Ma basta andare a vedere i dati per capire come qualche domanda sia lecita.
Tanta certezza sul fatto che la colpa sia del caldo non è confermata dai dati,
dati che gli amanti della scienza dovrebbero guardare con un po’ più di attenzione.
Nel 2022 la mortalità in eccesso rispetto al triennio precedente al Covid (2015- 2018)
è stata di 67.000 persone,
di questi 45.000 sono imputabili al Covid,
restano quindi 22.000 morti in più che non sono spiegati dal coronavirus.
Se fosse vero che la causa dell’eccesso di mortalità – Covid escluso – è il caldo,
noi dovremmo trovare tutti questi 22.000 morti concentrati nei mesi estivi,
nei mesi che vanno da luglio a settembre, altrimenti non è che uno muore di caldo a novembre.
E invece, se si vanno a spacchettare questi 22.000 morti, ripeto, decessi in eccesso escluso il Covid,
si scopre che solo il 48 per cento di loro sono morti nel periodo estivo.
Quindi anche ammesso che tutti quelli deceduti fra luglio e settembre non siano morti in incidenti stradali,
ma tutti morti per il clima caldo – cosa improbabile -,
resta l’altro 52 per cento.
Ci sono cioè 11.000 morti in eccesso fra ottobre e dicembre.
Saranno morti per il caldo anche quelli?
Sono morti per il surriscaldamento delle palle di Natale
o le uniche palle sono quelle di certi soloni che ci vogliono convincere,
così per dogma di fede, senza neanche avere il disturbo guardare i dati,
che i morti in eccesso siano dovuti al caldo killer o alla strage del clima?
Non sarà che fa comodo farci di nuovo venire paura?
Pensateci.