Assicurazione obbligatoria: quando nasce
Il punto di partenza è la
sentenza Vnuk pronunciata dalla
Corte di Giustizia Europea nel 2014.
Giudicando sull’incidente di un trattore in una fattoria slovena,
la Corte aveva stabilito che ogni mezzo deve essere assicurato,
anche se custodito in un’area privata.
Perché il concetto di uso del veicolo va oltre la fase della circolazione attiva, abbracciando anche la sosta.
Non a caso, il veicolo in sosta sulla pubblica via deve già essere comunque coperto da assicurazione.
Dunque la Corte di Giustizia sostiene che deve essere garantito il giusto risarcimento
anche a chi dovesse avere un sinistro con un veicolo ricoverato in un’area privata.
Fa eccezione l’uso difforme dalla destinazione d’uso del veicolo.
Se ad esempio si tolgono le ruote e lo si usa per generare corrente o per fornire energia agricola,
o lo si sistema in esposizione, l’obbligo viene a cadere;
perché il veicolo non è più utilizzato secondo la sua destinazione d’uso.
Il recepimento della Direttiva Europea inizia allora rivedendo
la definizione di veicolo soggetto all’obbligo dell’assicurazione di responsabilità civile.
Il requisito fondamentale per rientrare in tale categoria
è oggi di avere la spinta di una forza meccanica
e di avere una velocità massima superiore a 25 km/h.
Oppure un peso netto superiore a 25 kg
e una velocità massima superiore a 14 km/h.
Non sono compresi in questa definizione i veicoli elettrici leggeri, i monopattini,
per i quali il Governo ha 90 giorni di tempo per indicarli a mezzo di decreto,
assoggettandoli al medesimo obbligo.