MARMAF
nick latente e prudente
Interessante, non conosco l'autore. Il video lo vedo domani, troppo lungo ora.
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Ciao MARMAF, per quello che vale, un pensiero personale: un elemento da considerare potrebbe essere un downgrade italiano, di cui si mormora da giorni, e che potrebbe incidere, almeno "a botta calda", sui prezzi.
A mio parere, un declassamento di un notch da parte di moody's e/o s&p, o anche di due notches da parte di fitch dovrebbe essere più o meno incorporato nei prezzi, visto il recupero di spread spagnolo, che ora è un gradino sotto come rating rispetto a noi.
Se però il downgrade dovesse essere di 2 notches da parte di moody's o s&p e ci piazzassero a livello junk, allora lo scenario potrebbe cambiare e l' area di acquisto scendere.
Da valutare l' entità del gap down il lunedì successivo all' eventuale declassamento e la dimensione del medesimo, se entro o oltre l' immondizia...
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ed un'altro Tuor del 25/9
Italia sull'orlo del precipizio
La probabile crisi del Governo delle larghe intese è destinata a riaprire la crisi dell'euro
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La tranquilla estate dell’euro è agli sgoccioli. Il motivo non è da ascrivere ai risultati elettorali tedeschi, che confermano che la politica europea della Germania non cambierà, ma al rapido deterioramento della situazione economica e politica in Italia, Grecia e Portogallo.
L’Italia rappresenta oggi il rischio maggiore. I nodi stanno venendo al pettine. L’Italia si appresta a finire ben presto sotto il dominio della Troika, come è già avvenuto a Grecia e Portogallo. Il Paese non ha solo un ceto politico inadeguato e incapace, ma ha anche una parte dell’élite economica che è prosperata all’ombra dello Stato, riuscendo solo ad impoverire (e spesso a distruggere) importanti e strategiche attività industriali.
La cessione di Telecom alla spagnola Telefonica è un esempio dell’atteggiamento truffaldino di molti capitani di industria italiani. L’ex monopolista della telefonia è stato privatizzato dal Governo Prodi senza preoccuparsi del suo avvenire. E’ stato in seguito caricato di debiti dalle gestioni di Colannino e Tronchetti Provera con il risultato che oggi viene svenduto agli spagnoli per quattro soldi nella speranza che riescano a servire ben 30 miliardi di euro di debiti.
Dello stesso tenore è la vicenda di Alitalia. Il Governo italiano sta letteralmente pregando Air France di acquistare la compagnia aerea, di cui è già azionista, per non essere obbligato a sottoscrivere i debiti di esercizio accumulati quest’anno. Si può riassumere il tutto in questo modo: una parte dell’economia italiana è in svendita.
E tra poco tempo lo sarà l’intero Paese. Il gioco delle tre carte di Enrico Letta per coprire le mancate entrate della prima rata dell’IMU è stato scoperto da Bruxelles. Il commissario Oli Rehn, in missione a Roma, ha chiaramente fatto capire che la Commissione non accetterà altri artifici contabili per evitare il previsto aumento di un punto dell’aliquota dell’IVA e il pagamento della seconda rata dell’IMU. La crisi di Governo appare dunque imminente, poiché Silvio Berlusconi ha ripetuto che non tollererà un rinvio di queste misure. Dunque, l’esperienza delle larghe intese appare prossima alla fine e il Paese appare destinato a finire sotto il torchio della troika (Commissione europea, Bce e FMI). Infatti l’impegno di mantenere il deficit di quest’anno al di sotto del 3% appare impossibile, poiché la recessione è ben più profonda di quanto aveva previsto il Governo. Quindi Roma è in un vicolo cieco, perché il ricorso ai trucchi contabili appare molto difficile dopo gli avvertimenti di Bruxelles.
Dunque la combinazione di una crisi politica, lo sforamento dei conti dello Stato e la svendita di società strategiche sono destinate, da un canto, a far fibrillare i mercati finanziari e ad aumentare i tassi dei titoli di stato italiani e, dall’altro, a porre Roma di fronte all’alternativa di sottomettersi alla troika oppure alla scelta di uscire dall’euro.
L’esplodere della crisi italiana non porterà probabilmente a nessuno di questi due risultati, ma all’accelerazione della divisione dell’euro in due, che è oggetto (segreto) di studi da parte dei Paesi di Eurolandia. Questa accelerazione è prevedibile anche perché la tensione sociale è destinata pericolosamente a crescere non soltanto in Italia, ma anche in Grecia e Portogallo che necessitano di nuovi aiuti europei.
Mia considerazione tecnica:
i ptf che seguo quest'anno, con un grado di rischio medio e con orizzonte di investimento sui 3-4 anni, sono quasi tutti con rendimenti ytd nella forbice +1,5%/2,5%. Ovviamente hanno un'esposizione molto limitata o solo parziale sull'equity e per di più acquistata con piani di accumulo.
Questi risultati, che comunque sono positivi e non negativi, sono stati ottenuti lavorando attivamente sul ptf ai primi di gennaio per capitalizzare l'extra rendimento maturato nel 2012 e poi a marzo e nuovamente a maggio.
La componente bond è quella che mi ha fatto faticare maggiormente, sia i lunghi free risk, sia gli emerging sia hedged che in valuta, poichè il parcheggio sul monetario anche se solo momentaneo e per prese di profitto ovviamente non ha portato rendimento aggiuntivo al ptf sin qui.
Ho comprato e sto comprando sistematicamente da giugno il $ e anche qualcos'altro di emerging hedged per completare le varie proporzioni con chi accetta il rischio-rendimento a tendere.
Ora sto spostando gradatamente dal monetario sull'obbligazionario lungo italiano soprattutto per avere rendimento nella durata stimata.
Confermo che pochissimi, più unici che rari accettano anche solo l'idea di esporsi sull'equity, di qualsiasi natura esso sia, tantomeno il discorso commodities (oro escluso) che credo possano essere la scommessa dei prox 3-5 anni a questi prezzi
Per quanto mi riguarda è stato fondamentale aver fatto comprendere l'extra rendimento conseguito nel 2012 e ancora meglio averlo capitalizzato almeno in parte, d'altronde se non si porta a casa il fieno quando c'è, a lasciarlo nel campo marcisce.
Però che fatica.
Buongiorno
neanche il tempo di finire il login che mi sono sentito diversamente rekkia![]()
Ciao MARMAF, per quello che vale, un pensiero personale: un elemento da considerare potrebbe essere un downgrade italiano, di cui si mormora da giorni, e che potrebbe incidere, almeno "a botta calda", sui prezzi.
A mio parere, un declassamento di un notch da parte di moody's e/o s&p, o anche di due notches da parte di fitch dovrebbe essere più o meno incorporato nei prezzi, visto il recupero di spread spagnolo, che ora è un gradino sotto come rating rispetto a noi.
Se però il downgrade dovesse essere di 2 notches da parte di moody's o s&p e ci piazzassero a livello junk, allora lo scenario potrebbe cambiare e l' area di acquisto scendere.
Da valutare l' entità del gap down il lunedì successivo all' eventuale declassamento e la dimensione del medesimo, se entro o oltre l' immondizia...
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sono con te Duke......
....settimana scorsa sentendo Blackrock ci dicevano essere molto positivi su europa e in particolare sui periferici.......per il grande miglioramento delle partite correnti......
su Italia han detto che i miglioramenti sono gli stessi degli altri (quindi bene) ma abbiamo il grosso peso dell'instabilità politica
.......ho fatto i tuoi stessi pensieri......questi che capzo guardano??? Come faccio ad investire in un paese che brucia aziende e non permette di farne nascere???
La finanza è scollegata.....malata.....altrochè silvietto porcone
Condivido, l'ingresso in questo caso sarebbe per trading stretto.
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Ora dovrei rivedere i numeri ma se subiamo ancora due downgrade le % di collateralizzazione alla BCE dei titoli italiani sarebbe parechio più bassa di quella attuale...