marofib
Forumer storico
ma postare un grafico normalizzato e' tanto difficile?
![Muro :wall: :wall:](/images/smilies/muro.gif)
dal 92 ha fatto il 7.8%
inflazione sul 3 circa..se serve faro' il conto preciso
7.8 -3 ...discutiamo su quello
Tuttavia non stupisce che un soggetto che in qualità di Ministro ha inanellato una serie incredibile di fallimenti e di iniziative del tutto dannose per il paese, dal caso Ilva a quello Alitalia, passando per le vicende Fincantieri, Embraco, Gruppo Novelli e Almaviva, possa fare l’ennesima brutta figura.quelli preparati...
ROMA – Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, lo definì in tempi non sospetti con una formula efficace: «Ministro del disastro economico». Già, perché Carlo Calenda, in appena due anni trascorsi a palazzo Piacentini, con i governi Renzi prima e Gentiloni poi, è riuscito nella poco invidiabile impresa di collezionare una striscia incredibile di fallimenti, di trattative mai andate in porto, di vani tentativi di salvare le aziende dal fallimento e gli operai dal licenziamento.
Serie nera
Quello a cui si riferiva Emiliano è forse il più roboante di tutti, quello dell'Ilva, i cui sindacati hanno bocciato sonoramente, solo un paio di mesi fa, le proposte del ministro: «Calenda è andato a sbattere contro un muro di cemento armato senza che nessuno lo aiutasse a fallire – ribadì il governatore – Ha fallito perché non ha una percezione esatta di quello che succede all'Ilva, come probabilmente non ce l'ha anche di altre vertenze che non ha risolto». Stessa sorte anche a Roma per la questione Almaviva, dove i lavoratori hanno respinto l'accordo che prevedeva il taglio dell'orario di lavoro, delle retribuzioni, del Tfr. Sempre in Puglia, invece, Calenda non è riuscito a sbrogliare la matassa del gasdotto Tap, tanto da ritrovarsi ad ammettere lui stesso che la situazione che si era creata era «umiliante per il nostro Paese, non riusciamo a fare un tubo di un metro e mezzo». Da un capolavoro all'altro: sul caso Fincantieri, l'allora ministro tentò di vendere come un suo successo l'ingresso nella proprietà dei cantieri navali francesi Stx, ma fu la Lega a svelare come «noi abbiamo tirato fuori i soldi ma controllo operativo, indotto e lavoratori saranno sotto il controllo francese». Per non parlare della questione Alitalia. Con toni quantomeno affrettati, il titolare del Mise annunciò che la cessione sarebbe avvenuta prima delle elezioni del 4 marzo: peccato che si trattasse di pura utopia, visto che prima di lasciare il suo ufficio lo stesso Calenda rinviò ufficialmente la vendita della compagnia aerea al prossimo 31 ottobre. Una patata bollente passata, con tanti saluti, al governo successivo, dunque. Esattamente come la vicenda Embraco, che l'ex ministro seguì con grande attenzione, ma che la sua soluzione l'ha trovata solo qualche giorno fa, con la firma del suo successore Luigi Di Maio.
Spuntato dal nulla
Non certo un curriculum di cui andare fieri, insomma. Che non inizia, però, con il suo approdo in via Vittorio Veneto. Rampollo di una delle famiglie della Roma bene, figlio predestinato e prediletto dei Parioli, il giovane Carlo Calenda si fa notare soprattutto per aver recitato nello sceneggiato tv tratto dal libro Cuore, e diretto dal nonno Luigi Comencini. Poi lega a doppio filo il suo destino con quello di Luca Cordero di Montezemolo, prima in Ferrari, poi in Confindustria, infine in Italia Futura. Dev'essere stato a quel punto che nella testa di Calenda è spuntata la formidabile idea di scendere in politica. Non avendo avuto lunga vita il pensatoio montezemoliano, si ricicla dunque nella Scelta Civica di Mario Monti, venendo però trombato alle elezioni. Matteo Renzi tenta di ripescarlo mandandolo a Bruxelles come ambasciatore, ma viene richiamato a Roma dopo meno di tre mesi. Ma, per lui, quei piccoli inciampi non erano che gli inizi di una fulgida carriera: del resto, uno così, vuoi non nominarlo ministro? Terminata la sua attività nell'esecutivo, e finita male (tanto per cambiare) anche l'auspicata scalata alla presidenza del Consiglio, Calenda ha deciso di riciclarsi nel Partito democratico, proponendosi come uomo della provvidenza. E in quest'ultimo caso ci tocca proprio dare ragione alla sua intuizione: come potrebbe il Pd lasciarsi sfuggire un uomo che ha dimostrato tanta competenza nel settore dei fallimenti?
![]()
ge sarà 'ngombloddo...ma postare un grafico normalizzato e' tanto difficile?
dal 92 ha fatto il 7.8%
inflazione sul 3 circa..se serve faro' il conto preciso
7.8 -3 ...discutiamo su quello
ge sarà 'ngombloddo...
Anche espertissimo CEO. Un RGC positivo, ma non sufficiente a coprire gli oneri della gestione finanziaria... azienda brillante e dalle prospettive future...Mah! Neanche uno studente di ragioneria ripetente.1000 chiacchiere poi ti posta un grafico da cialtrone
Contesto. Quello che "versi" viene distribuito a chi è in pensione adesso, e non c'è alcuna garanzia sul fatto che ci sarà qualcosa da distribuire quando penserai di "prendere".
Se, per pura ipotesi, fossimo in uno Stato dove il sistema previdenziale è già in deficit adesso che la fascia dei 50enni, ovvero i maggiori contribuenti, sta per lo più lavorando, e pensassimo che nel giro di un decennio gli attuali cinquantenni passeranno da "versatori" a "prenditori", e allora a pagare le pensioni ci saranno molte meno persone, e meno pagate, ci sarebbe da preoccuparsi seriamente.
La riforma Fornero sarebbe dovuta entrare in vigore 40 o 50 anni prima.
Il debito non verrà mai ripagato, lo sanno tutti.supponiamo che quota 100 sia un lvl accettabile di indebitamento
quell'eccedente 57% pari a circa 1.000.000.000.000 è impossibile da abbattere
IMPOSSIBILE
ergo o fai come il giappone e lo finanzi dall'interno(debito in mano ai residenti)
o fai haircut con tutte le conseguenze nefaste del caso
il giappone però ha una moneta propria e una banca centrale che risponde allo stato
TERTIUM NN DATUR
.
E' vero.La garanzia non te la dà nessuno, nemmeno se gestisci in prima persona gli accantonamenti per la pensione.
Qualche tempo fa mi ero documentato sul portare un po' di risparmi in Svizzera. Devo tornare ad approfondire il tema, ma stavolta con una certa fretta.
In effetti qualche politico in arrivo potrebbe trovare ingiustificato ed immorale il fatto che un cittadino abbia dei risparmi, dopo aver pagato solo il 50-60% di tasse.
Ok ma spetta allo stato la corretta gestione. Se è vero che in futuro ci saranno più vecchi a prendere pensioni che giovani a pagarle è pur vero che quei vecchi da giovani erano numerosi e hanno versato quanto richiesto. Il problema di oggi è che i contributi vengono usati per pagare retributivi o misti che non hanno alcun collegamento tra quanto versato e quanto percepito. E' ancora un sistema in fase di transizione a causa di intere generazioni passate che hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità.
Ma purtroppo l'art.3 della costituzione non consente di fare distinzioni in caso ci fosse la volontà di tagliare.