Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

anzi no :D


prima questo, che è interessante :rolleyes:

spettacolari le previsioni al 2015, una via di mezzo fra il delirio mistico e l' indigestione da peperonata :help::wall:


comunicato stampa e tabella


La Presidenza del Consiglio comunica che:
Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 10.35 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Enrico Letta. Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Filippo Patroni Griffi.
Il Ministro sull’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha illustrato al Consiglio dei Ministri la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, prevista dall’articolo 7 della legge n.196 del 2009, che ha riformato la contabilità pubblica. La Nota, strumento di programmazione finanziaria che aggiorna gli obiettivi programmatici, verrà presentata al Parlamento e ha l’obiettivo di aggiornare le indicazioni programmatiche e il quadro dei conti pubblici. In aggiunta ai contenuti usuali, fornisce le sei raccomandazioni del Consiglio europeo all'Italia con l'indicazione, per ciascuna di queste, dello stato di attuazione delle azioni di riforma intraprese. Alle riforme avviate e programmate dall'Italia per migliorare la competitività e rafforzare la crescita economica del Paese più in generale è dedicato un intero capitolo.
Il Prodotto Interno Lordo per l’anno 2013 è stimato in riduzione dell’1,7 per cento rispetto al 2012 (-1,3 per cento la stima precedente); tenuto conto delle riforme adottate in passato e delle recenti iniziative tese a supportare la ripresa, per il 2014 e il 2015 viene prefigurata una crescita pari all’1,0 e all’1,7 per cento, rispettivamente.
Il Governo si impegna ad assumere interventi tempestivi per mantenere il deficit entro la soglia del 3% del PIL nel 2013. Il raggiungimento di tale obiettivo è considerato essenziale per garantire all’Italia autonomia nella gestione delle proprie politiche economiche e fiscali, conservando la necessaria credibilità a livello internazionale per contenere la spesa per interessi sul debito pubblico, stimata per il 2013 in 84 miliardi di euro.
L’indebitamento netto programmatico è previsto ridursi gradualmente nei prossimi anni, passando dal 2,5 per cento nel 2014 allo 0,1 nel 2017.
L’indebitamento netto a legislazione vigente per il 2013 risulterebbe pari al 3,1 per cento del PIL in assenza di ulteriori interventi, ovvero 0,2 punti percentuali al di sopra del valore indicato nel DEF di aprile. Al riguardo si evidenzia che i pagamenti dei debiti pregressi in conto capitale della Pubblica Amministrazione, concordati con l’Unione Europea, peggiorano per circa 0,5 punti percentuali il risultato del 2013.
Il quadro programmatico traccia un percorso di avvicinamento all’obiettivo del pareggio strutturale di bilancio, che in linea con le regole nazionali ed europee verrebbe conseguito a partire dal 2015. Il rapporto tra debito pubblico (al netto degli interventi di sostegno agli altri paesi europei in difficoltà) e PIL programmatico è previsto in riduzione dal 129,3 percento nel 2013 al 129,0 nel 2014 fino a scendere al 116,6 nel 2017.
Nel corso di una recessione senza precedenti nella sua storia, l’Italia ha perso più di 8 punti percentuali di PIL. Negli ultimi mesi il Governo ha sostenuto la ripresa dell’attività economica attraverso varie iniziative: l’accelerazione dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, volta a iniettare liquidità e allentare la morsa sul credito; l'intervento sul costo del lavoro per i giovani; le varie iniziative a sostegno del settore delle costruzioni e delle infrastrutture, che negli ultimi anni ha visto ridursi drasticamente il proprio prodotto; varie iniziative per migliorare la qualità della spesa pubblica e dare supporto alla domanda interna.
La politica economica ha ora due priorità: rafforzare la ripresa in atto e intervenire sui fattori che limitano la competitività e la produttività dell’economia italiana per aumentare la crescita economica e l'occupazione. L’azione congiunturale e le riforme strutturali devono essere collegate strettamente. Per un paese ad alto debito il processo di risanamento della finanza pubblica è una componente essenziale di una politica economica volta alla crescita. Negli scorsi anni, nonostante la forte flessione del prodotto, l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è stato limitato e nel 2012 è stato ricondotto entro la soglia del 3,0 per cento del PIL.
Analogamente, nel 2013 la spesa è stata tenuta attentamente sotto controllo e risulta in linea con le previsioni, così che gli effetti sul deficit del calo del PIL più accentuato del previsto sono stati contenuti.
Il processo di risanamento finanziario intrapreso, testimoniato dai risultati di finanza pubblica del 2012 e dagli andamenti stimati per il 2013 e gli anni successivi, ha reso possibile la chiusura della Procedura per disavanzi eccessivi avviata nei confronti dell’Italia. È un risultato importante, che tuttavia non può indurre ad un atteggiamento meno rigoroso. Il Governo ritiene che l’avvicinamento al pareggio strutturale di bilancio resti una condizione indispensabile per assicurare la sostenibilità del debito pubblico e mantenere la fiducia degli operatori economici e finanziari. Il quadro programmatico traccia un percorso di avvicinamento a questo obiettivo, con il pareggio a partire dal 2015, in linea con il nuovo requisito Costituzionale e con le regole europee.
In futuro, la definizione di un obiettivo programmatico per la spesa primaria delle Amministrazioni pubbliche a politiche invariate potrà contribuire alla disciplina di bilancio, rafforzare l’efficacia dei processi di revisione della spesa e creare spazi per ridurre la pressione fiscale. Le manovre correttive prefigurate dal 2015 in poi dovranno fare perno sulla riduzione della spesa pubblica.
PIL e indicatori di finanza pubblica (in percentuale del PIL)
Tabella http://www.governo.it/GovernoInforma/documenti/tabella_cdm_20130920.pdf
 
Ho messo l'altro giorno il bannister sul taper ed ora metto il Minack per coprire il top degli analisti finanziari...
 

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continua.. pezzo finale indimenticabile: il no taper mi ha fatto un pochino più positivo sul breve un pochino più negativo sul medio e un po più confuso.

Grande!!
 

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Ho messo l'altro giorno il bannister sul taper ed ora metto il Minack per coprire il top degli analisti finanziari...

continua.. pezzo finale indimenticabile: il no taper mi ha fatto un pochino più positivo sul breve un pochino più negativo sul medio e un po più confuso.

Grande!!


splendido report Gipa, grazie di averlo postato.

Certo che la fed si è giocata la guidance con la figuraccia di mercoledì (voluta o meno?!?!:mumble:) .

Se in un primo tempo avevo pensato che Berny a giugno avesse voluto provare la febbre al mercato quando parlò di taper, bèh oggi non ne sono così convinto sai.

nel report si legge di perdita di penetrazione del qe, proprio come sostenevi tu un paio di mesi orsono.

parlano di avere un grado di crescita (pil) sostenibile al 2,9% per il 2016, troppo in là a mio avviso per gli sforzi profusi tramite i vari qe e dal report fed dell'altro giorno i membri del fomc si sbilanciano su previsioni di fed fund al 3% e non al 2% come riportato nel report.

Se il tempo è denaro, o provano ad attuare il taper in maniera sostanziale in modo da spurgare il mercato dagli eccessi per rendersi veramente conto delle reali potenzialità dello stesso, oppure fare oggi stime di pil, disoccupazione e inflazione al 2016 potrebbero rivelarsi troppo ottimistiche, ancora una volta:wall:....e il tutto perchè le fai dopo aver fatto di ogni a livello di politica monetaria, con tassi a zero e mercato azionario a rischio bolla per i motivi appena citati.

Il sentore Gipa, almeno il mio, è che la fed si sia giocata il jolly e, dopo aver tenuto in pugno la propria e le altrui economie di riflesso durante gli ultimi 4 anni, oggi mostri decisamente il fianco, poichè negli ultimi 12 mesi è passata dal qe3 alla minaccia fantasma del taper, sondando i mercati che in lei hanno creduto sin qui, raggiungendo livelli poco immaginabili.

Certo adesso vedremo nei prox 6 mesi tra Berny e Yellen (se sarà lei) cosa e quanto agiranno, di fatto abbiamo un Giappone che da 10 mesi stampa e investe fuori dal proprio paese e quindi potrebbe dare il cambio alla fed in tal senso, anche se molto è ancora da capire, sia in termini di portata assoluta, qualora la fed si ritiri in toto progressivamente pur mantenendo i tassi bassi, anche se verso la fine del 2014 li alzeranno e saranno ben più alti del 2% nel 2016...sia in termini di affidabilità della boj stessa, la quale deve assolutamente rilanciare l'economia domestica e qui la vedo dura nei prox 24 mesi come promesso da Abe.

I tassi del t-bond possono tranquillamente arrivare anche al 4% che avevamo nel 2009-10 ma nel contempo innescherebbero nervosismo e flussi sul $.

Vediamo nei prox 3 mesi, visto che andiamo verso la chiusura d'anno, se qualcuno riporta il rendimento del 10y sul 3% per tastare il polso alla fed e andare a vedere le sue intenzioni, a maggior ragione in ottica di cambio governatore.

Poi c'è la BCE, che secondo dovrà abbassare nuovamente i tassi per reggere il gioco altrui e il cross, visto che la situazione europea pare la più gessata e tutt'ora in stallo.



In ultimo, ti chiedo gentilmente di darmi la tua opinione in merito al grafico 3 e 5, ovvero dove si fanno paragoni con il surprise data. Cosa intendono per surprise data??? grazie:up:
 

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