Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

In Italia terzo calo piu' ampio della Ue su base annuale (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 13 nov - Rispetto ad agosto la produzione di beni di consumo durevoli e' calata del 2,6% nell'Eurozona e dell'1,6% nella Ue; beni capitali -1% e -0,2%; beni intermedi -0,8% e -0,5%; beni di consumo non durevoli -0,2% e +0,4%; energia +1,3% e +0,4%
Rispetto a settembre 2012 beni non durevoli di consumo +2,2% e +1,7%; beni intermedi +0,9% e +1%; beni capitali +08% e +1,9%; energia -0,5% e -1,1%; beni di consumo durevoli -1,3% e -1,1%. Eurostat segnala che in Italia e' stato registrato il terzo calo piu' ampio su base annuale (-3%) preceduta da Lussemburgo -4%) e Croazia (-3,9%).


Chi ha la mail di Saccomanni?:sad:
 
Ultima modifica:
Grazie come sempre c0ltran3:up:...per quanto mi riguarda vedrei gli USA arrivati, poichè troppi indicatori sono divergenti e altri piuttosto tirati ad hoc.

Come scrisse Gipa in tempi non sospetti, il peso degli student loans è preoccupante e si aggiunge a problemi che dovranno essere affrontati nei prox mesi in casa FED e governo USA. Non che questo sia una novità certo, ma la corda è parecchio tirata e le carte m iapre che siano già tutte sul tavolo.

Ue -0,2%; Italia +0,2%, Germania -0,8%, Francia -0,4% (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 13 nov - A settembre la produzione industriale nell'Eurozona e' calata dello 0,5% rispetto ad agosto; nella Ue -0,2%. Ad agosto era aumentata rispettivamente dell'1% e dello 0,6%. Rispetto a un anno prima +1,1% e +1,2%. I dati dei mesi precedenti sono stati rivisti: nell'Eurozona sono rimasti stabili per agosto a 1%, sono stati rivisti da 0,5% a 0,6% nella Ue; i tassi di crescita annuali sono stati rivisti da -2,1% a -1,1% nell'Eurozona e da -1,6% a -1% nella Ue. Lo rileva Eurostat. In Italia +0,2% rispetto ad agosto, -3% rispetto a settembre 2012; Germania -0,8% e +1,3%; Francia -0,4% e -0,2%.

Gli americani scaricheranno le responsabilità sulla germania, tutto è già iniziato e del resto loro vvolgiono uscire, giustamente, dal pompaggio e chiedo la staffetta sopratutto quando l'europa rimane sempre il più gran mercato del mondo.

Tutto si riduce a questo, gira che ti rigira il punto è sempre questo, avere una parte di mondo che va a destra e l'altra che si ostina ad andare a sinistra, i tedeschi, che in più hanno goduto delle "brutte e cattive manovre" degli stampatori.

Ecco perchè l'inevitabile si dice inevitabile e questo vale ancor di più quando si ha a che fare con i krukki.

Il centro del mondo è sempre l'europa, tutto nasce da li, sempre.
 
L'inflazione in Spagna è ferma, stagnazione arrivata, resta da vedere se chi spingeva, i krukki, riusciranno a reggere o passeranno anche loro al negativo.
 
Cina: plenum Pcc senza colpi si scena ma rafforza asse stato-mercato


di Alberto Forchielli - Milano, 13 nov - Lo scarno, vago, tradizionale comunicato del terzo plenum del Pcc puo' essere scrutinato con due lenti differenti. Sono state disattese le speranze di chi si attendeva annunci epocali. Forse le aspettative erano state gonfiate anche da ambienti interni al Comitato Centrale; sicuramente l'attesa mediatica era cresciuta in maniera sconosciuta. Sembrava che il Plenum fosse una specie di convention statunitense per la scelta del candidato alla Casa Bianca. L'assise si e' svolta invece in un albergo di Pechino e finora nulla e' trapelato dai 350 delegati. Effettivamente il comunicato finale e' povero di novita', almeno di quelle attese. Ci sono accenni senza impegni per le riforme, per la tutela del mercato, per i diritti di proprieta'. Non vengono praticamente menzionati alcuni temi economici centrali, come la finanza locale e l'internazionalizzazione del renminbi. E' assente la politica internazionale e dunque non viene ipotizzato alcun nuovo ruolo della Cina, che non sembra pronta ad assumere le responsabilita' che le sue dimensioni richiederebbero. Cosi', sembrerebbe deluso chi probabilmente si era eccessivamente illuso. Sarebbe tuttavia un errore archiviare il plenum come un nulla di fatto. Leggendo con attenzione le conclusioni, appaiono invece rafforzate alcune posizioni importanti. La corruzione e' indicata come un nemico da eradicare, mentre le proprieta' agricole - soprattutto dei piccoli contadini - saranno consentite e tutelate. Soprattutto, nel passaggio piu' importante, si afferma che il mercato dovra' svolgere un ruolo decisivo nella destinazione delle risorse e che 'il compito principale e' rafforzare le relazioni tra lo stato e il mercato'. Gli scettici possono considerarla un'affermazione generica, ma averla evidenziata e fatta approvare ha un significato rilevante. Probabilmente si tratta della vittoria politica piu' importante di Xi Jin Ping. Il segretario generale sa bene che le relazioni tra stato e mercato sono opache, improduttive, rifugio di interessi nascosti. Li' si annida il vero ostacolo alla seconda fase dell'economia cinese. E' questo il bersaglio di una politica nuova, ma che per il momento e' ancora non sufficientemente forte per imporsi. Per questo si limita agli annunci. L'ambizione e' di far crescere le novita' su questa piattaforma programmatica. Su questo terreno si misureranno le qualita' e l'acume di Xi. Chi dunque si aspettava titoli cubitali per il plenum ha ragione di essere deluso; ma chi si attendeva una conclusione prudente e realista si e' confermato un osservatore piu' attento. Oggi la Cina e' incapace di colpi d'ala, perche' il volo finora l'ha fatta decollare, sembrando efficace e indiscutibile. Il Plenum ha dunque prodotto soltanto cio' che poteva produrre
* Presidente di Osservatorio Asia
 

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