come una donna" Armando editore

Voci di donne che raccontano se stesse e/o il loro lavoro/la loro opera.
Alcuni racconti li ho trovati molto interessanti, altri un po' "roboanti". Ve ne sono alcuni che hanno portato alla mia conoscenza realtà o situazioni che mi erano ignote.
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