Val
Torniamo alla LIRA
Dietro all'allontanamento di Sangiuliano e alle sue dimissioni da ministro della Cultura,
non ci sarebbe solo la questione legata alla sua ex amante
e mancata consulente Maria Rosaria Boccia, ma qualcosa di più.
Si spiegherebbero così i tanti attacchi nei giorni più caldi della vicenda Boccia
piovuti addosso al ministro Sangiuliano da pezzi da novanta del cinema italiano "di sinistra":
da Nanni Moretti a Gabriele Muccino.
Il motivo sarebbe legato alla decisione di Sangiuliano di tagliare i fondi ai film senza pubblico.
Nelle gestioni precedenti, infatti, erano sono state sovvenzionate pellicole viste da 29 spettatori o addirittura mai finite in sala.
Nel 2022 in Italia sono state sfornate 355 opere,
il 24% in più della Francia, il 79% in più della Germania, e il 173% in più del Regno Unito.
Come è ovvio, una tale mole di film non trova facilmente uno sbocco di mercato:
su 1.354 opere di lungometraggio che hanno presentato domanda di tax credit
per la produzione dal 2019 al 2023, poco meno del 45%,
vale a dire 598, non risulta ancora uscito in sala.
Sangiuliano stava cercando di intervenire e aveva anche istituito una commissione ad hoc
per valutare quali di questi film meritasse un finanziamento pubblico.
Questo ha provocato l'irritazione del mondo del cinema e la commissione che stava cercando di istituire
per valutare le pellicole meritevoli di finanziamento pubblico è stata accantonata.
Ora il nuovo ministro Giuli deciderà come procedere.
non ci sarebbe solo la questione legata alla sua ex amante
e mancata consulente Maria Rosaria Boccia, ma qualcosa di più.
Si spiegherebbero così i tanti attacchi nei giorni più caldi della vicenda Boccia
piovuti addosso al ministro Sangiuliano da pezzi da novanta del cinema italiano "di sinistra":
da Nanni Moretti a Gabriele Muccino.
Il motivo sarebbe legato alla decisione di Sangiuliano di tagliare i fondi ai film senza pubblico.
Nelle gestioni precedenti, infatti, erano sono state sovvenzionate pellicole viste da 29 spettatori o addirittura mai finite in sala.
Si spiega così l’astio di un certo mondo verso l'ormai ex ministro
che tagliava questi fondi.
Il finanziamento pubblico per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e
nell’audiovisivo è passato dai 423,5 milioni di euro del 2017 agli 849,9 del 2022
e ai 746 nel 2023.
Le richieste di tax credit sono cresciute a dismisura:
464 per altrettante opere nel 2021
e 409 nel 2022,
a fronte di sole 122 nel 2019.
Secondo il rapporto Valutazione di impatto Legge cinema e audiovisivo
- anno 2022 promosso dalla direzione generale Cinema e audiovisivo del Mic
e a cura di Università Cattolica del Sacro Cuore e Pts Spa,
l'Italia è il Paese rispetto agli Stati concorrenti in Europa,
che produce più pellicole, ma poi molte di queste non vedono la luce:
i numeri parlano chiaro.
Nel 2022 in Italia sono state sfornate 355 opere,
il 24% in più della Francia, il 79% in più della Germania, e il 173% in più del Regno Unito.
Come è ovvio, una tale mole di film non trova facilmente uno sbocco di mercato:
su 1.354 opere di lungometraggio che hanno presentato domanda di tax credit
per la produzione dal 2019 al 2023, poco meno del 45%,
vale a dire 598, non risulta ancora uscito in sala.
Sangiuliano stava cercando di intervenire e aveva anche istituito una commissione ad hoc
per valutare quali di questi film meritasse un finanziamento pubblico.
Questo ha provocato l'irritazione del mondo del cinema e la commissione che stava cercando di istituire
per valutare le pellicole meritevoli di finanziamento pubblico è stata accantonata.
Ora il nuovo ministro Giuli deciderà come procedere.