Da piddioti e compagnia zanzante,
non puoi aspettarti altro. Il ridicolo.
L’Italia è quel Paese in cui si creano alcuni cortocircuiti
capaci di assumere sempre dei contorni tragicomici.
Come nel caso della Cgil
che mentre si ritrova a organizzare un referendum per abrogare il Jobs Act di Renzi
deve leggere un’intervista al suo ex portavoce, Massimo Gibelli,
che confessa di essere stato licenziato dalla Cgil stessa proprio con il Jobs Act.
“Il 4 luglio, al rientro da un breve periodo di ferie, sono convocato dal segretario organizzativo.
Durante il colloquio mi viene comunicato il ‘licenziamento per giustificato motivo oggettivo’
e consegnata la lettera raccomandata a mano in cui si specifica che ‘la data odierna, 4 luglio 2023,
è da considerare l’ultimo suo giorno di lavoro’. Seguono ringraziamenti e saluti di rito”.
Inizia così il racconto di Massimo Gibelli, ex portavoce dei leader della Cgil.