Caro Beppe,
sono uno
studente universitario di Genova che sta facendo l'
Erasmus in
Islanda, dove ho conosciuto molte persone che vivono e lavorano qui e vedere con i miei occhi come la speculazione finanziaria ha distrutto un Paese che fino allo scorso anno l' ONU definiva il
primo al mondo per benessere. I miliardi di dollari che gli speculatori hanno riversato su questo Paese per anni ad un certo punto si sono interrotti e nel giro di poche settimane le principali
banche del Paese sono
fallite, la moneta è crollata e l' inflazione e la disocupazione, prima quasi inesistenti, hanno raggiunto percentuali a due cifre. Parlando con le persone del posto ho scoperto con stupore che questo Paese scandinavo è afflitto dai
nostri stessi problemi, una classe dirigente collusa con le banche che invece di tutelare i cittadini cerca di coprire le azioni di chi
dilapida i loro risparmi e che non vuole saperne di abbandonare il potere, nemmeno ora che le i cittadini per la prima volta nella storia del Paese scendono in piazza ogni giorno per chiedere le dimissioni del governo che ha portato il Paese in queste condizioni. Ma la notizia che mi ha spinto a scrivere questa lettera è quella
apparsa oggi su un piccolo giornale locale dove si parla di un giornalista che ha dovuto licenziarsi perchè dopo aver seguito un inchiesta sulle persone che hanno causato la crisi finanziaria il suo editore ha deciso di pubblicare il suo articolo modificato altrimenti il giornale sarebbe stato fatto chiudere dalle persone che il giornalista denunciava. Nemmeno
le notizie dei suicidi che stanno diventando sempre più numerosi possono essere pubblicate
Questa esperienza mi ha fatto capire che nonostante viviamo in Paesi diversi con tradizioni e struture politiche diverse i problemi che affliggono la nostra società sono
gli stessi in tutta Europa, il blog ha già rilevanza internazionale, perchè non dedicare spazio anche agli altri Paesi europei? Sono sicuro che le persone e le notizie non mancherebbero e questo contriburebbe a farlo crescere ancora insieme a chi che non si arrende a questo sistema che ci chiede di non credere piu nella giustizia e di diventare come loro, arricchendoci sfruttando e ingannando le persone. Se ho deciso di non essere come loro e di costruire la mia vita combattendo le ingiustizie e aiutando chi difende la verità è anche grazie a tutto quello che ci hai dimostrato in questi anni, prima dalla televisione (ero piccolo, ma mi ricordo quando avevi deciso di andartene a parlare nei teatri pur di non sottometterti a loro) e ora con il blog e le manifestazioni, continua cosi!".
Federico A.