qualcuno ha esperienza/e su come affrontare il problema anoressia

Bhe , comunque ringrazio tutti .
In qualche modo mi avete dato qualche parola d'adoperare .
Non ne avevo prima ora qualcuna si ! E' gia' qualcosa!

Thanks
 
No caro.
Se è una malattia mentale doveva esserci anche 150 anni fa.
E invece guarda un po' non c'era.
Quindi indirettamente ammetti che una cosa che deriva dal benessere.
Certo anche la depressione (non sempre ma nella maggioranza delle volte) deriva dal poterselo permettere economicamente.
Tutti abbiamo (avremo) avuto forti traumi e anche gravi lutti, si chiama vita e funziona così.
guarda che le persone , la nostra mente non e' un algoritmo . siamo materia e la materia e' una cosa complessa e molto spesso non classificabile.

anzi la classificabilita' rende il mondo un mondo di trogloditi (non mi riferisco a te sia chiaro) manovrabile.

IO sono un'elemento inclassificabile stanne certo.

Ti consiglio di studiare l'ornitorinco ! animale che si considera inclassificabile . io voglio essere ornitorinco , di me non ci devono capire un caxxo nessuno! ovvio non devi perderti pero'
 
No caro.
Se è una malattia mentale doveva esserci anche 150 anni fa.
E invece guarda un po' non c'era.
Quindi indirettamente ammetti che una cosa che deriva dal benessere.
Certo anche la depressione (non sempre ma nella maggioranza delle volte) deriva dal poterselo permettere economicamente.
Tutti abbiamo (avremo) avuto forti traumi e anche gravi lutti, si chiama vita e funziona così.
 
Traumi e lutti li abbiamo tutti ma siamo tutti diversi e diverse le "risposte".
siamo molto piu' ornitorinchi di quello che pensiamo .
la filosofia definisce , "essere che complica le classificazioni "

Dobbiamo imparare a essere inclassificabili , di conseguenza non comprensibili e di conseguenza non possiamo essere d'esempio. la vita sulla terra cosi' non avra' fine
 
Non voglio darti fastidio, ci mancherebbe. Siamo concettualmente su due binari paralleli che non si incontreranno mai. Il tuo modo di affrontare problemi complessi lo trovo di un qualunquismo disarmante, ma in fondo son problemi tuoi, non miei.

Nel tenere il peso giusto non c'è niente di complesso ma è di una banalità disarmante.
Basta mangiare e consumare le stesse calorie.
Se poi uno non vuole farlo, fatti suoi.
Posso avere compassione per persone che gli arrivano addosso malattie gravi non per colpa loro ma per questi nessuna compassione e scusante.
E vale anche per gli obesi (che casualmente magnano tutti un sacco).
Vedi se uno nasce brutto è una sfortuna e non ci può fare niente.
Ma sul peso no è francamente inaccettabile.
Io peso sempre uguale, chilo più chilo meno.
Senza alcun sforzo.
 
No caro.
Se è una malattia mentale doveva esserci anche 150 anni fa.
E invece guarda un po' non c'era.
Quindi indirettamente ammetti che una cosa che deriva dal benessere.
Certo anche la depressione (non sempre ma nella maggioranza delle volte) deriva dal poterselo permettere economicamente.
Tutti abbiamo (avremo) avuto forti traumi e anche gravi lutti, si chiama vita e funziona così.
perchè insisti?
Hai il link sopra.
visto che fai finta di niente, riposto con copia incolla ed evidenziato.


Il termine anoressia, utilizzato a partire dal V-IV secolo a.c., deriva dal greco an (privazione mancanza) e orexis (appetito) e, sulla scia della definizione aristotelica dataa questo termine, viene a significare la perdita del piacere connesso al bisogno e allaricerca del cibo. Comunemente è utilizzato per indicare una generale diminuzionedell'appetito o un'avversione al cibo.
L'anoressia nervosa è, invece, uno dei più importanti e diffusi disturbi del comportamento alimentare. Anche in questo caso abbiamo una avversione al cibo, ma, come avremo modo di vedere analizzando i quadri clinici, le pazienti affette ( uso il genere femminile perché si tratta, appunto, per lo più, di donne), sono tutt’altro che prive di appetito, anzi l’appetito e la fame sono delle “ossessioni” da contrastare, per affermare il predominio della mente sull’oggetto “corpo” e sui suoi bisogni fisiologici.

Già Galeno, il quale ipotizza la relazione fra anoressia ed eccesso di bile nera, la quale “sale al cervello e rende freddi gli spiriti animali del lobo frontale, suscita immagini di paura e tristezza, e determina molte patologie tra le quali, in primis, la condizione melanconica”. (1)
Utilizzando la teoria umorale di origine aristotelica, usata anche da Ippocrate, Galeno mette in relazione il disturbo a cause “mentali”, sostenendo che il timore caratteristico della malinconia “nasce dal buio della ragione”. (2)

Il primo caso di anoressia nervosa riconosciuto e citato nella letteratura medica risale al 1686 a cura del medico Morton R. (3)
Questi, definendola consunzione nervosa, è il primo a descriverne molti dei sintomi tipici e a distinguerla dalla morte per consunzione e dalla tubercolosi. Da questo momento si iniziarono a prendere in considerazione i fattori emotivi e psichici dalla malattia.

Per tutto il XVIII secolo non emerse la distinzione fra anoressia nervosa ed altre malattie psichiche, la definizione del disturbo alimentare resta impigliata nell'associazione fra disturbi emotivi femminili e malattie dell'apparato genitale.
Baglivi, Sydernham e Cullen, pur tentando di spiegare i disturbi fisici che sembrano avere un'origine psichica, non riescono a identificare meglio questa malattia.

Una diagnosi specifica arrivò con William Gull (4) nel 1868 che introduce il termine di anoressia nervosa per descrivere la condizione di ragazze affette da perdita di peso, rifiuto del cibo, amenorrea, iperattività, debolezza del polso, soffermandosi sul ruolo delle relazioni famigliari della paziente, senza però indagarle oltre. Lo studioso sostiene che la mancanza di appetito “sia dovuta ad un disturbo mentale”, quindi “il trattamento richiesto è quello per persone mentalmente turbate”. (5)

Nel 1874 Lasegue (6) pubblica un'analisi di quella che definisce anoressia isterica, considerandola una perversione intellettuale e distinguendola nettamente sia dal dimagrimento isterico sia dalla perdita di peso dovuta a depressione acuta. Ne indica l'eziologia in traumi emotivi, mettendo in luce l'inconsapevolezza delle sue pazienti circa la reale magrezza che presentavano; anche lui, come in seguito Charcot, (7) evidenzia l'importanza delle relazioni famigliari delle pazienti nell'origine e risoluzione del disturbo.


I lavori di Gull e Lasague, che convergono nell'indicare la mancanza di critica della paziente e la scarsa collaborazione nei trattamenti terapeutici, furono di straordinaria importanza, stimolando la ricerca sui comportamenti anoressici, e a partire dal 1895 la malattia comparirà sempre più frequentemente nella letteratura medico-scientifica.


Nel 1883 Huchard introduce una definizione dell'anoressia mentale su base più specificamente psichiatrica, distinguendola così dall'anoressia gastrica dovuta secondo lui a scarso assorbimento intestinale. Questa definizione venne contestata pochi anni più tardi, nel 1891, da Sollier, che propone una classificazione in anoressia primaria e secondaria a seconda dell'assenza o presenza di una base isterica nell'eziologia della malattia.

questo solo fino a fine '800.
Poi l'articolo prosegue per tutto il 1900.
Leggi e ti eviti figure barbine.
In futuro.
Questa già l'hai fatta.

 
Anoressia, bulimia, eccetera.
Tutte cose che colpiscono gente che vive nella bambagia e sono estremamente viziati.
Mai visto un povero soffrirne anche perché deve pensare come mettere insieme il pranzo con la cena e pensare di non essere sfrattato.
Quindi non ha tempo (uso un termine forte) per queste cazzate mentali.
Questi soggetti mi inteneriscono zero, problemi loro.
Ho pure io una parente mezza anoressica è così da 50 anni, insopportabile con il marito che deve fare tutto ( poveraccio che si fa schiavizzare da una vita)

Tu se non te ne esci con la tua cazzata quotidiana non sei contento è??!!
Torna a parlare di birre e vagabondaggio che è meglio.
Povero ignorante, per non dire altro...
 

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