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Questo è lo stato di demenza al quale (siamo) sono arrivati.

Si chiama Viogen,
è un algoritmo predittivo e da 15 anni aiuta la polizia spagnola a prendere decisioni
e a classificare il rischio di violenza di genere caso per caso.

Dovrebbe, quantomeno.

Perché secondo quanto riporta la BBC la signora Lisa, da tempo in cattivi rapporti con l’ex,
è stata uccisa dall’uomo nonostante l’algoritmo avesse classificato la situazione come “mediamente pericolosa”.



E allora? Allora Lisa è morta.

E con lei dovrebbero finire anche le illusioni da Silicon Valley,
le promesse salvifiche di un’intelligenza artificiale che tutto vede, tutto prevede, tutto corregge.


Perché finché ci sarà un uomo – o peggio, uno Stato –
che si affida ciecamente a un algoritmo opaco
per decidere se una donna vive o muore, non stiamo parlando di progresso.

Stiamo parlando di abdicazione.

Di resa.

Di deresponsabilizzazione mascherata da efficienza.


Il caso di Lisa – come già fu quello di Compass negli Stati Uniti –
dimostra che senza norme, senza trasparenza, senza controllo umano,
l’AI non è uno strumento: è una sentenza
. Una sentenza cieca.

E non è una metafora:
le autorità spagnole hanno negato la misura restrittiva sulla base del punteggio attribuito da Viogen.
La macchina ha parlato.

Gli esseri umani si sono messi in silenzio.
 
Per chi non capisce...........

Si avvicina sempre di più la data del 19 maggio,
tra pochi giorni cambierà tutto per i clienti di Esselunga.

Il motivo?

Tra qualche giorno ottenere sconti significativi sarà più complicato per chi raccoglie i punti Fidaty a causa delle nuove regole.

Se fino ad oggi, infatti, si ottenevano 2 punti spesa ogni euro (oltre i 5€ per ogni spesa)
dal 19 maggio non ci sarà più la soglia minima dei 5 euro, ma si otterrà solo 1 punto per ogni euro speso.

Le persone abituate a spendere di più perché vanno al supermercato una o due volte alla settimana,
vedranno dimezzarsi i punti accumulati rispetto al sistema attuale.

Secondo alcune stime,​

l'operazione frutterà a Esselunga​

perché è previsto un risparmio di circa 36 milioni

con questo nuovo sistema di raccolta dei punti.​

Ma c'è anche il rischio che si perdano clienti,

qualcuno potrebbe essere attratto da sconti più vantaggiosi da parte di supermercati concorrenti.

Prima con 3.000 punti accumulati

era possibile ottenere un buono da 27 euro.

Il nuovo sistema invece permetterà ogni 2.000 punti e multipli raccolti,

di ottenere 20 euro di sconto.

Se prima con una spesa di circa 1.550 euro si raggiungeva la soglia dei 3.000 punti

e si ottenevano 27 euro di sconto sullo scontrino,

adesso bisogna spendere 2.000 euro per avere uno sconto di 20 euro.

 

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IL TAVOLO OCCULTO DEI TRE PAPEROGA DI GUERRA

Davanti al fiorire di ipotesi sui gesti goffissimi e maldestri dei tre Paperoga guerrafondai (Starmer, Macron, Merz) che cercavano di nascondere con enorme imbarazzo alcuni oggetti sul tavolo della loro riunione in treno, stiamo perdendo di vista un aspetto: questi non vanno valutati con le normali interpretazioni che si riserverebbero alle personalità politiche normali (e sempre più rare) che abbiano ancora una qualche connessione con il loro popolo. In questo caso stiamo parlando di tre assoluti sociopatici in mano a potenti oligarchie per le quali svolgono un lavoro di pura obbedienza, del tutto privi di un pensiero politico autonomo, sempre più indifferenti al consenso perché portati a sacrificare senza battere ciglio intere popolazioni. Qualcuno ha pronto per loro un copione da recitare, dove la democrazia non conterà più nulla.

Starmer, a dispetto dell’intera storia laburista britannica da cui proviene, ha di recente deciso di smantellare entro l’anno con decine di migliaia di licenziamenti il nerbo del sistema sanitario, il tutto mentre stanzia miliardi per un folle riarmo, senza nessun rimorso e nessun occhio rivolto alla colossale impopolarità che gliene deriva. Starmer va come un treno lanciato verso il fianco di una montagna, come se nulla fosse, come se il crescente consenso del partito di Farage dovesse essere travolto da un fatto più grave e inarrestabile.

Macron si è ridotto a reggere tutto il suo potere con manovre di Palazzo talmente misere e impacciate che farebbero apparire i “governi balneari” italiani di 50 anni fa capolavori da statisti. Vuole a tutti i costi spendere il capitale nucleare residuo accumulato dal ruolo di mini-superpotenza della Francia per intestarsi il sabotaggio della pace perseguito dalla classe dirigente globalista russofoba (provvisoriamente ridimensionata dalla confusa perestrojka di Donald Trump). Anche Macron ha messo in modalità “a tutto vapore” la corsa verso la catastrofe, pronto a impedire chissà con quali soprese la corsa di Marine Le Pen.

Merz – da parte sua - vuole assorbire intorno a Berlino gran parte del riarmo europeo e rendere irreversibile la rottura con la Russia, al punto da promettere perfino la distruzione del Ponte di Kerč che unisce la Crimea al resto della Federazione Russa. Anch’egli è già dentro una rovinosa caduta dei consensi, ma lui pure se ne frega, come se fosse disposto a tutto, con i servizi segreti tedeschi che scalpitano per trovare pretesti per eliminare il principale partito di opposizione.

Nessuno stupore quindi che quel che nascondevano in modo grottesco i tre Paperoga guerrafondai possa essere la qualunque. Qualunque cosa nascondessero, non era la più grave praticata delle loro personalità profondamente disturbate al servizio di potentati ancora più impazziti.

Anche se non sarà facile ricostruire una partecipazione di massa, saranno i popoli a doversi riprendere la parola e il peso del consenso sovrano. Diventa una questione di autodifesa, perché l’orizzonte di questi maggiordomi di Blackrock è un’Europa armata e armante votata alla guerra.

di Pino Cabras

Fonte ( )
 

Vedi l'allegato 763879

IL TAVOLO OCCULTO DEI TRE PAPEROGA DI GUERRA

Davanti al fiorire di ipotesi sui gesti goffissimi e maldestri dei tre Paperoga guerrafondai (Starmer, Macron, Merz) che cercavano di nascondere con enorme imbarazzo alcuni oggetti sul tavolo della loro riunione in treno, stiamo perdendo di vista un aspetto: questi non vanno valutati con le normali interpretazioni che si riserverebbero alle personalità politiche normali (e sempre più rare) che abbiano ancora una qualche connessione con il loro popolo. In questo caso stiamo parlando di tre assoluti sociopatici in mano a potenti oligarchie per le quali svolgono un lavoro di pura obbedienza, del tutto privi di un pensiero politico autonomo, sempre più indifferenti al consenso perché portati a sacrificare senza battere ciglio intere popolazioni. Qualcuno ha pronto per loro un copione da recitare, dove la democrazia non conterà più nulla.

Starmer, a dispetto dell’intera storia laburista britannica da cui proviene, ha di recente deciso di smantellare entro l’anno con decine di migliaia di licenziamenti il nerbo del sistema sanitario, il tutto mentre stanzia miliardi per un folle riarmo, senza nessun rimorso e nessun occhio rivolto alla colossale impopolarità che gliene deriva. Starmer va come un treno lanciato verso il fianco di una montagna, come se nulla fosse, come se il crescente consenso del partito di Farage dovesse essere travolto da un fatto più grave e inarrestabile.

Macron si è ridotto a reggere tutto il suo potere con manovre di Palazzo talmente misere e impacciate che farebbero apparire i “governi balneari” italiani di 50 anni fa capolavori da statisti. Vuole a tutti i costi spendere il capitale nucleare residuo accumulato dal ruolo di mini-superpotenza della Francia per intestarsi il sabotaggio della pace perseguito dalla classe dirigente globalista russofoba (provvisoriamente ridimensionata dalla confusa perestrojka di Donald Trump). Anche Macron ha messo in modalità “a tutto vapore” la corsa verso la catastrofe, pronto a impedire chissà con quali soprese la corsa di Marine Le Pen.

Merz – da parte sua - vuole assorbire intorno a Berlino gran parte del riarmo europeo e rendere irreversibile la rottura con la Russia, al punto da promettere perfino la distruzione del Ponte di Kerč che unisce la Crimea al resto della Federazione Russa. Anch’egli è già dentro una rovinosa caduta dei consensi, ma lui pure se ne frega, come se fosse disposto a tutto, con i servizi segreti tedeschi che scalpitano per trovare pretesti per eliminare il principale partito di opposizione.

Nessuno stupore quindi che quel che nascondevano in modo grottesco i tre Paperoga guerrafondai possa essere la qualunque. Qualunque cosa nascondessero, non era la più grave praticata delle loro personalità profondamente disturbate al servizio di potentati ancora più impazziti.

Anche se non sarà facile ricostruire una partecipazione di massa, saranno i popoli a doversi riprendere la parola e il peso del consenso sovrano. Diventa una questione di autodifesa, perché l’orizzonte di questi maggiordomi di Blackrock è un’Europa armata e armante votata alla guerra.

di Pino Cabras

Fonte ( )
Hai mai visto debellare il cancro??
 
Ecco un classico esempio di giornalaio che divulga una notizia falsa.

"Tragico incidente nella mattinata di oggi, domenica 11 maggio 2025,
a La Valletta Brianza: un ciclista è stato investito da un'auto lungo la Sp52.
Stando alla prima ricostruzione dei fatti, il ciclista stava scendendo dalla zona della chiesa di Rovagnate, tenendo la curva larga;
il 66enne è stato quindi urtato dall'auto che proveniva dalla direzione opposta,
sulla quale viaggiava una 25enne, in stato di shock dopo l'accaduto.
Un impatto che non gli ha lasciato scampo."

Ecco la foto di dove si trovava l'auto. Che stava salendo da dietro l'angolo. L'auto era proprio lì.
Sulla sua destra, completamente contro il muro.
Il ciclista in discesa a forte velocità non ha tenuto la curva ed è andato a scontrarsi con l'auto.
1747052087881.jpeg

Lui si è scontatro con l'auto. non l'auto che l'ha investito.
 

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Soliti complottisti.
Ha stato Puten come sempre.

Tutto risolto, grazie alla libera informazione, open mentina e sottopuente, la verità è salva.


È servita la secca smentita dell'Eliseo (con foto e debunking) per dissipare i dubbi sull'immagine che dal treno che ha accompagnava a Kiev i tre leader, sabato, in poche ore aveva fatto il giro delle redazioni e delle cancellerie. Inoculata in rete come un virus pronto a diffondersi via i social per oscurare i tentativi di ottenere da Putin il sì a un cessate il fuoco di 30 giorni - che sarebbe dovuto partire ieri vista l'accettazione di Zelensky e la compartecipazione di Trump alla richiesta - ha corso più veloce di un Tgv. Dai binari per Kiev attraverso quelli della disinformazione online. Fino ad arrivare negli Stetes con l'aiuto di Alex Jones, una delle figure di estrema destra più note del Paese.

Così, un fazzolettino stropicciato usato da Macron, e un innocente bastoncino di bambù tenuto fra le mani dal cancelliere Merz all'arrivo dei fotografi nel vagone, chiamati dagli stessi leader per immortalare il momento di unità (con anche il britannico Starmer), sono diventati un «cucchiaio da cocaina» e un sacchetto di droga. Una volta al Palazzo presidenziale, avviata la prova di forza pro-tregua, è partita la macchina della guerra ibrida per indebolirla. Screenshot su siti complottisti ipotizzavano cocaina furtivamente nascosta da Macron. Il presidente francese allunga la mano sul tavolo per togliere di mezzo in realtà un fazzoletto. Prima lo stringe nel pugno, così che non si veda in foto. Lo infila nella tasca dei pantaloni. Tanto è bastato affinché Macron diventasse un action figure su Instagram, con influencer complottisti pronti a sfruttare anche l'ultima moda di ChatGPT con cui si creano immagini di personaggi noti trasformati in pupazzi realistici giocattolo. In accompagnamento, hanno oggetti che raccontano passioni e stile di vita del raffigurato. Per lui, sono apparse buste di coca.

Se Jones afferma su X che Macron avrebbe lasciato in vista un sacchetto bianco di droga, in un post visualizzato oltre 20 milioni di volte il teorico della cospirazione grida allo scandalo e accusa pure Zelensky di essere un «noto cocainomane» (assente sul treno). La stampa russa si era già attivata: «Al ritorno da Kiev, sono comparsi all'improvviso i giornalisti: Merz e Macron si sono affrettati a nascondere misteriosi dispositivi, sorridendo imbarazzati», ha riferito il canale Pravda. Siti russi parlavano di «strana scoperta». Gazeta ha invece riportato la smentita dell'Eliseo: «Quando l'unità europea dà fastidio, la disinformazione arriva fino al punto da far passare un semplice fazzoletto per della droga, false informazioni diffuse dai nemici della Francia, siate vigili contro le manipolazioni», la replica francese alla fake news. Che però ha corso veloce, da Telegram a X fino ai vertici della Federazione. Prima la versione di Sergei Markov, politologo considerato amico di Putin: la «busta» era «cura per una malattia di cui Macron non vuole che tutti siano a conoscenza». Illazioni su vizietti e dimenticanze. Perfino sul canale Telegram di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri, una ricostruzione irridente.

«Dopo aver spinto Zelensky a ordire un piano per far fallire l'accordo, come nella barzelletta, il francese, l'inglese e il tedesco sono saliti sul treno e... hanno tirato. Al punto da dimenticare di togliere i loro strumenti (sacchetto e cucchiaio) prima dell'arrivo dei giornalisti».
 
Ahahahahahahah

Geppi Cucciari è eccezionale. Puntuale, tagliente, coraggiosa.
Ogni volta che la sentiamo fare una battuta capiamo cosa significhi essere una grande comica. 👀

Anche se è quando vuol essere seria che fa più ridere.

E così, l'altra sera, Geppi Cucciari, nella semifinale di Amici su Canale5
- nemesi della tv di Berlusconi diventata megafono della stessa sinistra che l'ha perseguitato per anni -
ha invitato i giovani a partecipare ai referendum dell'8 e 9 giugno:

«Votare è una questione di principio» ha detto. Leggendo il gobbo.
E alla fine Geppi Cucciari ci ha convinto!

Non andremo a votare.

Cucciari, Gassmann, Mengoni, Barbero
Sui temi del lavoro bisogna sempre fidarsi di chi fatica a guadagnare quei 15-20mila euro netti al mese


Alla sinistra, ci permettiamo un consiglio: non cambiate idea, ogni volta,
sulla partecipazione ai referendum solo in base a ciò che conviene in quel momento.



E a Geppi Cucciari, ci permettiamo di segnalare che mai come oggi non andare alle urne significa esprimere un voto.


Domanda.
Ma i comici e i cantanti che spingono per votare al referendum
lo fanno con lo scopo di raccogliere un voto per il Pd
oppure un «like» per loro?

Mah... Nel dubbio, meglio astenersi.
 

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