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Ue, la Commissione per le libertà chiude la bocca al Tempo ma non a Ranucci e Lgbtqa+​

Porte chiuse per il Tempo quando si parla di libertà di stampa.

Non suona come un paradosso, lo è proprio. Comunque, è accaduto davvero.

Precisamente questo:
oggi il direttore del Tempo - Tommaso Cerno - avrebbe dovuto partecipare a un incontro sulla libertà di stampa in Italia
presso la commissione Libe del Parlamento Europeo.

Ma il «Gruppo di monitoraggio sullo stato di diritto» dell’organismo, presieduto dalla belga Sophie Wilmès,

ha «respinto» il suo nominativo.
Così come sono stati respinti
l’Associazione Giornaliste Italiane e il movimento Pro Vita.


Come prova di pluralismo, per un organismo
che dovrebbe monitorare il suo rispetto
non è il massimo,
ma si tratta di una delle tante contraddizioni cui i Palazzi europei negli anni ci hanno abituato.

Oggi ci sarà una conferenza stampa in merito, dove interverranno, oltre a Cerno,
il co presidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini, Alessandro Ciriani,
e poi i rappresentanti «esclusi» delle due associazioni, Biancospino e Coghe.
 
Incidente del 2023, avvenuto in territorio comunale con limite velocità 50 km. orari
Chi credete si trovi sul banco degli imputati ?


Per l'ingegner Adinolfi - nominato dalla Procura -
il motociclista procedeva ad una velocità molto elevata,
stimata prima della manora di frenata, in circa 105 km/h, dunque doppia rispetto al consentito in centro abitato.

Per quanto riguarda invece la condotta dell'automobilista,
il consulente ha indicato in 19 km/h la velocità della Tiguan durante la manovra di svolta verso Via Di Vittorio.

Per Adinolfi l'imputato poteva scorgere la due ruote a circa 120 metri di distanza;
il professionista ha però precisato che, stante la velocità elevata del motociclista era difficile valutarne la condotta.
''Poteva vedere un puntino, ma senza troppi riferimenti'' ha detto.

Una vicenda tragica di cui si è discusso stamani in Tribunale a Lecco,
dove si sta svolgendo il procedimento penale nei confronti del conducente della Volkswagen Tiguan,
imputato per omicidio stradale (art.589 cp).
 
Contrordine compagni.

«Non possiamo diventare una nazione di stranieri»:

a pronunciare questa frase non è stato Nigel Farage, leader del partito populista e di estrema destra, Reform UK,
bensì il premier Keir Starmer, esponente laburista.

Lo ha fatto annunciando una serie di restrizioni all’immigrazione, cresciuta sensibilmente in questi ultimi anni.

Starmer, senza rinunciare a valorizzare le risorse umane rappresentate dagli immigrati, propone un filtro:

l’ingresso sarà concesso solo a chi possiede almeno una laurea.


Un’immigrazione «al servizio dell’interesse nazionale», come ha detto lo stesso premier.

Parole che, pronunciate da un esponente di sinistra, possono suonare come un’eresia per l’elettorato progressista.


...................ma tutti tacciono, ahahahahahah.
 
Torno ai referendum.

Molte grida di scandalo da parte dei partiti della sinistra
che considerano quello un atteggiamento non istituzionale,
ma dimenticano che in anni passati hanno usato la stessa arma:

per esempio nel 2016 il Pd chiese l’astensione sulle trivelle,

nel 2003 i Ds fecero fallire i referendum di Bertinotti sul lavoro.

Del resto non è questa l’unica contraddizione della sinistra di fronte ai cinque referendum di Landini
(quattro sul lavoro, tra cui l’abrogazione della riforma Renzi che abolì l’articolo 18,
e uno che abbrevia i tempi per gli extracomunitari che chiedono la cittadinanza italiana):

lo ha detto con perfidia proprio Renzi
ricordando agli smemorati
che si chiede di cancellare normative approvate dai governi Renzi, Gentiloni e Conte,
tutti di centrosinistra:

«Come faranno quelli del Pd che approvarono in Parlamento il Jobs Act
a dichiararsi favorevoli alla sua abrogazione?».
 
 
Sono senza parole.

Garlasco, si setaccia il canale per trovare l'arma. Il racconto dell'inviata​


A Tromello, piccolo comune del Pavese,
da stamane stanno lavorando in maniera incessante i vigili del fuoco,
insieme ai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Milano, a Tromello,

alla ricerca della possibile arma del delitto di Chiara Poggi.
 
Il rischio che Napoli ed il suo hinterland, venga spazzato via da una calamità naturale non è da escludere.

Secondo un calcolo della Protezione civile, il 20% delle case della Zona rossa è abusivo.


"Dalle mie parti si viene sanzionati per una tettoia 2 metri per 1 per riparare gli attrezzi del giardino.
A Napoli centinaia di migliaia di costruzioni abusive, esentasse, e nessuno fiata.
Basta dire che l'Italia è una sola nazione e soprattutto che la Legge è uguale per tutti.
Se anche l'Italia è il Paese dei furbi, e a Napoli sono più furbi di tutti,
è altrettanto vero che anche i furbi ogni tanto picchiano il naso".

"Nel caso di terremoti devastanti e/o di eruzione vulcanica nella zona del Vesuvio
le persone da evacuare dalle abitazioni erano 600 mila"
 

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