Se avessimo costruito la diramazione in Puglia , anche noi avremmo il gas.
Sabotato il Nord Stream e chiuso il contratto con i russi per il passaggio del loro gas sul territorio ucraino,
Kiev è passata all’attacco del
Turkstream.
L’unico gasdotto rimasto che consente all’energia russa
di essere consegnata ai clienti europei è stato preso di mira in Russia,
senza successo,
da nove droni ucraini che sarebbero stati intercettati.
L’impianto conduce da una parte al Mar Nero e alla Turchia e, dall’altra, arriva al sud-est dell’Europa,
dove Ungheria e Slovacchia sono ancora legate alle forniture Gazprom.
Un attacco che non cambia molto nella guerra, osserva
Maurizio Boni,
generale di Corpo d’armata, opinionista di Analisi Difesa,
ma che dice ancora tanto delle conseguenze che questa ha avuto per l’Europa.
La fine dell’approvvigionamento del gas russo per il Vecchio Continente
ha significato bollette del gas più alte e maggiori guadagni per gli USA attraverso il loro gas liquido,
più caro di quello del nemico russo.
Giorgia Meloni,
che nella sua recente conferenza stampa di inizio anno non ha risposto a una domanda sull’aumento delle bollette del gas,
poteva limitarsi a rispondere così:
in Italia, e non solo, si paga di più perché la Russia faceva prezzi molto più bassi.
Facendo la guerra a Mosca ci siamo aumentati le bollette da soli.
Ora, però, qualcuno in Germania (così ha detto Alice Weidel, candidata premier AfD) vorrebbe riaprire il Nord Stream.
Se così fosse, lo scenario cambierebbe molto.