Val
Torniamo alla LIRA
Per capire bene come funziona l’informazione in Italia, bisogna leggere il Riformista,
unico giornale che ha riportato, anche se in modo molto indiretto e parziale,
una “Giornalistopoli” che accompagna “Magistropoli” , cioè lo scandalo che coinvolge il giudice Palamara,
ex membro del CSM; e tutti gli intrighi attorno alla nomina chiave del procuratore capo di Roma.
Questa inchiesta ha portato ad innumerevoli intercettazioni tramite l’uso dei Trojan,
intercettazioni che sono agli atti e che hanno rivelato come i giudici pensassero che
“Salvini ha ragione, ma bisogna colpirlo” o che per loro “Salvini è una merda”.
Tutta roba che non costituisce reato, ma che è stata accolta e che ha causato uno scandalo
finendo nl Parlamento e presso il Presidente della Repubblica.
Ora però nessuno parla del secondo grande scandalo: i contatti fra Magistrati, Giornalisti e Servizi Segreti.
Neanche il Riformista ha il coraggio, nel suo articolo, di andare in fondo nella faccenda:
troppo schifo e troppa roba ignobile, ma che non costituisce reato.
Però le indicazioni generali che ci dà fanno paura:
Prima di tutto sembra dare un messaggio trasversale, del genere “Io so che voi sapete”; e questo non è mai bello.
Comprendiamo che essendo comunque fatto da giornalisti registrati, sia parte di quella casta intoccabile che dovrebbe attaccare,
ma, al contrario , è necessario avere un elenco ben preciso dei peccati riportati nelle registrazioni
e, per lo meno riferimenti delle testate a cui si riferiscono.
Gli Italiani, quando vanno in edicola, devono sapere se stanno leggendo un bollettino dei Servizi
oppure uno di Magistratura Democratica o di un’altra corrente politica.
Anche se sicuramente hanno già idea di quello che succede nell’informazione,
con il peggio del peggio sempre più presente in TV e sulle prima pagine,
è comunque un passo necessario sapere chi è il megafono di chi.
Almeno sapranno chi li sta ingannando.
unico giornale che ha riportato, anche se in modo molto indiretto e parziale,
una “Giornalistopoli” che accompagna “Magistropoli” , cioè lo scandalo che coinvolge il giudice Palamara,
ex membro del CSM; e tutti gli intrighi attorno alla nomina chiave del procuratore capo di Roma.
Questa inchiesta ha portato ad innumerevoli intercettazioni tramite l’uso dei Trojan,
intercettazioni che sono agli atti e che hanno rivelato come i giudici pensassero che
“Salvini ha ragione, ma bisogna colpirlo” o che per loro “Salvini è una merda”.
Tutta roba che non costituisce reato, ma che è stata accolta e che ha causato uno scandalo
finendo nl Parlamento e presso il Presidente della Repubblica.
Ora però nessuno parla del secondo grande scandalo: i contatti fra Magistrati, Giornalisti e Servizi Segreti.
Neanche il Riformista ha il coraggio, nel suo articolo, di andare in fondo nella faccenda:
troppo schifo e troppa roba ignobile, ma che non costituisce reato.
Però le indicazioni generali che ci dà fanno paura:
- i giornalisti partecipavano a complotti ed operazioni politiche con i giudici, prendendo parte ad azioni di influenza della magistratura o della politica;
- una giornalista (donna….) legge un articolo su una notizia filtrata e non si fa problemi a dire che, se l’avessero data prima a lei che al signor X, l’avrebbe scritto meglio;
- Palamara afferma che un certo giornalista famoso è legato ai servizi segreti, cosa non vietata, ma che fa una gran brutta figura in un curriculum di un giornalista;
- Palamara discute direttamente con il vice-presidente dell’epoca del CSM su quale sia il canale migliore per “Indirizzare” La repubblica, se attraverso un cronista di cronaca o un vice-redattore.
Prima di tutto sembra dare un messaggio trasversale, del genere “Io so che voi sapete”; e questo non è mai bello.
Comprendiamo che essendo comunque fatto da giornalisti registrati, sia parte di quella casta intoccabile che dovrebbe attaccare,
ma, al contrario , è necessario avere un elenco ben preciso dei peccati riportati nelle registrazioni
e, per lo meno riferimenti delle testate a cui si riferiscono.
Gli Italiani, quando vanno in edicola, devono sapere se stanno leggendo un bollettino dei Servizi
oppure uno di Magistratura Democratica o di un’altra corrente politica.
Anche se sicuramente hanno già idea di quello che succede nell’informazione,
con il peggio del peggio sempre più presente in TV e sulle prima pagine,
è comunque un passo necessario sapere chi è il megafono di chi.
Almeno sapranno chi li sta ingannando.