Allora riprendo il discorso gestione del rischio primo concetto DIVERSIFICAZIONE.
Breve riepilogo, dopo aver scelto il titolo da tradare (ENI) per una serie di circostanze sfortunatissime ottengo un 'impressionante serie di trade tutti negativi (circa 20!) che mi procurano un Dawndrown del 20% sul mio capitale iniziale, (il titolo nel frattempo è sceso dell'50%).
Mi sono quindi chiesto se nella gestione del mio capitale potevo ridurre o addirittura azzerare la perdita subita dovuta ad una improvvisa esplosione di volatilità del titolo, dove ero sì ben posizionato, ma dalla parte sbagliata del trade.
Ho risposto in maniera affermativa introducendo il concetto di Diversificazione.
Per Diversificazione, comunemente si intende:
La suddivisione del proprio capitale in piu titoli al fine di ottenere una riduzione del rischio.
Un buon Money Manager la intende invece così:
L'arte di suddividere l'investimento globale in più titoli al fine di ottenere una notevole riduzione del rischio cercando di non compromettere la possibile redditività complessiva del nostro portafoglio
Che è cosa leggermente diversa.
Diciamo da subito che sull'argomento sono stati spesi fiumi di parole, un certo Harry Markowitz ci ha preso perfino preso un Nobel per l'economia nel 1990.
Le sue scoperte sono state fondamentali, e non c'è fondo al mondo che non tenti di avvalersi delle sue teorie, da cui noi (piccoli trader) cerchiamo invece di prendere solo quello che ci serve per cercare di sfruttare a nostro vantaggio alcune sue importanti scoperte.
Ma procediamo per gradi, innanzitutto perchè la diversificazione riduce il rischio?
Si dice che i proverbi sono la saggezza dei popoli e ho sempre creduto che ciò sia vero, se non altro perchè derivano da un retaggio culturale escusivamente basato sull'esperienza.
In questo caso il detto "non mettere mai le uova in un solo paniere" ci calza a pennello!
Ma vediamo di fare di più con qualche banalissimo esempio.
Immaginiamo che su un tavolo ci sia un'urna contenete 10 palline rosse e 10 nere.
Supponiamo di scommettere che sull'uscita di una pallina rossa guadagno il 20% del mio capitale totale impiegato nella scommessa, mentre perdo la stessa percentuale nella malaugurata ipotesi di un'uscita di una pallina nera.
Quante probabilità ho di vincere o di perdere?
Il calcolo della probabilità semplice mi dice che P=(eventi favorevoli/eventi totali) = 10/20 = 1/2 cioè il 50%.
Supponiamo ora di scommettere con le stesse modalità di premio/penalità (20%) ma su un 'estrazione contemporanea fatta su due tavoli quindi con due urne diverse dividendo a metà il mio capitale.
La probabilità di vincere (o di perdere) il 20% sul TOTALE del mio capitale in questo caso è data dall'analisi dei seguenti possibili eventi.
N N - N R - R N - R R.
In pratica 1 su 4 (25%) di vincere o di perdere e 2 su 4 (50%) di andare in pareggio.
(L'evento favorevole o sfavorevole è dato dal calcolo della probabilità composta che è il prodotto delle singole proprietà semplici dei singoli eventi, in questo caso 1/2 * 1/2 = 1/4 o 25%)
Riprovando su tre tavoli diversi, abbiamo i possibili eventi.
NNN NNR NRN RNN RRN RNR NRR RRR praticamente perdiamo (o vinciamo) il 20% solo nel 12,5% dei casi (1/8) mentre le probabilità maggiori si spostano sempre più verso casi meno estremi.
Ripetendo il tutto, su 5 tavoli, otteniamo che la probabilità di vincere o di perdere il 20% si riduce al 3,12 %
(P composta = 1/2 x 1/2 x 1/2 x 1/2 x 1/2 = 1/32).
Mentre con tutta probabilità otterremmo un gain o un loss sui valori percentuali intermedi dal -20% al + 20% ma sempre più vicini al pareggio.
In parole povere che cosa osservo man mano che suddivido il mio capitale in più scommesse su tavoli diversi?
In pratica riduco la rischiosità (ma anche la profittabilità) del capitale impiegato nella scommessa!
Abbiamo cioè scoperto un pregio ma al tempo stesso un difetto dovuto alla diversificazione dell'investimento, ma il bello però inizia proprio qui.
Perchè in seguito è possibile vedere come grazie a Markowitz e ad altri studi sia però possibile migliorare l'efficenza del nostro capitale diversificato, cercando sì di minimizzare i rischi, riducendo però al minimo la perdita della capacità di generare profitti, attraverso una giusta combinazione di titoli da inserire.
premetto che la formula di kelly può fare veri miracoli in materia di ricapitalizzazione/esposizione del capitale al rischio dell'affidabilità del proprio metodo di trading....
ma un appunto va fatto...
la formula di kelly è portentosa quando si conosce il rapporto tra la puntata e la probabile vincita o perdita...
esempio: Black Jack... punti X risultato= perdi la puntata o guadagni 2 volte la puntata
nel trading purtroppo non è così ... vincite o perdite possono essere molto diverse e mai costanti...
tra i vari libri ho letto uno dove considerava la max. perdita del proprio sistema...
la formula è molto semplice e molto più in linea con il trading..
ipotiziamo che il capitale mx. che voglia rischiare sia il 10% del capitale disponibile, la formula sarebbe:
Capitale disponibile * 0.10/max drawdown = capitale da investire nell'operazione
uesta formula permette di variare la percentuale secondo la propria propenzione al rischio, passando da 10 a 15%.... ma permette anche di ponderare il rischio alzando per esempio il rapporto del drawsown (esempio 1.5 volte il max. drawdown)
Senza una corretta gestione del rischio accadrebbe che mi ritrovo con un capitale che non è più efficiente come il capitale di partenza e per cui la mia operatività ne sarebbe enormemente condizionata (ad esempio non potrei più comprare lo stesso numero di contratti futures).
Non sottovalutate una corretta gestione del denaro. Solo chi riesce a stare sul mercato a lungo avrà la possibilità di cogliere le opportunità che si presenteranno.
Sappiamo che le probabilità sono una su cento (cioè 0,01), il R/R è 50 euro su 1 quindi 50.
Inserendo questi dati il risultato della formula è un numero negativo, e come detto prima, se esce un numero negativo significa che il gioco è sbilanciato a nostro sfavore.
Quindi come ripartisco il mio portafoglio 50% obbligazioni 25% liquidtà 25% azioni di qui 2,74 in derivati 2,74!!!!! sarà corretto subito formula di kelly
Il problema è essere in grado di sostenere una serie di loss consecutivi.
Anche se avessimo un sistema che, come ipotizzato, "vince" il 50% delle volte e le restanti fossimo protetti da uno stop loss (fisso o percentuale), dovremmo far bene i conti per poter essere in grado di sostenere un numero elevato di loss consecutivi. Se ipotizzassi uno stop loss al 2%, per esempio, se subissi 30 loss consecutivi cosa accadrebbe?
Senza una corretta gestione del rischio accadrebbe che mi ritrovo con un capitale che non è più efficiente come il capitale di partenza e per cui la mia operatività ne sarebbe enormemente condizionata (ad esempio non potrei più comprare lo stesso numero di contratti futures).
Non sottovalutate una corretta gestione del denaro. Solo chi riesce a stare sul mercato a lungo avrà la possibilità di cogliere le opportunità che si presenteranno.
datemi un sistema che su 10 operazioni ne fa 5 in gain gararantito al 100 %
e divento piu' ricco di Bill Gates
Secondo concetto Il Money Management consiste nell’informare il proprio trading a criteri razionali, frutto di dettami dei grandi traders e della nostra esperienza per chiudere una posizione, long o short.
Durante lo studio dei mercati il trader individua i meccanismi di ingresso sul mercato, basati su dati storici, informazioni, oscillatori, su figure grafiche , su indicatori o su altri elementi dell’analisi tecnica.
E’ basilare che il metodo di trading preveda condizioni efficaci di uscita oltre a quelle di ingresso.
Il Money Management è il complesso delle regole per chiudere una posizione.
La corretta gestione dei guadagni o delle perdite, in una trade, è essenziale per preservare il capitale limitarndo le perdite e massimizzado i guadagni.
I segnali del Money Management sono: Lo Stop Loss;il Breakeven Stop;il Trailing Stop;il Take Profit; lo Shock Protection
Il Money Management consiste nell’informare il proprio trading a criteri razionali, frutto di dettami dei grandi traders e della nostra esperienza per chiudere una posizione, long o short.
Durante lo studio dei mercati il trader individua i meccanismi di ingresso sul mercato, basati su dati storici, informazioni, oscillatori, su figure grafiche , su indicatori o su altri elementi dell’analisi tecnica.
E’ basilare che il metodo di trading preveda condizioni efficaci di uscita oltre a quelle di ingresso.
Il Money Management è il complesso delle regole per chiudere una posizione.
La corretta gestione dei guadagni o delle perdite, in una trade, è essenziale per preservare il capitale limitarndo le perdite e massimizzado i guadagni.
I segnali del Money Management sono: Lo Stop Loss;il Breakeven Stop;il Trailing Stop;il Take Profit; lo Shock Protection
Lo Stop Loss limita la perdita massima associata a ciascun trade.
L'entità di questa perdita può essere fissata in diversi modi:
- una percentuale fissa;
- una percentuale legata alla volatilità del titolo
- punti fissi
Si impiega la percentuale fissa quando non si vuole ammettere in nessun caso una perdita superiore ad un dato ammontare (in % sul capitale investito), indipendentemente dal titolo negoziato e quando si è convinti che raggiunta una perdita pari al valore prefissato, il segnale di ingresso sia da ritenersi invalidato e pertanto non sussistano più le ragioni che hanno spinto ad aprire la posizione.
Si impiega la percentuale legata alla volatilità del titolo (magari ancorando il valore dello stop all'Average True Range del titolo) quando si vuole considerare la caratteristica intrinseca dei diversi strumenti azionari che possono percorrere lo stesso cammino con ampiezza delle onde (e quindi volatilità) decisamente diversa.
Si impiega un ammontare fisso quando si opera con strumenti future. Infatti questi strumenti portano a guadagnare o perdere non in ragione del movimento percentuale realizzato quanto piuttosto in funzione del numero di punti incamerati o lasciati sul mercato. Perdere 1.000 punti per un ingresso errato a 50.000 piuttosto che a 25.000 è la stessa cosa da un punto di vista monetario: in entrambi i casi sono stati bruciati 5.000 euro per contratto (i dati espressi si riferiscono al Fib 30). Nel primo caso con un movimento del 2% nel secondo con un movimento del 4% dello strumento trattato.
Il Breakeven Stop è quel segnale che permette di chiudere una posizione in pareggio una volta raggiunto un determinato profitto. Il trigger da regolare è il guadagno che attiva il segnale. Il procedimento per la sua determinazione ricalca quanto visto per lo stop loss con i metodi a % fissa, % variabile e punti fissi. Attivare presto il segnale significa cautelarsi maggiormente da inversioni del mercato ma rischiare di chiudere in anticipo un trade profittevole. Al contrario attendere troppo per l'attivazione di questo segnale può portare una operazione favorevole che ha generato un bel guadagno virtuale a trasformarsi in una operazione che genera perdita reale!
L'evoluzione naturale dei due segnali precedenti è il Trailing Stop: qualora l'operazione si riveli profittevole e il guadagno continui ad incrementarsi è necessario cominciare ad assicurarne parte di esso, in modo che qualsiasi inversione del mercato (eccezion fatta per gap nell'overnight) non ci eroda l'intero guadagno virtuale accumulato.
In questa tipologia di segnale è necessario stabilire due livelli (ancora una volta secondo le metodologie esposte): il livello a cui attivare il segnale e il livello a cui porre la chiusura della posizione. Per il primo livello dovremmo scegliere un valore di guadagno superiore rispetto al breakeven stop, mentre per il secondo livello è necessario decidere quanto del guadagno virtuale accumulato siamo disposti a cedere al mercato. Se siamo disposti a cedere poco del guadagno accumulato rischiamo di andare incontro ad una uscita anticipata alla prima correzione del mercato; di contro mantenere il trailing stop eccessivamente lontano dai massimi (o minimi) raggiunti porta a vedere vanificato gran parte del guadagno accumulato.
Sarà una valutazione della strategia nel suo complesso e delle caratteristiche del trader ad indicare quali valori adottare per questi settaggi.
Il quarto caposaldo del Money Management nei Trading System è il Take Profit. Questo segnale indica la chiusura della posizione raggiunto un determinato profitto, stabilito con le metodologie indicate. A differenza del Trailing Stop che non preclude la corsa dei prezzi, questo segnale pone un traguardo massimo al guadagno che può essere accumulato. Pertanto sarà un segnale particolarmente efficace per quelle operazioni che nascono in trading range ove lo spazio a disposizione per i movimenti di prezzo appare limitato. Meno efficace rispetto all'impiego del Trailing Stop sarà l'adozione del Take Profit nei grossi trend la cui entità è difficilmente quantificabile a priori.
L'ultimo segnale che vediamo, lo Shock Protection, è legato ad avvenimenti esterni che possono provocare shock sul mercato. Lo scopo di questo segnale è di proteggere la posizione aperta qualora il mercato imbocchi improvvisamente ed inaspettatamente una direzione opposta a quella desiderata, con forte incremento della volatilità. Prima che possa intervenire qualsiasi altro segnale chiudiamo la posizione grazie all'intervento di questo meccanismo che prevede una escursione massima avversa tra due barre pari ad un valore prefissato.
Aggiungo una cosa importante.
Bisognerebbe che il trader tenesse uno storico delle proprie operazioni, per poter essere in grado di valutare una qualche gestione del rischio. Troppo spesso leggo di traders che pare abbiano percentuali di operazioni positive nell'ordine del 70-80% delle operazioni effettuate. Dubito che si riferiscano ad una casistica molto ampia. Oppure hanno un TS overfitted.
Nel mio caso registro circa il 35% di operzioni in gain ed il restante 65% sono operazioni sbagliate.
Vi è sembrato facile gestire un portafoglio ....................
ciao vit