Val
Torniamo alla LIRA
La Gazzetta dello Sport riporta l’intervista rilasciata da Steyn al New Zealand Herald:
“Dopo la vittoria in semifinale contro l’Inghilterra, l’entourage degli All Blacks cominciò a diventare paranoico – ha raccontato Steyn al New Zealand Herald – e quando la squadra tornò a Johannesburg da Cape Town, si decise di farla mangiare a parte rispetto al resto degli ospiti dell’hotel. Ma non credo sia stata una buona idea, perché in questo modo divenne un bersaglio più facile da colpire. Infatti, il giovedì prima della finale, che venne disputata di sabato, gli All Blacks furono avvelenati di proposito e circa i due terzi della squadra cominciarono a stare male, molto male”.
AVVELENATA L’ACQUA — Il primo pensiero fu che qualcuno mise qualcosa nel cibo, ma l’ex bodyguard dà una spiegazione diversa. “Non penso però sia stata colpa del cibo, perché a pranzo vennero serviti sia pollo che manzo, ma credo abbiano avvelenato il caffè e il té o forse addirittura l’acqua. E anche se l’indagine condotta dal detective assunto dal tecnico Laurie Mains non portò a granché, io so quello che ho visto: una squadra di ragazzoni sdraiata sul pavimento e tutti che stavano davvero molto, molto male”. A detta però di Steyn, il mandante della presunta intossicazione di massa non fu la federazione sudafricana, “bensì l’organizzazione che gestiva le scommesse e che stava perdendo milioni, perché tutti puntavano sugli All Blacks”.
“Dopo la vittoria in semifinale contro l’Inghilterra, l’entourage degli All Blacks cominciò a diventare paranoico – ha raccontato Steyn al New Zealand Herald – e quando la squadra tornò a Johannesburg da Cape Town, si decise di farla mangiare a parte rispetto al resto degli ospiti dell’hotel. Ma non credo sia stata una buona idea, perché in questo modo divenne un bersaglio più facile da colpire. Infatti, il giovedì prima della finale, che venne disputata di sabato, gli All Blacks furono avvelenati di proposito e circa i due terzi della squadra cominciarono a stare male, molto male”.
AVVELENATA L’ACQUA — Il primo pensiero fu che qualcuno mise qualcosa nel cibo, ma l’ex bodyguard dà una spiegazione diversa. “Non penso però sia stata colpa del cibo, perché a pranzo vennero serviti sia pollo che manzo, ma credo abbiano avvelenato il caffè e il té o forse addirittura l’acqua. E anche se l’indagine condotta dal detective assunto dal tecnico Laurie Mains non portò a granché, io so quello che ho visto: una squadra di ragazzoni sdraiata sul pavimento e tutti che stavano davvero molto, molto male”. A detta però di Steyn, il mandante della presunta intossicazione di massa non fu la federazione sudafricana, “bensì l’organizzazione che gestiva le scommesse e che stava perdendo milioni, perché tutti puntavano sugli All Blacks”.