Parmalat (PLT) Parmalat (a) III cosa sarà da grande ?

Intesa, Mediobanca e Unicredit avrebbero raggiunto un'intesa di massima a sostegno della cordata nella quale spunta Fintecna, la finanziaria per i settori industriali e dei servizi nata sulle ceneri dell'Iri

Mai profezia fu più giusta di quando scrissi, incazzato, a Di Vico che con i suoi articoli sul Corsera avrebbe, prima o poi, rischiato di resuscitare i morti (le Pp.ss).


Ci mancavano solo gli Zombie in questa storia.

Ora manca solo la Gepi e Rocco Sabeli.

Mi pare che oggi lo zombie della Gepi si chiami Sviluppo Italia.
 
Intesa, Mediobanca e Unicredit avrebbero raggiunto un'intesa di massima a sostegno della cordata nella quale spunta Fintecna, la finanziaria per i settori industriali e dei servizi nata sulle ceneri dell'Iri

adesso hanno modificato la notizia così :mumble:

Intesa, Mediobanca e Unicredit avrebbero raggiunto un'intesa di massima a sostegno della cordata nella quale spunta Fintecna. Il piano prevede che la cordata lanci un'opa preventiva sul 60%
 
adesso hanno modificato la notizia così :mumble:

Intesa, Mediobanca e Unicredit avrebbero raggiunto un'intesa di massima a sostegno della cordata nella quale spunta Fintecna. Il piano prevede che la cordata lanci un'opa preventiva sul 60%

Il giudizio non cambia ed e' poveri noi, ma soprattutto poveri figli nostri.

Cercherò di fare in modo che se ne vadano all'estero, ovviamente se loro sono d'accordo.
 
Parmalat: meno 24 ore dal cda; è corsa contro il tempo per la cordata italiana

(31 Marzo 2011 - 09:23)

MILANO (Finanza.com)
Senza sosta. La cordata tricolore deve prendere forma entro le prossime 24 ore. E' l'italianità di Parmalat che lo chiede. A meno un giorno dal consiglio di amministrazione del gruppo di Collecchio chiamato a decidere sul rinvio dell'assemblea in programma il 12-13-14 aprile, a Intesa SanPaolo non è ancora il momento di tirare le somme. I legali, quelli dello studio milanese Pedersoli, sono al lavoro per trovare la formula più adatta a formalizzare una manifestazione di interesse entro domani mattina, quando si riunirà il cda di Parmalat. E le indiscrezioni si moltiplicano. Potrebbe essere la stessa banca guidata da Corrado Passera a firmare un documento con cui si informa il cda dell'impegno per una alternativa industriale di lungo periodo, concorrente di Lactalis.
La sfida è più aperta che mai. Ci vogliono almeno tre miliardi di euro per provare ad avere la maggioranza in una partita che sembra giù chiusa. Il problema principale è quello che gira attorno alla disponibilità di un soggetto industriale disposto a farsi carico dell'onere di questa impresa. Da Alba continuano ad arrivare indicazioni rassicuranti, ma metter mano al portafoglio è un'altra cosa e in ambienti finanziari sorgono dubbi. Di certo la Ferrero ha peso e risorse per sostenere un progetto di lungo periodo. Questo, fermo restando il contributo che potrà dare in questo senso anche l'altro big dell'agroalimentare italiano, la Granarolo, concorrente di Parmalat e partecipata al 20% da Intesa.
"Ci sono concrete speranze che alla fine Ferrero si decida, ma non lo sappiamo. Certo, ci sono tali e tante pressioni che forse alla fine si deciderà", segnalano alcune fonti. Come nel caso di Cadbury, Michele Ferrero sarebbe più prudente, mentre i figli sarebbero più possibilisti. Difficile che Ferrero e Lactalis possano coabitare in Parmalat: "I francesi sono della stessa pasta di Ferrero: la coabitazione tra i due sarebbe molto molto difficile. Sono entrambi abituati ad essere padroni in casa propria. È anche improbabile anche si arrivi ad un'opa su Parmalat, perchè costa una barca di soldi, osservano.
Restano della partita anche diversi soggetti finanziari, in grado di partecipare alla costituzione della dotazione di risorse necessaria a procedere nell'operazione. Nella giostra dei nomi usciti dal cappello della speculazione ce n'è per tutti: da Giovanni Tamburi alla Equinox, il fondo di private equity di Salvatore Mancuso, fino a quello della merchant bank Palladio Finanziario. In questo contesto si fa strada inoltre un possibile coinvolgimento della Cdp, che sarebbe permesso dallo statuto, ma i tempi sembrerebbero troppo stretti.
Oltre al tesoretto da trovare c'è poi un altro neo: il fattore tempo. Una volta incassato lo slittamento a fine giugno dell'assemblea, sarà decisivo fare in modo che le condizioni poste dal patron della Nutella, ovvero che il progetto sia solido, italiano e di lungo periodo, possano essere verificate nel dettaglio. Il tutto mentre da Bruxelles la portavoce del commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia, ha segnalato che i "servizi dell'Antitrust seguono da vicino e con interesse la situazione" che ha portato Lactalis a detenere il 29% di Collecchio. "La regola - ha ricordato - è che non si può acquisire il controllo di un gruppo senza prima il via libera della Commissione Europea".
E nel caso specifico l'azienda francese ha "la responsabilità di sapere se la partecipazione in Parmalat le dà o no il controllo del gruppo. Se così fosse dovrebbe notificare l'operazione alla Commissione, perchè in materia di fusioni e di acquisizioni non si può acquisire il controllo di una società senza prima avere il via libera dall'esecutivo europeo". Ma i francesi appaiono in vantaggio anche su questo terreno: hanno inoltrato a inizio settimana alla commissione Ue la richiesta di esenzione dalla comunicazione preventiva di una concentrazione rilevante a livello comunitario. In altre parole Lactalis intende avvalersi dell'esezione prevista dalle norme comunitarie della richiesta di un via libero preventivo di Bruxelles per poter esercitare i proprio diritti di voto.

(Micaela Osella - Riproduzione riservata)
 
Indipentemente da come andrà a finire abbiamo avuto l'esempio di come si può distruggere una potenziale splendida realtà industriale.

Invischiandola, temo, in battaglie a colpi di leggi e carta bollata che di industriale non hanno nulla.
 
Che SCHIFO, aspetto domani quando si riunirà il cda di Parmalat per poi prendere una decisione di uscire definitivamente dal titolo e dalla borsa Italiana.
Da ora in poi guardero' con attenzione gli altri mercati, qui cercano solo polli da spennare
 
Notate anche l'attivismo finanziario del Messaggero, che di solito si occupa con maggiori fortune della cronaca di Noantri.

Vedete chi e' l'editore e se hanno cambiato recentemente, e chi e', il direttore.

Lettera minuscola, direttore va con la lettera minuscola.:D:D
 
Ultima modifica:
Notate anche l'attivismo finanziario del Messaggero, che di solito si occupa con maggiori fortune della cronaca di Noantri.

Vedete chi e' l'editore e se hanno cambiato recentemente, e chi e', il direttore.

Lettera minuscola, direttore va con la lettera minuscola.:D:D

il direttore è stato appena cambiato Mario Orfeo :lol:
 
Parmalat: tre banche in campo, spunta Fintecna (Mess)

ROMA (MF-DJ)--Tre banche italiane sono pronte a firmare una lettera per Parmalat, in vista del cda di domani, a nome della cordata italiana nella quale spunta Fintecna. Ma l'impegno scritto di Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca, secondo quanto scrive Il Messaggero, potrebbe non essere necessario: la mancata presentazione all'Antitrust europeo da parte di Lactalis dell'istanza di autorizzazione alla concentrazione, potrebbe non consentire ai francesi l'esercizio del diritto di voto in occasione dell'assemblea dei soci. Ieri sera, al termine di un'altra giornata concitata di riunioni a vari livelli presso la sede di Intesa Sanpaolo, fra cui quella tra le tre banche, si sarebbe delineato questo percorso che nella giornata di oggi, prosegue il giornale, verra' definito con maggiore certezza.

I tre istituti avrebbero raggiunto un'intesa di massima a sostenere un'azione sistemica di supporto al governo, mentre sarebbe emersa la maggiore disponibilita' di Fintecna a intervenire eventualmente in una cordata su Parmalat, mentre l'ipotesi Cdp - trapelata ieri - presupporrebbe una modifica legislativa.
 

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