Val
Torniamo alla LIRA
Lo abbiamo sempre detto: le regole imposteci dalla gabbia europea hanno portato l’Italia a immani perdite.
I benefici? Nessuno.
Mentre gli italiani vedevano sgonfiare le proprie ricchezze, solo alcuni tra gli Stati membri ne hanno beneficiato.
La Germania è, di questo, un esempio impeccabile.
I continui tagli che si sono susseguiti durante il corso degli anni in nome della follia europeista di rientrare nel debito,
ha comportato il depauperamento dei sistemi del nostro Paese:
il sistema sanitario,
il sistema scolastico,
il sistema delle infrastrutture e dei trasporti e non solo.
A pagare queste scelerate regole cittadini e piccole e medie imprese.
Qualcuno finalmente sta iniziando a rendersi conto delle condizioni disastrose della realtà in cui ci ritroviamo e chiede che la follia si fermi.
L’appello di oltre 100 economisti è chiaro e diretto:
“Cancelliamo il debito detenuto dalla Bce e torniamo padroni del nostro destino”.
Parte dalla Francia ma sta riscuotendo notevole successo e raccogliendo adesioni in tutta Europa.
Tra i firmatari che stanno aderendo alla petizione, il Fatto quotidiano cita,
Thomas Piketty e una ventina di economisti italiani tra cui Nicola Acocella e Leonardo Becchetti.
Inoltre a dare sostegno dell’appello vi sono esponenti accademici anche da Germania,
Irlanda, Belgio, Spagna, Svizzera, Grecia, Svezia, Portogallo, Ungheria e Gran Bretagna.
Tutti chiedono la medesima azione:
“la cancellazione dei debiti pubblici statali detenuti dalla Banca centrale europea”, ovvero la monetizzazione del debito.
Esattamente come farebbero, possono fare, fanno e hanno fatto Giappone o Stati Uniti.
Altro che bonus monopattino, bonus di 600euro, Cig che non arriva mai,
“potenze poderose di fuoco” che non accenderebbero nemmeno un cerino,
imprese che chiudono e lavoratori che perdono il lavoro (ricordiamo ogni ora 50 persone restano a casa).
Gli oltre 100 economisti estensori del documento ritengono che quanto è stato fatto finora dall’Unione europea sia insufficiente
e inadeguato alle esigenze che si sono presentate e chiedono che il debito venga eliminato.
Nella soluzione individuata dal gruppo di esperti, dunque, si evince chiaramente che il fardello che ci trasciniamo dietro
è quello del debito pubblico e che questo rappresenti il grosso limite che impedisce ai Paesi di essere “padroni del proprio destino”.
Lo scenario delineato dalla pandemia è paragonabile a quello generato dal conflitto globale e autorizza interventi straordinari,
proprio come straordinaria fu la cancellazione dei due terzi dei debiti tedeschi, ritengono e sottolineano i firmatari.
Ma il teatrino europeo, dove chi conduce gli atti che vanno in scena bada a ben noti ed esclusivi interessi, non è disposto a piegarsi.
Gli interessi di pochi sono troppo forti e più forti rispetto a tutto il resto.
Come possiamo continuare a far affidamento all’assurdo meccanismo costruito dall’Europa
se proprio questa Europa, in nome della stabilità del debito, degli interessi di taluni Paesi,
lascia che uno Stato deperisca lentamente e smantelli i propri pilastri fondamentali e necessari per fornire e garantire perfino i servizi fondamentali?
La colpa è anche della politica italiana che finora ha consentito che tutto ciò avvenisse
e che ha costretto l’Italia a inginocchiarsi e a mettere le sue eccellenze in svendita.
Per questo serve uno Stato forte che ritorni ai propri pieni poteri, alla propria sovranità monetaria.
Altro che Europa e cancellazione del debito della Bce figlia dell’istituzione che ci ha portato giù nei fondali del nostro mare.
I benefici? Nessuno.
Mentre gli italiani vedevano sgonfiare le proprie ricchezze, solo alcuni tra gli Stati membri ne hanno beneficiato.
La Germania è, di questo, un esempio impeccabile.
I continui tagli che si sono susseguiti durante il corso degli anni in nome della follia europeista di rientrare nel debito,
ha comportato il depauperamento dei sistemi del nostro Paese:
il sistema sanitario,
il sistema scolastico,
il sistema delle infrastrutture e dei trasporti e non solo.
A pagare queste scelerate regole cittadini e piccole e medie imprese.
Qualcuno finalmente sta iniziando a rendersi conto delle condizioni disastrose della realtà in cui ci ritroviamo e chiede che la follia si fermi.
L’appello di oltre 100 economisti è chiaro e diretto:
“Cancelliamo il debito detenuto dalla Bce e torniamo padroni del nostro destino”.
Parte dalla Francia ma sta riscuotendo notevole successo e raccogliendo adesioni in tutta Europa.
Tra i firmatari che stanno aderendo alla petizione, il Fatto quotidiano cita,
Thomas Piketty e una ventina di economisti italiani tra cui Nicola Acocella e Leonardo Becchetti.
Inoltre a dare sostegno dell’appello vi sono esponenti accademici anche da Germania,
Irlanda, Belgio, Spagna, Svizzera, Grecia, Svezia, Portogallo, Ungheria e Gran Bretagna.
Tutti chiedono la medesima azione:
“la cancellazione dei debiti pubblici statali detenuti dalla Banca centrale europea”, ovvero la monetizzazione del debito.
Esattamente come farebbero, possono fare, fanno e hanno fatto Giappone o Stati Uniti.
Altro che bonus monopattino, bonus di 600euro, Cig che non arriva mai,
“potenze poderose di fuoco” che non accenderebbero nemmeno un cerino,
imprese che chiudono e lavoratori che perdono il lavoro (ricordiamo ogni ora 50 persone restano a casa).
Gli oltre 100 economisti estensori del documento ritengono che quanto è stato fatto finora dall’Unione europea sia insufficiente
e inadeguato alle esigenze che si sono presentate e chiedono che il debito venga eliminato.
Nella soluzione individuata dal gruppo di esperti, dunque, si evince chiaramente che il fardello che ci trasciniamo dietro
è quello del debito pubblico e che questo rappresenti il grosso limite che impedisce ai Paesi di essere “padroni del proprio destino”.
Lo scenario delineato dalla pandemia è paragonabile a quello generato dal conflitto globale e autorizza interventi straordinari,
proprio come straordinaria fu la cancellazione dei due terzi dei debiti tedeschi, ritengono e sottolineano i firmatari.
Ma il teatrino europeo, dove chi conduce gli atti che vanno in scena bada a ben noti ed esclusivi interessi, non è disposto a piegarsi.
Gli interessi di pochi sono troppo forti e più forti rispetto a tutto il resto.
Come possiamo continuare a far affidamento all’assurdo meccanismo costruito dall’Europa
se proprio questa Europa, in nome della stabilità del debito, degli interessi di taluni Paesi,
lascia che uno Stato deperisca lentamente e smantelli i propri pilastri fondamentali e necessari per fornire e garantire perfino i servizi fondamentali?
La colpa è anche della politica italiana che finora ha consentito che tutto ciò avvenisse
e che ha costretto l’Italia a inginocchiarsi e a mettere le sue eccellenze in svendita.
Per questo serve uno Stato forte che ritorni ai propri pieni poteri, alla propria sovranità monetaria.
Altro che Europa e cancellazione del debito della Bce figlia dell’istituzione che ci ha portato giù nei fondali del nostro mare.