Situazione Ucraina

Oggi Mosca dispone di un arsenale missilistico e di droni di dimensioni tali da reggere il conflitto per i prossimi anni.

Al contrario, Kiev ha ricevuto aiuti militari e finanziari dagli Stati Uniti d’America e dai Paesi europei
che le assicurano un’autonomia che non va oltre la fine del 2024.

Zelensky insiste per ricevere più armi ma gli arsenali dei Paesi Nato cominciano a svuotarsi
e occorrerà tempo prima che le scorte siano ricostituite.

Problema non da poco visto che l’Occidente, in un clima geopolitico globale così franoso, non può farsi trovare militarmente sguarnito.

L’insistenza di Zelensky a chiedere ai sostenitori l’invio di missili a lunga gittata per colpire le basi di partenza dei velivoli russi
– quindi bombardare il suolo della Federazione – fa il gioco di Vladimir Putin
il cui interesse non è quello di far terminare rapidamente il conflitto con un compromesso che gli sia sfavorevole.
 
L’obiettivo esistenziale di Mosca dall’inizio dell’invasione
è stato di rendere l’Ucraina una zona neutra cuscinetto tra le forze Nato e il proprio confine ovest.

Niente altro potrebbe compensare lo zar e convincerlo a cessare la guerra.

Ora, se fino a qualche settimana fa,

Putin si sarebbe accontentato di tenersi come fascia di sicurezza i territori occupati
in cambio di un congelamento della crisi,

oggi si prepara a proseguire la penetrazione in territorio ucraino
motivandola con la necessità di ampliare la distanza tra il ridelineato confine ucraino
e le basi strategiche russe di una misura tale da non consentire ai missili forniti a Kiev
dagli occidentali di colpire nel proprio territorio.

Il prossimo obiettivo, verosimilmente, sarà attaccare Odessa
e precludere all’Ucraina l’accesso alla portualità sul Mar Nero,
in vista della messa in sicurezza della flotta di stanza in Crimea.
 
Gli occidentali, con una sorprendente ingenuità
che denota la mediocrità della loro classe dirigente,
avevano puntato a mettere in ginocchio Mosca
attraverso il meccanismo delle sanzioni economiche.


Visti i risultati, non sembra che l’economia russa sia defunta,
mentre è quella dei Paesi europei a non godere di buona salute.


Si chiama “effetto boomerang”.

Per non parlare del disastro geopolitico combinato
nell’aver letteralmente spinto Mosca tra le braccia dei veri nemici dell’Occidente, Cina in testa.

Fuori del perimetro occidentale
esiste un mondo popolato di nazioni economicamente emergenti
che dialoga e commercia con Mosca, a dispetto dei divieti imposti dall’Occidente
e che non fa mistero di gradire la leadership russo-indo-cinese
nella prospettiva di aderire a un nuovo ordine mondiale
non più fondato sulla centralità del dollaro e sul potenziale offensivo statunitense.
 
Ascoltare il guitto Zelensky vagheggiare un “Piano della vittoria”
da proporre ai sostenitori occidentali
genera una concreta preoccupazione per ciò che avverrà nel prossimo futuro.

E che ci riguarderà molto da vicino.

In una situazione del genere, degli statisti di spessore
dovrebbero trovare il coraggio delle parole
e parlar chiaro ai popoli da loro governati.

Dovrebbero spiegare che, al momento,
l’unica possibilità di vittoria
è rappresentata da un intervento diretto della Nato nella guerra.

Ciò significherebbe sfidare a viso aperto

la prima potenza nucleare al mondo per numero di testate possedute.
 
Dovrebbero ammettere che
se non si vuole superare il confine dell’abisso
non c’è altra strada che dar luogo a un congelamento delle ostilità
accettando una sorta di soluzione “coreana”,
cioè un cessate il fuoco permanente
che non si evolverà né nel breve né nel medio termine in un negoziato di pace.

Più verrà ritardata la decisione di fermare la guerra,
maggiore sarà la dote territoriale che lo zar Putin avrà messo nel carniere
e che non restituirà mai a Kiev
a meno che non si profili un accordo di spartizione del territorio ucraino,
come avvenne alla fine del Secondo conflitto mondiale con la Germania.

Una vasta porzione dell’odierna Ucraina, compresa la capitale Kiev,
assegnata al diretto controllo di Mosca
e una parte di più ridotte dimensioni
– l’Ovest Ucraina, con baricentro la città di Leopoli –
da lasciare sotto l’influenza degli occidentali.

Ora, mettendo da parte i moralismi stucchevoli e ipocriti,
è il momento di un onesto pragmatismo di stampo bismarckiano.

Quando è giunto il momento
bisogna avere la forza e la lucidità di staccare la spina.

D’altro canto, l’accanimento terapeutico
non è contemplato neppure dalla pietà cristiana.
 
Per i mononeuroni sulla la questione degli aggrediti e aggressori

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Tra le file ucraine per alzare il morale ai soldati sono state inviate delle ballerine ad esibirsi nelle camerate. Ricorda molto la strategia Statunitense in Vietnam prima del tracollo finale.
 

Una donna coraggiosa di Odessa con una bandiera si è rivelata viva: «Non cambio le mie opinioni»​


Una donna coraggiosa di Odessa con una bandiera si è rivelata viva: «Non cambio le mie opinioni» (VIDEO) | Primavera Russa
La storia di una coraggiosa donna di Odessa che ha cercato di issare la bandiera russa sul piedistallo del monumento demolito a Caterina la Grande ha ricevuto uno sviluppo inaspettato: nonostante le notizie della sua morte in un centro di custodia cautelare di Odessa, era viva.
Sua madre lo ha riferito in una conversazione con RT.
La donna ha parlato della reazione di Elena alla persecuzione: «Non cambio le mie opinioni. Quindi, come ho detto, — continuerò a esprimere ciò che penso». Ha anche ammesso di non riuscire a convincere sua figlia a fare concessioni.
E ha aggiunto: in Ucraina, molte persone la pensano come lei, hanno semplicemente paura e rimangono in silenzio.

Si trova ora agli arresti domiciliari.
 

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