sinteticissimevolissimevolmente, mio parere:
viviamo una transizione epocale frutto dell' incrocio contemporaneo di diversi fattori critici, alcuni esogeni (apertura troppo veloce agli emergenti, deregolamentazione suicida del sistema bancario, moneta unica creata senza meccanismi compensativi qui in europa), altri endogeni (malagestio della finanza pubblica per almeno un trentennio che ha come conseguenza l' ipossia per via fiscale, a farla proprio stringata).
Sono d' accordo con te quando affermi che l' euro è UNA delle componenti e non LA sola e unica causa della situazione, e neppure la peggiore.
Su di noi pesano molto di più le questioni interne, a mio avviso.
Ora ci troviamo nella condizione di dovere fare "la scelta di Sophie", e da qualunque angolazione la si guardi, non sarà una passeggiata.
Restando nell' euro, soffocheremo gradualmente compensando per via fiscale il debito pubblico con le risorse private, recuperando competitività da livelli di miseria semplicemente inaccettabili; uscendo, rischiamo una deriva di tipo argentino a causa della classe dirigente che ci ritroviamo, senza eccezioni, opposizioni comprese.
Su Bagnai, direi che è uno dei tanti professori, "un bicchiere di talento in un mare di ambizione"...
E' difficile, per me, condensare questioni così complesse in poche righe, non riesco mai a spiegarmi come vorrei...