Val
Torniamo alla LIRA
Come lo vedo male.....
Adesso anche Gori accusa il governo
Era a conoscenza dei rischi che correva la popolazione e, adesso, il sindaco di Bergamo vuol sapere “Perché non ci avete informato?"
È chiaro che, Giorgio Gori, sindaco Pd di Bergamo, adesso sente forte la pressione (anche giudiziaria)
per l’irresponsabile iniziativa del 25-26 febbraio (#bergamononsiferma, con annessa cenetta pubblica con la bella moglie Cristina Parodi).
Già nei giorni scorsi aveva accennato a chiedere scusa, riconoscendo di aver sbagliato a imitare quell’altro irresponsabile di Beppe Sala.
Adesso, però, è passato decisamente al contrattacco.
Non gli va giù la scoperta (rivelata anche da noi due giorni fa) del fatto che, già il 20 gennaio,
il governo era in possesso di una analisi che prevedeva scenari drammatici per l’emergenza coronavirus,
ma di questo non abbia informato né i presidenti delle Region, né i sindaci (oltre a non prendere nessun altro tipo di provvedimento).
Così alla prima occasione, un’intervista a SkyTg24 del 23, si è tolto “il sassolino dalla scarpa” che, poi, in realtà, è un macigno.
Quello che, al momento, è legato al suo collo e lo accusa di responsabilità diretta per la morte di migliaia di persone
e che lui ora scaglia contro Giuseppe Conte, mettendo da parte le ragioni della politica.
Parole chiare e inequivocabili, le sue, che ripercorrono quei giorni.
«Nell’ultima settimana di febbraio, non solo a Bergamo ma in tutte le città del Nord, si diceva “noi non ci fermiamo”
perché avevamo informazioni che dicevano “sì, c’è un focolaio nel Lodigiano, ma per il resto la vita può continuare normalmente”,
era normale che tutti sostenessero l’idea di un equilibrio tra protezione e vita che poteva continuare».
Quindi il riferimento al piano secretato del governo:
«Abbiamo scoperto in questi giorni che erano già circolate delle informazioni a livello governativo sulla possibile emergenza,
abbiamo scoperto che nelle nostre province c’erano, già allora, molto casi di polmoniti
che nessuno aveva denominato Covid-19, ma quello erano palesemente».
Ecco quindi la stilettata:
«Se qualcuno avesse condiviso quelle informazioni per tempo ci saremmo risparmiati noi delle uscite inadeguate alla situazione
e ci saremmo forse protetti e protetto i cittadini per tempo».
“Qualcuno” è. evidentemente, il ministro Speranza oppure il premier Conte ai quali – adesso – Gori chiede:
perché non ci avete informato sui rischi della situazione?
Perché ci avete fatto esporre con quelle iniziative?
Perché ci avete fatto ingannare i nostri cittadini?
Perché non ci avete consentito di proteggerli?
È lo sfogo di un sindaco che non ci sta a essere stato “ingannato” dal governo
e dai suoi compagni di partito ed è consapevole che quell’inganno ha provocato la diffusione esponenziale del virus e migliaia di morti nella bergamasca.
Parole pesantissime e scomode.
Ancor di più di quelle utilizzate dal governatore Fontana e dagli esponenti leghisti per accusare il governo.
Talmente pesanti e scomode che non sono state riprese dai media mainstream, nemmeno da quelli a Bergamo;
curiosamente solo da un giornale del Sud e da qualche agenzia.
Invece, si occupano tutti della telefonata fatta, sempre a Gori, dal presidente della Repubblica, Mattarella,
che si è informato della situazione a Bergamo (adesso?) forse perché invitato al concerto del 4 settembre per la riapertura del teatro Donizetti.
Una telefonata davvero molto singolare.
All’ora di pranzo il sindaco Gori lancia la sua accusa contro il governo e, poco prima di cena,
il Quirinale telefona allo stesso Gori per chiedere “come va?”. Vogliamo crederci?
Intanto della questione del piano tenuto segreto se ne occuperà il Parlamento
per via delle interrogazioni presentate da esponenti del centrodestra, e anche il Copasir,
ovvero il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, che vuole fare luce sulla vicenda,
come ribadito dal presidente del Comitato, Andrea Volpi.
Sempre riguardo alla segretezza di quel piano si è cercato di sollevare un polverone sulla presenza,
nel Comitato scientifico incaricato di esaminarlo, di un tecnico della Regione Lombardia,
per cui il governatore Fontana avrebbe dovuto esserne a conoscenza.
Peccato però che la persona in questione sia stata chiamata non come rappresentante lombardo,
ma come esperto delle dinamiche regionali e, comunque, vincolato al segreto.
Vediamo se adesso, dopo Gori, anche il sindaco dei ricchi di Milano, Beppe Sala, e quello di Brescia, Del Bono,
rilanceranno l’accusa al governo oppure prevarranno le ragioni di appartenenza politica.
Per Sala conosciamo già la risposta, perché l’anno prossimo ci sono le elezioni a Milano
e Beppe l’irresponsabile sente vacillare la poltrona, tanto da aver chiamato a raccolta tutte le forze legate al suo carrozzone.
In primis il TG3 regionale che ha preso a mandare in onda, tutti i giorni, due volte al giorno,
dichiarazioni del sindaco… anche se non ha niente da dire pur di ricordare che esiste.
Poi ci sono gli amici della App “Immuni”…i Centri sociali mobilitati da Maiorino e l’Anpi da Fiano.
Riusciranno a tenere nascosta la verità?
Adesso anche Gori accusa il governo
Era a conoscenza dei rischi che correva la popolazione e, adesso, il sindaco di Bergamo vuol sapere “Perché non ci avete informato?"
È chiaro che, Giorgio Gori, sindaco Pd di Bergamo, adesso sente forte la pressione (anche giudiziaria)
per l’irresponsabile iniziativa del 25-26 febbraio (#bergamononsiferma, con annessa cenetta pubblica con la bella moglie Cristina Parodi).
Già nei giorni scorsi aveva accennato a chiedere scusa, riconoscendo di aver sbagliato a imitare quell’altro irresponsabile di Beppe Sala.
Adesso, però, è passato decisamente al contrattacco.
Non gli va giù la scoperta (rivelata anche da noi due giorni fa) del fatto che, già il 20 gennaio,
il governo era in possesso di una analisi che prevedeva scenari drammatici per l’emergenza coronavirus,
ma di questo non abbia informato né i presidenti delle Region, né i sindaci (oltre a non prendere nessun altro tipo di provvedimento).
Così alla prima occasione, un’intervista a SkyTg24 del 23, si è tolto “il sassolino dalla scarpa” che, poi, in realtà, è un macigno.
Quello che, al momento, è legato al suo collo e lo accusa di responsabilità diretta per la morte di migliaia di persone
e che lui ora scaglia contro Giuseppe Conte, mettendo da parte le ragioni della politica.
Parole chiare e inequivocabili, le sue, che ripercorrono quei giorni.
«Nell’ultima settimana di febbraio, non solo a Bergamo ma in tutte le città del Nord, si diceva “noi non ci fermiamo”
perché avevamo informazioni che dicevano “sì, c’è un focolaio nel Lodigiano, ma per il resto la vita può continuare normalmente”,
era normale che tutti sostenessero l’idea di un equilibrio tra protezione e vita che poteva continuare».
Quindi il riferimento al piano secretato del governo:
«Abbiamo scoperto in questi giorni che erano già circolate delle informazioni a livello governativo sulla possibile emergenza,
abbiamo scoperto che nelle nostre province c’erano, già allora, molto casi di polmoniti
che nessuno aveva denominato Covid-19, ma quello erano palesemente».
Ecco quindi la stilettata:
«Se qualcuno avesse condiviso quelle informazioni per tempo ci saremmo risparmiati noi delle uscite inadeguate alla situazione
e ci saremmo forse protetti e protetto i cittadini per tempo».
“Qualcuno” è. evidentemente, il ministro Speranza oppure il premier Conte ai quali – adesso – Gori chiede:
perché non ci avete informato sui rischi della situazione?
Perché ci avete fatto esporre con quelle iniziative?
Perché ci avete fatto ingannare i nostri cittadini?
Perché non ci avete consentito di proteggerli?
È lo sfogo di un sindaco che non ci sta a essere stato “ingannato” dal governo
e dai suoi compagni di partito ed è consapevole che quell’inganno ha provocato la diffusione esponenziale del virus e migliaia di morti nella bergamasca.
Parole pesantissime e scomode.
Ancor di più di quelle utilizzate dal governatore Fontana e dagli esponenti leghisti per accusare il governo.
Talmente pesanti e scomode che non sono state riprese dai media mainstream, nemmeno da quelli a Bergamo;
curiosamente solo da un giornale del Sud e da qualche agenzia.
Invece, si occupano tutti della telefonata fatta, sempre a Gori, dal presidente della Repubblica, Mattarella,
che si è informato della situazione a Bergamo (adesso?) forse perché invitato al concerto del 4 settembre per la riapertura del teatro Donizetti.
Una telefonata davvero molto singolare.
All’ora di pranzo il sindaco Gori lancia la sua accusa contro il governo e, poco prima di cena,
il Quirinale telefona allo stesso Gori per chiedere “come va?”. Vogliamo crederci?
Intanto della questione del piano tenuto segreto se ne occuperà il Parlamento
per via delle interrogazioni presentate da esponenti del centrodestra, e anche il Copasir,
ovvero il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, che vuole fare luce sulla vicenda,
come ribadito dal presidente del Comitato, Andrea Volpi.
Sempre riguardo alla segretezza di quel piano si è cercato di sollevare un polverone sulla presenza,
nel Comitato scientifico incaricato di esaminarlo, di un tecnico della Regione Lombardia,
per cui il governatore Fontana avrebbe dovuto esserne a conoscenza.
Peccato però che la persona in questione sia stata chiamata non come rappresentante lombardo,
ma come esperto delle dinamiche regionali e, comunque, vincolato al segreto.
Vediamo se adesso, dopo Gori, anche il sindaco dei ricchi di Milano, Beppe Sala, e quello di Brescia, Del Bono,
rilanceranno l’accusa al governo oppure prevarranno le ragioni di appartenenza politica.
Per Sala conosciamo già la risposta, perché l’anno prossimo ci sono le elezioni a Milano
e Beppe l’irresponsabile sente vacillare la poltrona, tanto da aver chiamato a raccolta tutte le forze legate al suo carrozzone.
In primis il TG3 regionale che ha preso a mandare in onda, tutti i giorni, due volte al giorno,
dichiarazioni del sindaco… anche se non ha niente da dire pur di ricordare che esiste.
Poi ci sono gli amici della App “Immuni”…i Centri sociali mobilitati da Maiorino e l’Anpi da Fiano.
Riusciranno a tenere nascosta la verità?