Dental care: Pierrel, da Capua alla conquista degli Usa
Promozione  della salute orale e prevenzione delle patologie in età adulta.  L'Italia deve fare ancora molta strada, anche se le aziende  farmaceutiche si stanno dando da fare. Tra queste c'è la Pierrel Spa, da  60 anni attiva nel dental care e oggi guidata da Raffaele Petrone (in  foto), che con il gruppo di famiglia FinPosillipo (holding da circa 500  milioni di euro di giro d’affari), detiene la maggioranza della società
Sabato, 12 luglio 2014 - 14:14:00
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Pierrel
      
Di Filippo Astone
Sono passati quattro anni dall’ultimo dossier del Ministero della Salute  intitolato “Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e  la prevenzione delle patologie orali in età adulta”. In quel dossier -  che dovrebbe essere aggiornato ogni quattro anni, dunque ci aspettiamo a  breve un segno dal dicastero – c’è una fotografia della situazione del  Paese: “L’incidenza di patologie di interesse odontoiatrico, in età  adulta, nonostante gli indubbi miglioramenti ottenuti in termini di  salute generale, permane elevata”. In particolare, avvisa il documento  sono quattro le emergenze italiane: la prevenzione delle patologie dei  tessuti duri dentari; la prevenzione della malattia parodontale; la  prevenzione dei tumori maligni del cavo orale; la prevenzione della  endentulia. Ecco che nell’era “del sorriso più bianco del bianco”  sbandierato da tarm e tv, e gli italiani stanno a bocca chiusa . Si  scopre che è urgente promuovere e favorire programmi di prevenzione e  cura delle patologie più diffuse della bocca: carie, malattia  parodontale, neoplasie, al fine anche di evitare l’insorgenza di  situazioni cliniche che comportano invalidanti menomazioni psico-fisiche  con conseguente impegno di cospicue risorse finanziarie personali e  collettive per la terapia riabilitativa.
Ma le buone intenzioni si scontrano con lo stato di realtà. Gli italiani  stanno alla larga dallo studio del dentista: tra il 2007 e il 2012  mezzo milione di famiglie in meno sono andate dal dentista, la  percentuale di quelle che hanno effettuato una spesa odontoiatrica è  calata del 3,31 per cento, la spesa media mensile di tutte le famiglie è  scesa del 30,5 per cento e la spesa media mensile riferibile alle sole  famiglie che hanno effettuato una spesa odontoiatrica è calata del 28,1  per cento. Ancora: la percentuale delle persone che nel 2011 hanno  rinunciato alle cure odontoiatriche per ragioni economiche è stata  dell’8,9 per cento rispetto all’intera popolazione (fonte Andi 2012). E  stanno alla larga per almeno due buoni motivi: dalla dichiarazione dei  redditi si può detrarre solo il 19% della spesa (oltre la franchigia di  129,11 euro) e perché il Sistema sanitario copre solo marginalmente le  necessità coprendo le spese per i bambini fino ai 14 anni, per alcune  categorie di persone particolarmente svantaggiate e per le urgenze.
Insomma il 
Sistema Italia in fatto di medicina del cavo orale dovrebbe cambiare rotta,  avendo come bussola tre obiettivi: efficacia (della cura),  sostenibilità (economica sia per il privato sia per il Ssn), equo  (consentire a tutti la possibilità della cura). La strada più  praticabile per raggiungerli è sicuramente la prevenzione.
Tra i soggetti più attivi, sul versante della prevenzione, sono le  aziende farmaceutiche italiane, ma tra esse quella che sta percorrendo  con forza questo titinerario è
 Pierrel Spa, da 60 anni attiva nel dental care e oggi guidata da 
Raffaele Petrone,  che con il gruppo di famiglia FinPosillipo (holding da circa 500  milioni di euro di giro d’affari, soprattutto nel commercio all’ingrosso  di farmaci, anche sulle navi, ma anche con svariate attività nel campo  parafarmaceutico e dei servizi farmaceutici), detiene la maggioranza  della società.
Pierrel – quotata a Piazza Affari – ha fatto i conti  con anni travagliati, ma il rilancio è in atto. E se i conti ancora non  tornano del tutto, gli elementi di ottimismo ci sono tutti. Basta  guardare alle azioni concrete di riorganizzazione e di partnership  volute dal management, tutte all’insegna della ricerca e della  innovazione.
La fabbrica del Sud che piace all’America. E ricerca e  innovazione si trovano nel sito di Capua, dove insistono le linee  produttive di Pierrel e dove è la sede legale della Società. In pochi  sanno che da questo stabilimento - edificato nel Sud e “abitato” da  tecnici, operai, ricercatori del Sud (l’età media si aggira sui 38 anni,  al 99% il personale è laureato, tutti parlano almeno due lingue) - è  l’unico al mondo a produrre un anestetico dentale che detiene licenza di  distribuzione sul territorio statunitense pur essendo prodotto fuori  dai confini confederali. L’anestetico dentale in questione è Orabloc (la  molecola è l’Articaina) ed è il prodotto più usato negli studi  dentistici del Nordamerica. La linea produttiva che fabbrica tubofiale  di Orabloc ha dalla sua l’asepsi totale. Quella linea nell’ultimo anno  ha sfornato più di 10 milioni di fiale. «E non è finita qui: siamo certi  che entro il 2015 Orabloc ci darà molte soddisfazioni, e non solo nei  Paesi in cui è già un successo commerciale. Questa certezza ci viene  dalla eccellenza della linea produttiva: nessun intervento umano può  inquinare l’asepsi. E non lo dico io, lo dicono gli organi di controllo  italiani e statunitensi. Quando la Fda ha visitato lo stabilimento, il  suo placet è arrivato subito, abbiamo avuto solo minimi rilievi cui  abbiamo prontamente messo riparo; di là il successo di questo prodotto  che non ha eguali, né in termini di efficacia, né in termini di  sicurezza per il paziente e quindi per il dentista. Ma, siccome siamo  incontentabili, stiamo progettando un nuovo device di Orabloc più user  friendly e più sicuro per il dentista. La sua commercializzazione è  prevista entro il secondo semestre 2014».
Orabloc in Nordamerica è inarrestabile. Ed è a lui che  va ascritta la performance del titolo Pierrel in Piazza Affari: + 40%  nell’ultimo anno. Nel mese di maggio 2014 l’anestetico Pierrel ha  segnato una crescita di vendite dirette ai professionisti del dental  care del 15 per cento in più rispetto al mese di aprile. E i media  statunitensi si sono accorti del fenomeno: Clinicials Report (“CR”),  testata clinica indipendente dedicata ai dentisti d’Oltreoceano, di  recente ha chiesto a un panel qualificato di dentisti quali siano i  primi tre prodotti (in uso nei loro studi), dei quali gli intervistati  ritengono di “non potere fare a meno”. I prodotti sono riconducibili a  16 aree di competenza odontoiatrica. Nell’area dell'anestesia dentale  l’articaina fa la parte del leone (il 59 per cento dei professionisti  intervistati dichiara di non farne mai a meno), ma è Orabloc® a vincere  il primo posto (
http://www.orabloc.com/software/multimedia/89.pdf) come  brand in virtù della sicurezza e della affidabilità che le deriva dal  ciclo produttivo di Capua. «Appena completati i necessari passaggi  autorizzativi, puntiamo a ripetere il successo americano anche nella  Comunità Europea. A farci guardare a questo passaggio con un certo  ottimismo, sono i risultati ottenuti in alcuni Paesi europei dove  Orabloc è già in vendita, per esempio in Polonia».
La lezione americana di Orabloc, che non è solo un ottimo prodotto del  made in Italy ma è anche un strategia distribuitiva e di marketing  ancorata sull’ascolto delle necessità e dei suggerimenti dei medici  specialisti – ha convinto Pierrel a puntare su una mission: diventare la  cerniera del sistema dentista-paziente, offrendo anche prodotti votati  alla prevenzione, oltre che alla cura.
Il sistema Pierrel: lo studio del dentista come presidio della  prevenzione «Vogliamo stare a fianco del dentista per supportarlo non  solo nella cura dei denti, ma soprattutto nella prevenzione, un'attività  importantissima e nella quale ci sono ancora ampi spazi di crescita,  perché in tutto il mondo pochi specialisti la praticano», spiega  Raffaele Petrone. Sul versante della prevenzione Pierrel ha due progetti  innovativi. Il primo è Goccles (Glasses for Oral Cancer – Curing Light  Exposed – Screening) un occhiale dotato di filtri ottici speciali,  capace di evidenziare lesioni cancerose orali in stadio precoce  (diagnosi che consente la guarigione nel 95% dei casi). Per funzionare,  Goccles ha bisogno solo di una fonte luminosa non sofisticata, quali le  lampade già presenti negli studi odontoiatrici. Il dentista sarà così  messo in grado di inviare per tempo il paziente all’oncologo. Goocles ha  la marcatura CE ed entro la fine del 2014 sarà distribuito in Italia e  in Europa, di lì a poco – appena ottenuta l’omologazione, giacché il  dossier è già stato presentato- negli Stati Uniti e poi in tutto il  mondo.
Goccles – ideato dall’’Università Cattolica di Roma, ha segnato la  strada delle partnership con centri di ricerca nazionali sia pubblici  sia privati. In uno di questi ultimi è nato Smile, destinato alla  prevenzione della carie. Pierrel Pharma S.r.l. - società dedicata alla  commercializzazione di farmaci a marchio Pierrel - ha avviato infatti un  progetto con Smile Biotech S.r.l. - società controllata da Eporgen  S.p.A. con una partecipazione del 70% - per la ricerca, lo sviluppo e la  commercializzazione di un kit finalizzato alla diagnosi delle carie  dentali, basato sui livelli della proteina solubile “sCD14” nella  saliva, il cui brevetto è stato recentemente ceduto a Smile Biotech  dall’Università di Torino. Si tratta di un test agevole, per nulla  invasivo, che darà il risultato immediatamente e ridurrà il ricorso alle  radiografie, con una minore esposizione del paziente ai raggi X e costi  più contenuti sia per il privato sia per lo specialista. Se tutto va  bene il kit sarà in commercio nel 2016.
Che la ricerca sia nel Dna di Pierrel è storia annosa e mai paga. I  laboratori Pierrel hanno di recente messo a punto un farmaco per la  paradontite (l’infiammazione gengivale che nelle forme gravi porta alla  caduta dei denti). La ricerca è partita da una molecola già in  commercio, su cui ha agito il nuovo tool DRR2.0 di THERAMetrics, un caso  di successo di drug repurposing, un processo di cui fra poche righe  spiegheremo la consistenza e le implicazioni.
La 
ricerca secondo Pierrel. L’ultima avventura in casa  Pierrel è la sua Divisione TCRDO, che opera con oltre 20 società  controllate sia in Europa sia negli Stati Uniti, fornisce consulenza e  servizi integrati per la ricerca e sviluppo di nuove molecole e  medicinali. TCRDO è frutto di una riorganizzazione – atta a  razionalizzare costi e obiettivi della vecchia Pierrel Research –  attorno alla capogruppo, THERAMetrics holding AG (società quotata sulla  Six Swiss Exchange e partecipata da Fin Posilippo e da Pierrel) che  detiene l’innovativa piattaforma interattiva DRR2.0. Essa pone la sua  efficacia sul censimento di 23 milioni di pubblicazioni scientifiche  (ovvero la quasi totalità attualmente accessibile in letteratura  biomedica), riguardanti più di 4900 farmaci e oltre 9400 malattie. Su  questi dati - mai sin qui raccolti in un unico ragionato insieme e  stoccati in un cloud – indaga l’algoritmo Search&Match, per  consegnare al ricercatore non solo il candidato farmaco ma anche una  road map dettagliata con le indicazioni per l’eventuale second medical  use. La piattaforma può essere interrogata sia a partire dalla molecola,  sia a partire dalla patologia.
Il futuro di THERAMetrics sarà resopossibile anche dall’aumento di  capitale in corso da metà giugno 2014, e sottoscritto in parte  significativa dalla stessa Fin Posillipo. «Il metodo di ricerca S&M è  fautore di sostenibilità per le industrie e per gli stessi pazienti.  Basti pensare che con la ricerca classica di un farmaco nuovo occorrono  in media 800 milioni di dollari», spiega Petrone. «Non solo, da un punto  di vista temporale passano all’incirca quindici-vent’anni prima che la  molecola in questione sia effettivamente disponibile sul mercato. Per di  più, non è detto che la molecola giunga sul mercato».
Grazie a 
THERAMetrics le molecole finite nel  dimenticatoio da centri di ricerca e aziende farmaceutiche potranno  riavere vita nuova e diversa. Intanto, DRR.2.0 ha consegnato alla  società e alla Pierrel due molecole che possono curare la Tubercolosi  farmaco-resistente. Molecole che attendono solo le ultime fasi  sperimentali e la produzione. Su questa si studia oggi la strada di una  produzione by Pierrel.
Ma la rinata divisione TCRDO ha altre freccie al suo arco. Ed è su esse  che Pierrel vuole puntare: il centro manifatturiero di Cantù  specializzato nella produzione di IMD, acronimo di Investigational  Medical Product; un centro di sperimentazione d’avanguardia su pazienti  umani in Romania.