Parliamo di libri

"La signora Dalloway"
(V. Woolf - O. Mondadori)

Ho una raccolta di opere di Virginia Woolf e, dopo "La stanza di Jacob", ho letto questo succitato.

Come tutti gli scritti dell'autrice, è piuttosto impegnativo.
La storia è semplicissima: il racconto di una giornata - dal mattino alla sera - in cui la protagonista dà una festa. Il periodo è il primo dopoguerra.

I personaggi sono molti, ognuno ben caratterizzato e ognuno di essi rappresenta il simbolo di qualcosa che l'autrice "sentiva" particolarmente o viveva in prima persona.
Attraverso un flusso di pensieri continui e intrecciati tra di loro, i vari personaggi mettono in scena l'Inghilterra del periodo, la sua società, e anche i pensieri e le riflessioni della Woolf.

Cosi la protagonista, Clarissa Dalloway, snob ma amatissima è come la patria inglese che anche coloro che la abbandonano (Peter Walsh) non possono fare a meno di amare; Septimus, un giovane tormentato dalla follia è l'alter ego maschile dell'autrice e Sally Seaton riassume in sé l'amore ambiguo per le donne della Woolf.

Lo stile narrativo è molto interessante, chi ama la Woolf, la ama proprio per questa sua capacità di mettere in scena la società del suo tempo, la profonda complessità della natura umana, attraverso lunghi flussi di pensieri e la sua abilità nel raccontare tutto un sistema di valori (del suo tempo o suoi propri) senza far accadere quasi nulla, ma dicendo tutto.

Per me, un bellissimo romanzo. Imprescindibile.
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