Monti, in silenzio, revoca la detassazione degli straordinari del Governo Berlusconi
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Bene. 
Nel mentre che gli italioti stanno dietro a un pallone  e riscoprono la loro identità nazionale dentro un rettangolo d’erbetta  verde, 
il Governo opera indisturbato per la demolizione di quanto, poco, di  buono aveva fatto Berlusconi.
 Ma partiamo dall’inizio. 
Nel 2009 Berlusconi aveva introdotto, sul modello francese, la detassazione degli straordinari. In  sintesi si trattava di tassare al 10% tutte le voci della busta paga  che non rientravano nella voce retribuzione ordinaria/mensile. 
Un’idea  piuttosto ottima, che
 permetteva al lavoratore di ottenere un incremento di 1000 euro all’anno del suo salario,  attraverso il seguente meccanismo: chi percepiva un reddito non  superiore agli € 40.000, poteva ottenere una detassazione degli  straordinari pari al 10% del totale, fino a un massimo di € 6000  all’anno.
 Peccato che Monti abbia pensato che fare un simile regalo a un lavoratore dipendente fosse uno spreco di denaro. 
In fin dei conti  c’è un esercito di parassiti (
tra classe politica, burocrazia e speculatori) 
da mantenere. 
 Perché dunque lasciare a un poveraccio, come il dipendente di una  qualsiasi azienda, quei dannati 1000 euro derivanti dalla detassazione  degli straordinari?
 Ecco dunque che a marzo 2012 una delle riforme più utili del Governo Berlusconi 
viene cancellata da Monti attraverso un decreto il cui contenuto viene reso noto solo a fine giugno  (quindi a detassazione già iniziata). Con questa norma
 il Governo dei  banchieri ha di fatto cancellato retroattivamente la detassazione degli straordinari,  abbassando, 
per il 2011, il tetto massimo di reddito dagli € 40.000 agli  € 30.000 e portando la detassazione massima da € 6000 a € 2.500.
 Il risultato di questa aberrante 
 controriforma montiana è bene evidente. 
Entro luglio i soldi detassati  secondo la vecchia norma dovranno essere restituiti attraverso il  meccanismo del riaccorpamento degli imponibili fiscali all’imponibile  ordinario. 
Un casino per dire: 
cari miei, scusate, ma quei soldi che avete indebitamente percepito attraverso la detassazione dovete ridarceli indietro.
 Peraltro, oltre il danno, la beffa. 
Gli  scaglioni di reddito prevedono aliquote con una differenza piuttosto  sostanziosa tra uno scaglione e l’altro (es. tra il primo al 23% e il  secondo scaglione al 28% esiste una differenza di aliquota pari al 5%).  La conseguenza è chiara: 
con l’accorpamento fiscale  dell’imponibile detassato, passare da uno scaglione all’altro per molti  dipendenti sarà questione di pochi euro. 
E benché il nostro sia  un meccanismo a tassazione progressiva, è chiaro che non solo molti  dipendenti rischiano di dover restituire quanto ottenuto in  detassazione, ma ai loro redditi potrà essere applicata l’aliquota  superiore per la parte che in virtù dell’accorpamento comporterà il  superamento della soglia dello scaglione inferiore. 
 
Che dire? 
Una vera porcata.
 Una delle  tante a cui questo Governo ci ha abituati in appena sette mesi di mala  amministrazione. Il che è peraltro inquietante. 
Detassare gli straordinari incentivava il lavoro nelle aziende e dunque la produzione. 
 Da oggi i lavoratori dipendenti non solo saranno disincentivati a fare  straordinari, ma addirittura ne avranno il terrore per paura di passare  dallo scaglione di reddito inferiore a quello superiore.
 
Più li seguo questi professori e più mi convinco che sono stato davvero fortunato a non aver studiato alla sBocconi.