Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

L'indice Topix ha
concluso le contrattazioni conquistando un 2,6%, cioe'
guadagnando 28,52 punti a 1.125,47 punti. L'attivita' e'
stata molto intensa con 5,12 miliardi di pezzi scambianti sul
mercato primario. Incerta nella prima parte della seduta, la
Borsa di Tokyo e' decollata nel pomeriggio grazie
all'articolo del quotidiano economico Nikkei, considerato la
"Bibbia" del mondo degli affari nipponico che parla della
possibilita' per la Banca del Giappone di introdurre nuove
misure di allentamento nella politica monetaria per fermare
l'aumento dei tassi di interesse a lungo termine.

buongiorno:ciao::ciao:

..mahh...io dico che poi a tirare troppo la corda :rolleyes:....
 
Mercati, a parte Londra, di difficile lettura sotto la frequenza giornaliera. Sopra continuo a registrare un lento declino accompagnato, su Londra, di un vola ben impostata.

A mio modo di vedere il mercato ha il fiatone da un pò ma trova sempre il colpo di reni. Visto che credo che i grandi non siano della partita, mi resta da credere solo che chi tiene è il gestorello convinto che ogni ritraccio sia un buon momento per entrare.

Tuttavia faccio notare come il mercato abbia voglia di scendere perchè solo le ulteriori voci di QE gli permette di restare dove si trova.

Questa da un punto solamente tecnico.

Per il resto, salotto, mi vien da pensare che Berny, comunque vada, dovrà prima o poi togliere il giocattolo al bimbo, Wally, se non vuole fare l'errore che fece Green e il suo atterraggio morbido.
 
Italy 10-year bond yield 6.3 bps lower and Spain benchmark yield down 3.6 bps. Lower yields affirm risk-on trading seen in equity markets
 
Caruso, sempre meritevole per quanto mi riguarda:



L’indicatore (quasi) perfetto

Posted By Francesco On 03 giu 2013. Under L'Opinione Tags: avidità, bolla, borsa, btp, Dow, indicatore perfetto, mercati, paura, previsioni, rendimento, S&P, sentiment

Questo post ha l’unico scopo di cercare di sensibilizzare il lettore su un punto focale nel percorso di comprensione dei mercati, e cioè come l’investitore sia – in ultima analisi e a ben guardare – di gran lunga il peggior nemico di sé stesso e come sia la sua stessa azione, guidata per lo piu’ dall’oscillare tra i due poli di sentimento del mercato, Avidità e Paura, a trasformare i mercati in cio’ che appaiono essere: perfette “macchine per deludere”.
I mercati, in effetti, sono una limpida espressione della matematica, in quanto da un lato raffigurano la realtà in numeri, dall’altro trasformano i numeri in realtà concreta.
L’analisi di lungo periodo indica che esiste un “rendimento medio” che i mercati sono pronti a generare senza particolari volatilità o rischi, per un investitore che ne comprenda appieno le dinamiche senza volerli “battere” attraverso il timing e che quindi si muova tra le principali classi di asset guidato dal concetto di convenienza come vero motore dei mercati. Questo rendimento è di circa il 6-8% annuo: a volte di meno, a volte di piu’ (dipende ovviamente da molti fattori, tra cui l’inflazione) ma nel tempo si aggira sempre su quei livelli.
Il problema è che un rendimento di questo tipo puo’ essere visualizzato come una retta, intorno alla quale si muove una sinusoidale rappresentata dai movimenti ciclici dei mercati e dei rendimenti e resa ancora piu’ larga nelle sue oscillazioni dalla psicologia degli investitori. Proporre un “rendimento medio del 6-8% con bassa volatilità” alla platea degli investitori dopo il 2008 o dopo le Torri Gemelle, avrebbe significato sfondare porte spalancate. Ma proporlo sul top del 2000, su quello del 2007 o anche a un investitore americano o giapponese adesso, significherebbe ricevere molte delle stesse porte in faccia. Il meccanismo è lo stesso, il risultato di mercato anche: ma la percezione del’investitore è spesso completamente diversa, non poche volte fuori tempo.
La storia dei mercati, anche recentissima, è piena di esempi che possono illustrare questa incongruenza: il BTP al 7% di rendimento era kryptonite, mentre sotto il 4% era oro; oppure lo S&P, che nel 2009 a 666 sembrava destinato ad avvitarsi ed era guardato a dir poco con paura, mentre mille punti e quattro anni dopo è l’asset migliore della terra. Ma l’elenco sarebbe lunghissimo.
Tutti i grandi movimenti vengono prima combattuti e poi, alla fine, giustificati: spesso proprio quando i prezzi iniziano a perdere i legami con la realtà e rappresentano, in effetti, né piu’ né meno che eccessi, o di convenienza (minimi) o di rischio (massimi).
Il motivo è che l’essere umano tende ad avere la necessità interiore di razionalizzare i suoi stessi istinti selvaggi (che riguardo al denaro sono paura e avidità) e quindi ad autogiustificare comportamenti che, altrimenti, non avrebbero giustificazione razionale.
Lo spunto per questa riflessione mi è venuto casualmente da un post di Yahoo:


In questo post, forse non rendendosi conto del possibile autodafé a cui va incontro, il soggetto che parla dice: “Le quattro parole piu’ pericolose nell’investire forse sono: questa volta è diverso. Ma questa volta E’ diverso.”
Il “questa volta è diverso”, per sua natura, ogni volta sembra effettivamente diverso. Questa frase ha una storia molto lunga sui mercati. E’ un indicatore di lungo termine che fornisce segnali rari ma praticamente infallibili, sia che arrivi su un massimo o su un minimo. Non ha alcuna importanza se “questa” volta sia realmente “diverso” o no: quello che conta è che è ufficialmente iniziata, nelle ultime settimane e relativamente alla borsa USA, la classica processione di “excusationes non petitae, accusationes manifestae” (giustificazioni non richieste, accuse manifeste), o “ritrattazioni tardive”, tipica dell’ingresso di un grande movimento nella sua fase finale, sia essa quella di tipo picco iperspeculativo stile Giappone 1989 o NASDAQ 2000, o quella di tipo distributivo stile 2007. Fasi che, sia ben chiaro, non rappresentano eventi ma processi e per questo possono andare avanti per molti, molti mesi: ma che sono TUTTE invariabilmente caratterizzate da un’affannosa ricerca della spiegazione razionale dell’inspiegabile e della negazione del “normale” come probabile output.

La volontà di razionalizzazione porta poi, quasi invariabilmente nel momento sbagliato, a credere alla perpetuazione di certi schemi e a un “new normal” che poi, alla fine, non si rivela né “new”, né “normal”. Il corollario piu’ eclatante è rappresentato dalle previsioni-choc. Di seguito un collage che è un “fior da fiore”: si va, in crescendo, da Dow 30’000 a Dow 40’000 (tutti pubblicati con perfetto timing intorno ai top del 2000 e del 2007), a una recente intervista che parla di Dow 100’000, per poi andare con Prechter e la sua interpretazione iperdogmatica della Elliott Wave giu’ a Dow 500 (!!!), proseguire con l’oro a 10’000 e con la perla finale di un libro pubblicato esattamente sul top del mercato immobiliare americano, dal titolo (tradotto) “Perché il boom del mercato immobiliare non si sgonfierà”. Se non fossero tutti veri veri, sarebbe difficile da credere che sia possibile.

Spesso questi libri non fanno altro che assecondare un “mood” che è già ben radicato nel mercato, il quale aspetta solo che qualcuno lo razionalizzi e lo espliciti perché è effettivamente cio’ che il mercato (inteso come insieme di individui) vuole. Il solo problema nel determinare un top (o un bottom) dal punto di vista psicologico consiste quindi nel capire quando arriva la capitolazione, cioè la razionalizzazione della caduta dei legami con la realtà e la rassegnazione alla ipotetica perpetuazione del trend. Molto spesso questa capitolazione arriva in modo diverso sui massimi, che sono processi, rispetto ai minimi, che sono eventi (quindi piu’ convulsi). Nel caso dei massimi, sono frequenti sugli asset fasi finali di salita parabolica oppure fasi di distribuzione molto lunghe, caratterizzate non dalla crescente percezione di rischio, ma dalla crescente convinzione (supportata dalla pseudorazionalizzazione appena descritta) di una semiperpetuazione – e quindi di un teorico crollo del rischio – nel mantenere una determinata posizione.
Esistono comunque molte sfumature a questo discorso e il caso attuale è talmente “sui generis” che non puo’ essere trattato in questa sede. Va comunque notato che, quando al normale innesco psicologico di euforia-compiacenza che si sta creando su alcuni mercati azionari si unisce una situazione “once-in-a-lifetime” di appoggio esplicito delle banche centrali (con, tra l’altro, rischi correlati di non chiara percezione immediata, come esplicitato dal sempre bravissimo Alessandro Fugnoli nella sua ultima lettera che mi permetto di citare, Il Visconte Takahashi), facilità di accesso alla leva finanziaria e di infimo costo della stessa, la situazione diventa veramente interessante. Il grafico che segue, che mostra che la leva sul mercato USA ha raggiunto i massimi di sempre, ne è conferma: siamo in territori inesplorati, bisogna prenderne atto.


L’investitore, quindi, è di fronte al dilemma di sempre, declinato nelle modalità dettate dal QE globale: seguire un rialzo che su certi mercati è già molto datato sperando che “questa volta sia diverso” o che il rialzo si trasformi in bolla per poterla cavalcare, oppure puntare sui cavalli che finora sono stati i piu’ deboli (nel caso attuale: BRIC e EMG) sperando che l’effetto-traino del cavallo-lepre (gli USA) sortisca l’effetto sperato, o infine aspettare la correzione (la quale, quando arriverà, farà come sempre del suo meglio per sembrare non una correzione ma un’inversione, quindi non un’opportunità ma un rischio). O anche, sul reddito fisso: posizionarsi su scadenze lunghissime e con rischi di credito molto alti per avere un minimo di rendimento, oppure stare “short and safe” ma beccarsi rendimento zero o poco piu’. Nessuno a priori sa qual è la scelta giusta e sui mercati vale come a poker: mai contare i propri soldi fino a che si è seduti al tavolo.
Personalmente credo che quando i mercati sembrano regalare qualcosa che è in eccesso rispetto alla media, tendono a riprenderselo e spesso in malo modo. In presenza di importanti rendimenti in eccesso come, ad esempio, sulla Biotecnologia o su Fiat (per citare due indicazioni esplicite degli ultimi mesi di www.cicliemercati.it), il portare gradualmente e almeno in parte a casa i guadagni senza la solita, deleteria ricerca dei massimi non è segno di “negativismo” (sentimento soggettivo e in quanto tale avverso ai concetti di efficienza e convenienza), ma sempre e soltanto cosa di cui mai ci si dovrà pentire.
Francesco Caruso svolge la sua attività di analisi su indici, titoli, ETF, reddito fisso, commodities e valute attraverso il sito, i portafogli modello e i report di www.cicliemercati.it.
 
10:25 - Germania: a maggio -9,9% annuo immatricolazioni auto nuove
transp.gif



(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 04 giu - Le
immatricolazioni di auto nuove in Germania sono scese del
9,9% tendenziale a maggio.


(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 04 giu - Dopo il rimbalzo
registrato ad aprile le immatricolazioni sono scese a maggio
del 9,9% a 261.316 unita'. Da gennaio a maggio, le
immatricolazioni sono diminuite dell' 8,8% rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno, a circa 1,22 milioni di
unita'. Ad aprile scorso le immatricolazioni di auto erano
aumentate del 3,8 per cento.

 
10:50 - Giappone:Abe dopo volatilita' Borsa, pronte nuove misure per l'economia
transp.gif



(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 04 giu - Il primo ministro
giapponese Shinzo Abe e' determinato a rilanciare l'economia
del suo Paese, nonostante il recente nervosismo della Borsa
di Tokyo che oggi ha rimbalzato dopo le recenti perdite.
"Sono determinato ad affrontare tutte le turbolenze", ha
affermato oggi Abe "anche se i mercati sono volatili in
questi giorni". Abe ha presentato le misure che sta adottando
e adottera' come tre "frecce" di cui ne ha gia' lanciate due:
un allentamento monetario senza precedenti da parte della
Banca del Giappone e il finanziamento delle opere pubbliche.
La terza "freccia" potrebbe essere tirata a breve quando il
premier parlera' di riforme per facilitare gli investimenti
delle imprese, favorendo la crescita dei salari e l'aumento
del tasso di partecipazione delle donne.
"I prossimi tre anni saranno un periodo di intensa attivita'.

Prendero' - ha detto Abe - tutte le misure possibili in
materia fiscale, di bilancio, finanziarie durante questo
periodo, in modo da poter affrontare le sfide future".


...questo Abe mi sembra tanto il Silvio del '94 :-o
 
Ultima modifica:
11:01 - E17: -0,6% prezzi produzione industriale aprile (RCO)
transp.gif


Ue -0,7%, Italia -0,5%

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 04 giu - Ad aprile i
prezzi alla produzione industriale sono calati dello 0,6%
nell'Eurozona e dello 0,7% nella Ue dopo -0,2% nelle due zone
a marzo. Rispetto a un anno prima -0,2% nelle due zone. Lo
rileva Eurostat. In Italia -0,5% dopo 0% rispetto a marzo,
-1,1% dopo 0% rispetto ad aprile 2012.


(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 04 giu - Rispetto a
marzo i prezzi totali dell'industria escluso il settore
energia sono calati dello 0,2% nell'Eurozona e dello 0,1%
nella Ue; energia -1,6% e -2%; beni intermedi -0,4% e -0,3%;
beni di consumo non durevoli -0,1% e stabili nella Ue; beni
di consumo durevoli stabili; beni capitali +0,1%.
Rispetto ad aprile 2013 prezzi totali escluso il settore
energia +0,6% e +0,7% rispettivamente; energia -2% e -2,8%;
beni intermedi -0,3% e -0,2%; beni capitali +0,6% e +0,7%;
beni di consumo durevoli +0,7% e +0,6%; beni di consumo non
durevoli +1,9% e +2,1%.
 
Buongiorno a tutti ragazzi :)

Scusate la mia assenza :-o:melo:...ma tra tinteggiatura, orto, giardino e naturalmente bike (finalmente un po' di sole)... sono impegnatissima :-o:D:D.
Anche se non riesco a seguire assiduamente... non è un problema... lascio tranquillamente correre i miei gain :-o:specchio::eeh:

P.S. ocio che scrivo poco... ma leggo ;)
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto