SARO' PURE FUORi COME UN BALCONE. MA DA QUI SI VEDONO BENISSIMO LE STELLE.

I pensionati, quanto prendono
Il 31,58% dei pensionati Inpdap percepisce una pensione mensile lorda inferiore ai 1.032 euro. Il 32,8% si colloca nella fascia compresa tra i 1.033 e i 1.499 euro mensili, mentre il 31,84% è al di sopra dei 1.500 euro. Solo il 3,77% supera i 3.000 euro mensili. Gli uomini si concentrano nelle fasce di reddito più alte, mentre le donne prendono di meno. Questo è dovuto al fatto che le posizioni ricoperte dalle donne durante il periodo lavorativo sono mediamente di livello più basso rispetto a quelle degli uomini. Ultimamente però le cose stanno cambiando e questo dato è in crescita. Annualmente l´importo medio lordo delle pensioni dirette (che costituiscono più del 75% del totale) è pari a 20.823 euro, mentre il corrispondente importo percepito dai superstiti è pari a 12.213 euro.
Se, come abbiamo visto, il Nord detiene il primato per maggior numero di pensioni erogate, non è così però per gli importi. L´importo medio delle pensioni al Nord è inferiore di circa il 4% rispetto al dato medio nazionale, mentre nelle regioni centrali e meridionali è superiore rispettivamente del 6% e dell´1% al corrispondente dato nazionale. Questa peculiarità è dovuta alla presenza consistente al Nord di pensionati Cpdel (Cassa per le Pensioni ai Dipendenti degli Enti Locali), che dopo i pensionati Cpi (Cassa per le Pensioni agli Insegnanti d´asilo e di scuole elementari parificate), hanno la pensione media più bassa. Il Lazio, oltre ad essere la regione con maggior numero di pensioni erogate, è anche quella in cui l´importo medio è più alto.
 
I pensionati, quanti anni hanno
L´età media dei pensionati è di 69,6 anni (70,3 per le donne e 68,8 per gli uomini), con forti differenze a seconda del tipo di pensione. Per i pensionati diretti è di 68,9 anni e gli uomini risultano essere leggermente più vecchi delle donne. La situazione cambia per i pensionati indiretti che fanno registrare una media di 60,9 anni con una significativa variazione per sesso (64,3 anni per le donne e 45,5 anni per gli uomini) e per i pensionati di reversibilità, con una media di 75,7 anni (88,7 anni gli uomini e 76,7 le donne).
Le difformità derivano dalla diversa età di ingresso delle donne nel pubblico impiego, dalla diversa incidenza per sesso delle pensioni di inabilità, da particolari modalità di pensionamento dei militari e delle forze di polizia, dalla diversa predisposizione al prepensionamento delle donne e ai più favorevoli requisiti per l´accesso alla pensione di vecchiaia.
 
Le pensioni sorte nel 2006
Durante il 2006 c´è stato un maggior numero di cessazioni di servizio che ha generato un incremento, rispetto agli anni precedenti, di nuove pensioni dirette che si attestano, al 31 dicembre 2006, su una consistenza pari a 85.704 unità, facendo registrare un aumento del 47,7% rispetto alle cessazioni del 2005.
Dal 1997 al 2006 il numero delle nuove pensioni ha oscillato annualmente tra 51.000 e 69.000 unità con l´eccezione, oltre che del 2006, anche del 1997 con 126.430 unità.
Queste differenze sono dovute, per il 1997, agli effetti prodotti dall´entrata in vigore della legge Dini e, per il 2006, alla prevista entrata in vigore della riforma Maroni.
L´età media al pensionamento, tranne che nel 2006, è comunque crescente. L´anzianità media si sposta in avanti coerentemente con l´aumento dei requisiti richiesti dalle norme. Nel 1997 si andava mediamente in pensione a 55,5 anni con 28,2 anni di contributi. Nel 2006 invece l´età media del pensionamento è di 60,2 anni con 36 anni di contributi.
 
Riscatti e ricongiunzioni
Le pensioni dirette sorte nel 2006 che usufruiscono di riscatti e ricongiunzioni sono state 8.423 e rappresentano quasi il 10% del totale con un numero medio di 6,7 anni riscattati e di 4,5 anni ricongiunti. L´anzianità ricongiunta più alta è quella della Cpdel, mentre l´anzianità media riscattata più alta è quella della Cps (Cassa per le Pensioni ai Sanitari).
Gli alti valori di ricongiunzioni della Cpdel risentono della mobilità dei dipendenti degli enti territoriali; questa considerazione vale anche per i medici del Servizio sanitario nazionale a cui si somma - data la sola presenza di personale laureato - il valore elevato degli anni riscattati.
Tra gli "statali" iscritti alla Ctps (Cassa per i Trattamenti Pensionistici degli Statali) l´anzianità riscattata massima si concentra nell´università, che presenta un dato alto anche per le ricongiunzioni.
 
I pensionati, quante pensioni hanno
Un singolo pensionato può essere titolare di una o più pensioni. La maggior parte dei pensionati (il 91,87%) ne percepisce una, mentre bassa è la percentuale di chi ne percepisce due (7,99%) o più (0,13%). L´età media di chi riceve una sola pensione è di 69 anni, per chi percepisce due o più pensioni invece è di 75 anni.
Fonte: Inpdap - Consulenza Statistico Attuariale, Trattamenti pensionistici dei pubblici dipendenti. Analisi statistico-finanziaria, anno 2006.
Il volume è scaricabile online (vd. Sezioni di riferimento) oppure può essere richiesto a Inpdap – CSA (Consulenza Statistico Attuariale), v.le Aldo Ballarin 42 - 00142 Roma

Roma, 6 luglio 2007
 

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Quattordici anni, 6 mesi e un giorno. Era il requisito minimo contributivo richiesto, fino a una ventina di anni fa, alle lavoratrici dipendenti del settore pubblico per andare in pensione.
Per gli statali ci volevano 5 anni di più ovvero 19 anni, 6 mesi e un giorno.
Per arrivare alla pensione, insomma, un tempo bastava davvero poco!

Costi enormi, stando a uno studio di Confartigianato secondo cui l’esistenza delle baby pensioni è costata alla collettività, in 40 anni, quasi 150 miliardi più di quanto sarebbe costata la previdenza se i baby pensionati fossero andati a riposo con le stesse regole degli altri.


E che, secondo i dati di Inps e Inpdap (citati sempre nello stesso articolo) al primo gennaio del 2011 le pensioni destinate a persone che hanno cominciato a usufruirne quando erano sotto i cinquant’anni sono poco più di 531.000 per un costo complessivo di 9 miliardi e mezzo l’anno.
 
:(
Quattordici anni, 6 mesi e un giorno. Era il requisito minimo contributivo richiesto, fino a una ventina di anni fa, alle lavoratrici dipendenti del settore pubblico per andare in pensione.
Per gli statali ci volevano 5 anni di più ovvero 19 anni, 6 mesi e un giorno.
Per arrivare alla pensione, insomma, un tempo bastava davvero poco!

Costi enormi, stando a uno studio di Confartigianato secondo cui l’esistenza delle baby pensioni è costata alla collettività, in 40 anni, quasi 150 miliardi più di quanto sarebbe costata la previdenza se i baby pensionati fossero andati a riposo con le stesse regole degli altri.


E che, secondo i dati di Inps e Inpdap (citati sempre nello stesso articolo) al primo gennaio del 2011 le pensioni destinate a persone che hanno cominciato a usufruirne quando erano sotto i cinquant’anni sono poco più di 531.000 per un costo complessivo di 9 miliardi e mezzo l’anno.
 
.....questo è stato sulla luna sino a ieri, (e proprio per questo lo hanno eletto) ora lo hanno messo sotto una campana di vetro, lui e la sua famiglia, perchè non rompesse li c.....i. Ma, secondo te, un lupo mangia se stesso??? :wall::wall:,
Per cambiare il sistema ci vuole qualcuno che venga da fuori. :specchio::specchio:
Ma che te lo dico affà, lo sappiamo tutti.

ps. Buongiorno.
:ciao:

buon pomeriggio a tutti.. dopo il discorso di ieri che la corruzione è un male perchè non impone e dico impone al parlamento di fare un unico decreto legge che spezza le gambe a chi si sogna di usare il ruolo di parlamentare per rubare ?

che sia anticostituzionale anche qs ? :-o:wall:
 

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