09 Agosto 2011 ore 17:50
Dati. Crisi: da Amato a Cgil patrimoniale è ricetta per tamponare debito pubblico . Tutte le proposte sulla tassazione degli immobili o delle ricchezze.
Roma, 9 ago. (Labitalia) - Piace a molti l'ipotesi, che sarà al vaglio del tavolo tra parti sociali e governo di domani, di introdurre una tassa sui patrimoni per tamponare crisi e debito pubblico, la cosiddetta patrimoniale. A proporla, in origine, due autorevoli esponenti della vita politica ed economica: Giuliano Amato e Pellegrino Capaldo, di area, rispettivamente, socialista e cattolica. Ma anche sul fronte sindacale la patrimoniale ha i suoi fans. In primis la Cgil, ma anche Cisl e Ugl, mentre la Uil si dice contraria. "Non credo che quello di tassare i patrimoni sia un tema da mettere all'ordine del giorno", ha detto a LABITALIA il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, che ha aggiunto: "Qui il problema da affrontare è piuttosto quello di cercare in tutti i modi di abbassare le tasse a chi le ha sempre pagate, e cioe' lavoratori dipendenti e pensionati. Ed è quello che stiamo chiedendo con le nostre iniziative da circa due anni, arrivando a una delega fiscale". A chiedere una tassa ordinaria sulle grandi ricchezze ispirata al modello francese, con un'imposta media dell'1% a carico delle famiglie con una ricchezza complessiva sopra gli 800mila euro è la Cgil. "La previsione del gettito generato è di circa 18 miliardi di euro l'anno", spiegano a LABITALIA da Corso d'Italia. La patrimoniale proposta dal sindacato di Susanna Camusso interesserebbe solo il 5% della popolazione, "i più ricchi e i ricchissimi", dicono ancora alla Cgil. Anche Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, non ha fatto mistero del fatto di essere "per la patrimoniale, ma senza toccare la prima casa''. La stessa opinione manifestata con LABITALIA da Giovanni Centrella, segretario generale dell'Ugl : "Non siamo affatto contrari a un tassa patrimoniale -ha detto- purchè logicamente sia esclusa dalla tassazione la prima casa e più in generale, le case catalogate come civili abitazioni". A proporre una sua personale soluzione ci ha pensato anche Guido Crosetto, deputato Pdl e sottosegretario alla Difesa. "Io penso -spiega a LABITALIA- che la patrimoniale, introdotta adesso come tassa, abbia un effetto depressivo sul mercato e sul prodotto. Ciò non toglie che noi in questo momento abbiamo bisogno di togliere tensione sul debito pubblico e fare in modo che, in qualche maniera, si abbassino i tassi d'interesse. Una proposta che credo sia intelligente è quella di fare una patrimoniale non come tassa, ma come contributo percentuale attraverso la sottoscrizione di Bot e Cct, o dei titoli di stato in generale". "Una tassa patrimoniale -continua- in qualche modo blocca i consumi, agisce certo sulla parte più ricca del Paese, ma agisce anche su quella che normalmente vuole fare gli investimenti e guida i consumi". Attraverso il contributo di solidarietà della 'sottoscrizione' di Bot e Cct, spiega Crosetto, "si aumenta la domanda di titoli di stato, diminuisce chiaramente il rendimento e quindi l'effetto indiretto è che lo Stato paga meno interessi sul debito". "Se si calcola che noi paghiamo 80 miliardi di euro di interessi all'anno -conclude Crosetto- un intervento così, se ha effetto, può valere quasi come manovra economica". Giuliano Amato, che già aveva adottato nel 1992 una 'una tantum' pari al 6 per mille dei conti correnti bancari, a dicembre aveva ricordato che "il debito è di 30 mila euro a italiano: liberarci di un terzo di esso gia' lo ricondurrebbe a dimensioni governabili, sotto l'80%, quindi fuori dalla zona a rischio; significherebbe pagare 10 mila euro a italiano". "Ma siccome gli italiani non sono tutti uguali -aveva detto al 'Corriere della Sera'- potremmo mettere la riduzione a carico di un terzo degli italiani. A quel punto sarebbero 30 mila euro per un terzo degli italiani, magari in due anni. Secondo me è sopportabile". Recentemente l'ex presidente del Consiglio è tornato a riproporre l'idea: "Se una imposta sulla ricchezza una tantum può abbattere il nostro debito per qualche decina di punti e tranquillizzare i mercati -ha dichiarato al 'Corriere della Sera'- non possiamo sottrarci". E tuttavia si tratta di una "medicina da cavallo"e per somministrarla si deve ritrovare "l'impegno che in certi grandi momenti della nostra storia abbiamo avuto di lavorare pancia a terra efar produrre al Paese tutto quello che può produrre". Anche Pellegrino Capaldo, ex banchiere, ha proposto, sempre sul 'Corriere della Sera', un'"imposta straordinaria sulle plusvalenze immobiliari", con l'obiettivo di dimezzare il debito pubblico. Capaldo però ha tenuto a sottolineare che "non si tratta di una patrimoniale. Si tratta piuttosto di un'imposta sull'incremento del valore degli immobili, ovvero sulla rendita fondiaria, di cui hanno potuto godere solo coloro che, spesso con grandi sacrifici, hanno acquistato una casa ma non coloro, e sono tanti, che non hanno potuto acquistarla. La proposta prevede che l'imposta vada pagata con modalità scelte dallo stesso contribuente ed esclude nel modo più assoluto che il proprietario della casa, il coniuge e i figli possano essere costretti a venderla per pagare l'imposta; prevede anche una franchigia per le abitazioni di minor valore". Luigi Abete, presidente di Assonime (associazione fra le società per azioni), invece, ha avanzato mesi fa una proposta di riforma fiscale a costo zero che prevede anche una patrimoniale sulla ricchezza che darebbe un gettito annuo di 9 miliardi di euro.
http://www.cataniaoggi.com/rubriche...sazione-degli-immobili-o-delle-ricchezze.html