È cambiato il direttore, la testata è rimasta la stessa, ci mancherebbe, e anche la grafica del giornale pare uguale a prima. Però, da quando è andato via Ferruccio De Bortoli, in via Solferino spira come un’arietta nuova, una brezza leggera tipo #lavoltabuona e #cambiaverso; un venticello a favore, diciamo così, non quello della calunnia che è un venticello assai sottile che rimbomba come un tuono di cannon, ma no, un vento a favore, che gonfia le vele alla barca del governo e spinge Renzi a dire al Corrierone “Qual buon vento”.
Ecco, da uno come il nuovo direttore del Corriere della Sera – ora ribattezzato Corriere della Resa (allo strapotere renziano) – ossia Luciano Fontana, per anni uomo ombra di De Bortoli, e in passato giornalista di punta de L’Unità – che, diciamola tutta, non proponeva certo un modello economico simile a quello avanzato oggi da Renzi – ecco, da uno così ti saresti aspettato qualcosina di diverso. Ti saresti aspettato, che so, che provasse ancora a far le pulci a questo esecutivo tirandosi fuori dal coro unanime di lode sulla stampa; che tentasse di fare il canto ma pure il controcanto, da scafato cerchiobottista; o che addirittura dicesse con schiettezza le cose come stanno, come ha fatto il buon Ferruccio che salutando, con garbo istituzionale, non ha perso l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe nei confronti dell’attuale premier, da lui definito «un maleducato di talento che disprezza le istituzioni e mal sopporta le critiche» e un politico che «ha una concezione autoritaria di occupazione delle istituzioni». Non proprio parole al miele, ammettiamolo.