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Vanoli, così darò un futuro alla Snia
Il neoamministratore delegato ha spiegato a MF come rilancerà il marchio della chimica.
Raddrizzerà i conti, drenerà risorse fresche dagli immobili e poi per Caffaro il manager sta studiando delle alleanze mirate a crescere in Italia. Per tessile, prima della vendita è necessario trovare un equilibrio di cassa
´La mia missione? Dare alla Snia un futuro che sia all'altezza del suo marchio storico'. Come? ´Il primo passo è raddrizzare i conti. Il secondo è tessere una rete di partnership nella chimica e magari anche nell'immobiliare'. Carlo Vanoli, il nuovo a.d. della Snia, dopo l'uscita di Umberto Rosa, ha ben presente la sua sfida, l'ultimo tassello di un percorso iniziato proprio in Snia 30 anni fa. Nel '74 era uno studente del Politecnico di Milano quando è entrato nel gruppo di via Borgonuovo e per nove anni ha lavorato nella Snia di Enrico Bondi e di Pietro Marzotto. Al suo ritorno nel gruppo, nell'87, dopo quattro anni in McKinsey, Vanoli ha trovato una Snia diversificata, sotto la presidenza di Cesare Romiti, pronta al processo di riconversione industriale partito nel '90 con Rosa. La Snia si preparava al cammino che l'ha portata a diventare il leader mondiale del biomedicale, fino alla scissione di Sorin. Ora sotto il marchio che quest'anno compie 88 anni sono rimasti la chimica, le fibre e un ricco patrimonio immobiliare.
Domanda. Oggi Snia rappresenta 60 milioni di capitalizzazione in borsa. Ma che cosa c'è dentro?
Risposta. È una piccola holding che concentra gran parte del fatturato nella Caffaro (120 milioni), nome nobile della chimica. Poi c'è la jv nel settore delle fibre tessili, Nylstar, di cui ha il 50%. Senza contare gli immobili, che da soli hanno un valore di libro di 60 milioni. Adesso è arrivato il momento di rimettere sui binari la chimica dopo una serie di eventi sfavorevoli che l'hanno penalizzata. L'obiettivo è trasformare l'ebitda negativo di oggi nelle due cifre che si addicono a un gruppo competitivo sul mercato.
D. Come farà a risanarla?
R. La società è stata penalizzata da una serie di eventi: dall'aumento delle materie prime al calo del prezzo dei prodotti per la crescente concorrenza della Cina, fino alla debolezza del dollaro. Inoltre, deve fare i conti con gli investimenti necessari per le bonifiche dei siti industriali. Ma ora con l'aiuto di Value partners stiamo mettendo a punto un piano di rilancio basato su due punti: il controllo dei costi nel breve periodo e il ridisegno del modello di business nel medio-lungo periodo.
D. Che cosa vuol dire cambiare modello?
R. Privilegiare i prodotti a maggior valore aggiunto e con un minor impiego di investimenti.
D. Quanto a Nylstar?
R. È il produttore leader europeo nel nylon tessile e nel 2001 vantava un ebitda del 15%. Poi si è trovato a lottare con un mercato che negli ultimi quattro anni è sceso del 30%. E di qui è iniziato un percorso di ristrutturazione che ha costretto Snia, sotto pressione delle banche, a intervenire con un apporto di 39,4 milioni.
D. Questo vuol dire che avete sacrificato delle risorse da investire nella chimica?
D. Abbiamo continuato a investire nella chimica anche se le minori disponibilità finanziarie hanno creato delle difficoltà. Ora, dopo una ristrutturazione attuata dal nuovo management di Nylstar, contiamo di raggiungere il cash flow nel 2005.
D. Venderete gli immobili?
R. Vogliamo valorizzare, per esempio, i terreni ex industriali di Varedo, alle porte di Milano, e il centro direzionale di Cesano Maderno. Ma pensiamo anche a delle forme di partnership. L'importante è sfruttare questo patrimonio per rilanciare la chimica.
D. State studiando delle alleanze per questo settore?
R. Individuando il valore degli impianti e il know-how a disposizione, penso di arrivare in cda con qualche idea sul fronte alleanze prima di presentare le linee guida del piano industriale a fine anno.
D. Venderete il settore tessile appena possibile per concentrarvi sulla chimica?
R. Il piano che sta attuando il management di Nylstar ne sta aumentando il valore. E questo è ciò che interessa a Snia. In ogni caso, è fondamentale il ritorno della società all'equilibrio di cassa.
D. Insomma, la sua missione è preparare Snia alla vendita del 50% in mano Bios?
R. Il mio obiettivo è riportare il gruppo in utile. E l'interesse degli azionisti è avere un ritorno sull'investimento. Immagino che quando riterranno di ottenere questo risultato potranno valutare anche la vendita.
MF - Borse & Borsini
Numero 197, pag. 10 del 1/10/2004