Conosci i siti di recensioni che i compratori di donne si scambiano raccontando le loro mirabolanti avventure spesso (ma non solo) in giro per il mondo?
Fare un giro su quelle pagine, per una donna è estremamente doloroso. I vari iscritti invece si reputano dei gran simpaticoni, ridono, si danno virtualmente di gomito e si rafforzano a vicenda.
Questi sfigati perdenti che probabilmente hanno lo stesso fascino di uno scaldabagno arrugginito degli anni '60, spesso, quando parlano di prostitute italiane, paiono godere come non mai quando si rendono conto che le stesse prostitute da loro pagate, poveri ominicchi che definisci "vittime in cerca di surrogati d'amore", sono nel mercato del sesso da poco. Godono quando si rendono conto che le fortunatissime prostitute di turno non sono che alle prime armi, ipotizzano lo facciano per necessità economica e si divertono - parole loro - ad umiliarle, infierendo su di loro in modi diversi.
Che fortunate.
Va meglio alle donne che si vendono nei luccicanti, bellissimi, bordelli tedeschi nei quali lavorare è molto molto realizzante.
Credo che sia davvero una gran bella esperienza e che le giovanissime provenienti, chissà perché, da Paesi dell'ex blocco sovietico si sentano davvero piene di potere, di fronte alla povera vittima di sesso maschile che, rifiutato (strano, eh?) dalle misandriche ipergamiche donnacce che non si prostituiscono, va in cerca di coccoline ed illusioni romantiche.
In questi siti, che già hanno dei nomi assai evocativi, ci sono utenti dai nick spettacolari che fan proprio capire che povere vittime anime belle li animano: Spaccaculi, orgasmodarottergamb, culocane...
Nei loro scritti le parole rimandano tutte a pezzi di carne da valutare come al banco della macelleria.
Dei vissuti, del piacere, delle emozioni della ragazza non v'è mai traccia.
Ma possiamo trovare:
1) epiteti: puttana, troia, cesso, mignotta, valvola di sfogo, lurida meretrice, zoccola, cagna...
2) descrizioni di eroiche gesta: castigata, clavata, trapanata, rotta, punita...
3) commenti tipo: soffriva, si lamentava, diceva di no...
4) conclusioni come: mi sono svuotato, l'ho umiliata sborrandole lì o là, l'ho lasciata in lacrime...
E i finali immancabili del povero ometto vittima gnegne che chiude, in caso lo sfogo non gli sia piaciuto, con un "missile" o con altre bellissime parole, se invece gli è piaciuto, consigliando lo stesso uso della ragazza ai suoi compari.