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La vulgata sinistroide ed europeide diffonde, minuto per minuto,
la radiocronaca delle previste gesta distruttive di Donald Trump,
il nuovo Attila, cattivo, vandalo e terrorizzante presidente degli Stati Unni-ti d’America.

Onestà intellettuale, virtù assente da quelle sponde, dovrebbe indurre, invece,
a registrare quanti danni al Vecchio Continente hanno causato i commissari dell’Ue,
a cominciare dalle catastrofiche pratiche grulle “per salvare il Pianeta”,
ovvero per disastrare l’economia continentale e rovinare i lavoratori europei,
a partire dai metalmeccanici e dai contadini.

Gli euroidioti che, davanti a crisi, guerre, problemi gravissimi, disoccupazione di ritorno,
si dedicano volentieri a decretare il via libera alla farina di larve,
confermano che non la malvagità, bensì la sintesi di saccenteria, incompetenza ed imbecillità
crea il più micidiale virus che possa minacciare e annientare l’umanità.


***
 
La conferma del mortale pericolo Ue, con l’aggravante
– oltre che imbecilli sono pure ladroni e imbroglioni –
proviene dall’inchiesta del giornale olandese De Telegraaf, che informa:

La Commissione Ue, durante la prima presidenza di Ursula von der Leyen,
finanziò 185 Ong al fine di “promuovere l’agenda green del commissario Frans Timmermans”.

Insomma, questi briganti pagarono esterni a colpi di centinaia di migliaia di euro,
affinché pressassero e convincessero gli euro parlamentari a votare i piani del green deal.

Viste le somme – ad una sola Ong: 700mila euro distratti dai finanziamenti all’agricoltura –
è lecito ipotizzare che la “persuasione” scaturisse anche da argomenti avvolti nella cartamoneta.

Insomma, dovremmo temere oltre al green idiocy anche l’agenda del delinquency green.

Ebbene, magari venisse Donald Trump a cancellarli;
magari Elon Musk li impacchettasse su un razzo e li spedisse non su Marte,
ma sui satelliti marziani Deimos e Phobos.

Il primo significa “terrore”, il secondo “paura”, entrambi, dunque, in grado di “persuadere” alla fuga questi furfanti.

Un fatto è certo: costoro non possono essere chiamati a risollevare le sorti del Vecchio Continente, essendone stati il flagello.


***
 
Insegnare è una professione seria e gratificante,
perché è vera gioia contribuire a far crescere i giovani,
educandoli al ragionamento critico ed alla sete di sapere.

La constatazione di quanto possa produrre l’impegno didattico
allevia la sofferenza riguardo agli stipendi inadeguati
ed alla inutile moltiplicazione degli impegni consiliari,
che nulla hanno a che vedere con la cultura e la pedagogia,
buoni solo a sminuire l’autorità e la centralità del professore.

Purtroppo, nella scuola odierna, non di rado,
l’ideologia sormonta, soffoca e uccide preparazione e formazione,
di talché certi docenti non insegnano, non educano, non accendono lumi,
ma tengono comizi, accattando e riproducendo tutte le sciocchezze alla moda e politically correct.


Accade a Valdobbiadene (Treviso) che uno studente di 14 anni
rimanga
vittima di compagni di classe o di istituto
bulli e ladri.

Scalzo, perché gli hanno rubato le scarpe da ginnastica, chiede aiuto ai professori.

Il ragazzo quelle calzature firmate, cioè di pregio,
se l’è comprate con il denaro ricavato da una serie di lavoretti,
quindi si tratta proprio di un bravo figliuolo, che non vuole far pesare i suoi sfizi sulla famiglia.

Gli insegnanti, invece, di confortarlo, aiutarlo, mettersi alla ricerca dei ladruncoli,
annotano sul diario del discente un rimprovero ai genitori,
colpevoli di aver tollerato che il figlio portasse a scuola scarpe troppo costose.


Purtroppo, nel mio pur ricco vocabolario di vecchio romanaccio
non trovo la parolaccia congrua per definire l’infimo livello di codesti pauperisti,
complici di bulletti e di furfantelli, di sicuro pappagalli di Jorge Mario
che glorificò l’opera provvidenziale del ladro,
che ci libera dalla peccaminosa proprietà privata, scarpe incluse.
 
A proposito di furfanteria addirittura legalizzata,
la Corte penale internazionale emette il mandato di arresto nei confronti di Njeim Almasri,
il capo della polizia giudiziaria libica, ma solo quando il nord africano mette piede in Italia.

Lo stesso sì fece senza nessun problema un tour in Europa: visitando Londra, Bruxelles, Bonn, Monaco.

In Baviera, trovandosi in auto, incappato in un posto di blocco stradale, gli vengono chiesti i documenti.

In Germania non risulta essere un efferato criminale: vada pure e ci scusi per il disturbo, bravo ragazzo libico.

Soltanto nella tappa di Torino, nell’Italia governata dal centrodestra,
i togati della Terza internazionale, pardon, internazionali,
si ricordano che Njeim potrebbe aver commesso crimini contro l’umanità e svariati crimini di guerra.

I giudici della Cpi,
che non intesero creare problemi agli Esecutivi “compagni” inglesi, belgi e tedeschi,
vollero, per caso, crearli a Giorgia Meloni?


Il dubbio rimane.


***

 
Siamo pronti a promuovere una colletta a favore di George Soros,
costretto a farsi totalmente carico del finanziamento a Lgbtqia+.

Infatti, in previsione della figuraccia di Kamala Harris,
con tutti i cantanti innevati e i fluidi hollywoodiani,
le grandi multinazionali hanno deciso di non sostenere più economicamente
sodomiti, uranisti, arcobaleno di ogni tipo e sottotipo.

Soros, che si sobbarca già le elargizioni “+Europa”, dirette alla Commissione e al Parlamento europeo,
rischia di rimanere con una mano davanti ed una di dietro.


Il riferimento è anche alla faccia, tanto sono uguali.


***

 
Maria Teresa Boccia ha finalmente rassicurato me,
Andrea Mancia, Stefano Cece, Claudia e Valentina Diaconale
e gli altri giornalisti, da mesi in ansia, paventando rivelazioni sconvolgenti su di noi.

Possiamo dormire tranquilli, avendo appreso la seguente solenne dichiarazione della Boccia:

“Per rispetto ho tenuto per me informazioni e aneddoti
che porterebbero alle dimissioni immediate di politici e direttori di giornali,
non ho ritenuto opportuno divulgare nulla perché non è mio stile scendere al livello di alcuni”.


Non è scesa e noi siamo risaliti.


***
 
La notizia, non smentita, è passata in sordina:
il ministero degli Esteri israeliano ha denunciato che
Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher,
le tre donne rilasciate l’altro giorno da Hamas,
erano tenute prigioniere in un’edificio dell’Unrwa
ovvero l’agenzia delle Nazioni Unite per il sussidio dei rifugiati civili palestinesi in Medio Oriente.



Per la serie, niente di nuovo sotto il sole.

L’Onu, da dopo il terribile attacco di Hamas del 7 ottobre di due anni fa,
aveva già palesato il suo approccio benevolo nei confronti dei terroristi.

E ovviamente aveva duramente attaccato Israele.


Lo stesso capo dell’Unrwa, lo svizzero Philippe Lazzarini, ha dichiarato che
“attaccare, prendere di mira o utilizzare edifici delle Nazioni Unite per scopi militari
è una palese violazione del diritto internazionale umanitario”.

Ovviamente riferendosi agli attacchi difensivi portati avanti da Israele.

Però nulla viene detto sul fatto che gli stessi edifici fungono da covi dei terroristi.

Esattamente come nulla fu detto nel 2014,
quando fu trovata una scuola piena di razzi pronti ad essere lanciati sui civili israeliani.

O come, sempre dopo il 7 ottobre 2023,
fu trovata la rete di gallerie e bunker sotterranei proprio sotto l’ospedale di Gaza.



Ma se l’Organizzazione delle Nazioni Unite
− che dovrebbero mantenere la pace e la sicurezza internazionale, sviluppare relazioni amichevoli tra le Nazioni,
promuovere migliori condizioni di vita, il progresso sociale e la tutela dei diritti umani −
continua a fare distingui applicando due pesi e due misure, allora viene meno al suo ruolo primario.

Non solo non promuove la pace, ma diventa complice di azioni terroristiche.


D’altra parte, è la stessa organizzazione che proprio questa settimana ha scelto Ali Bahraini,
ambasciatore dell’Iran e già rappresentante permanente presso l’Ufficio delle Nazioni Unite
e le organizzazioni internazionali a Ginevra, come leader per guidare il gruppo chiave dell’Unhrc:

Bahraini sarà infatti responsabile del coordinamento e della direzione delle attività
durante le sessioni del Consiglio per i diritti umani
e della gestione delle questioni relative all’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani.



Perché si sa, l’Iran è da sempre in prima fila nella battaglia per la promozione dei diritti umani.
 
Fingete stupore, questo era il paladino del PD in Europa per le politiche green

Mi sa che sulla riva del fiume si sta formando una bella compagnia di fenomeni :d:


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