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Adesso mi impantano in una bella bega.

Esiste un sistema che ruota attorno al cinema italiano e ai finanziamenti pubblici al cinema italiano.
Esiste da sempre.
Si tratta di veicolare anche contenuti che dicano qualcosa dell’Italia.

Meno comprensibile il fatto che in Italia,
non appena il ministro della Cultura diventa un esponente del centrodestra,
qualcuno alzi il ditino e se ne esca, per altro in un contesto istituzionale, con frasi come:

«Piuttosto che piazzare i loro uomini come fanno i clan nei posti chiave,
si preoccupassero davvero di fare il bene della nostra comunità
mettendo le persone competenti nei posti giusti
e incontrando i rappresentanti di categoria per risolvere davvero i problemi».

A dirlo è stato Elio Germano nella giornata dei David,
come a sottintendere che il centrodestra è partito all’arrembaggio per smontare pezzo a pezzo il cinema italiano.

E poi via a stupirsi che il ministro Giuli gli risponda.
 
Beh, ma allora andiamo a vederlo questo centrodestra
che avrebbe chiuso i cordoni della borsa verso il cinema in generale
e verso quella larga parte del cinema orientata a sinistra.

Vediamo allora un po’ di numeri, a partire proprio dal database del ministero.

E mettendo da parte quei finanziamenti “automatici”, e sono tanti, che vanno sostanzialmente a tutte le produzioni.

Si tratta di esempi, ovviamente, perché se prendessimo in esame tutte le produzioni
dovremmo avere non una pagina ma un vecchio elenco del telefono.


C’è un bel film con nel cast Elio Germano, si intitola Palazzina Laf.
Nel 2024, per la parte in questa pellicola che racconta un processo per mobbing epocale all’Ilva, Germano ha vinto un David.

Il film ha ricevuto 200mila euro di contributo selettivo nel 2021.

Se ci spostiamo ai David proprio di questi anni, un altro film con Elio Germano, Berlinguer - La grande ambizione
ha ricevuto 435mila euro di finanziamento per quanto riguarda il contributo selettivo.
Anno di grazia dell’erogazione? Il 2023, quindi in pieno governo Meloni.

Finanziare film su Berlinguer deve essere proprio un comportamento tipico da clan
che cerca di mettere la mordacchia al cinema italiano.

Per altro finanziamenti arrivati anche a un documentario sul leader del Pci: Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer.

Contributi selettivi nel 2022: 15mila euro, seguiti da altri 25mila nel 2023.

Del resto Germano comunque è abituato a muoversi in opere che devono fare i conti con la micragnosità pubblica.

Tanto per dire Il signore delle formiche, riconosciuto film d’essai nel 2023 ha ricevuto, nel 2021, 300mila euro di contributi selettivi di produzione.

Ma non è proprio il caso di farne una questione ad personam.

Germano ha trovato strano che un ministro accusato in pubblico di procedere come un capo banda,
o peggio un guappo della banda, gli rispondesse.

Perché può capitare prima di dire la propria in quanto famoso attore e poi di sentirsi attaccati come cittadini qualunque.
 
Elio Germano a seguito dell’incontro con il Presidente Mattarella
in occasione del premio ha espresso pesanti critiche verso il ministro della Cultura Alessandro Giuli.
Allora lasciamo stare Germano e diciamo qualcosa sul sistema di finanziamenti che il centrodestra si è trovato a governare.

La "comica" Geppi Cucciari ha riservato un certo numero di battute al ministro come:
«È l’unico ministro i cui interventi possono essere ascoltati anche al contrario, e spesso migliorano».

Il regista Gabriele Salvatores e l’attore e regista Luca Zingaretti, sono tra i firmatari della lettera aperta al ministro Giuli,
inviata ieri in cui hanno espresso solidarietà a Elio Germano e Geppi Cucciari.

Diamo un’occhiata negli anni ai contributi per la sezione dedicata alle opere prime e seconde,
dunque a quei finanziamenti per registi emergenti e la ricerca di nuovi autori.

Luca Zingaretti ha esordito alla regia con il film «La casa degli sguardi», 250mila euro di contributi selettivi quest’anno.

Guardiamo il triennio 2021 - 2023
a ricevere finanziamenti in questo settore sono stati spesso attori piuttosto noti transitati dietro la macchina da presa.

Margherita Buy per Volare ha ricevuto 150mila euro nel 2023.

Neri Marcorè per Zamora 250mila,

Jasmine Trinca 490mila per Marcel! nel 2021.

A parte che, a voler essere maligni, in molti casi si nota una propensione politica a sinistra, esiste un problema bipartisan.
Ovvero che alla regia debutta molto spesso un nome già noto, che ha tutti i contatti giusti e fa già parte abbondantemente
del circolo buono del cinema italiano.

Insomma se al Mic qualcuno si chiede se questo è il modo giusto di promuovere nuovi talenti
non è che si stia ponendo una domanda di destra. Piuttosto una domanda di equità.
 
Strano che in tutto questo chiedersi cosa possa succedere ad ascoltare alla rovescia i discorsi del Ministro Giuli,
copyright Geppi Cucciari, nessuno si sia fermato un attimo a guardare quei casi
in cui i contributi siano andati dove dovevano andare in modo abbastanza indiscutibile.

Il ragazzo dai pantaloni rosa della giovane regista Margherita Ferri ha ricevuto, nel 2025, 200mila euro di contributi selettivi.
La pellicola racconta la storia vera di Andrea Spezzacatena, vittima di bullismo e cyberbullismo omofobo,
che si tolse la vita impiccandosi con una sciarpa in casa sua a Roma il 20 novembre 2012 all’età di 15 anni.
Difficile pensare un tema più inclusivo, per usare una parola di cui un certo cinema abusa.
In questo caso però la narrazione funziona così bene che è stato uno dei film più visti del 2024.

In questo caso il ministero non ha scelto bene?
Forse sì il che, evidentemente, comporta di non parlarne.

Insomma in Italia siamo pieni di artisti che sono artisti anche grazie ai finanziamenti di Stato.

Poi però a sinistra gli artisti sono molto “contro” e privati cittadini alla bisogna.

Sarà anche questa una magia del cinema...
 
E dove la magia non basta si passa agli appelli.

«Chiediamo che il ministero incontri quanto prima le associazioni che uniscono e rappresentano attori, autori e tecnici...
E chiediamo che si fermino invece le polemiche pretestuose e gli attacchi inaccettabili
a chi democraticamente ha mosso critiche all’operato del ministero,
come il nostro collega Elio Germano e la nostra collega Geppi Cucciari».

Così in una lettera aperta al ministro della Cultura un centinaio di attori e registi,
da Amelio a Zingaretti (250mila euro di contributi selettivi per il suo film d’esordio alla regia quest’anno). Tra gli altri anche Salvatores.

Sì proprio quel Salvatores - regista da Oscar, un talento che può far da solo -
il cui Il ritorno di Casanova ricevette 620mila euro di contributi selettivi (2022)
per ottenere circa 760mila euro di box office italiano.



Lo diciamo democraticamente...
 
Non sanno più dove andare a sbattere la testa.
Poveretti.

Landini, leader della Cgil, si unisce alla battaglia del cinema finanziato dallo Stato
contro il governo che si rifiuta di distribuire soldi a pioggia.
Anche il Partito Democratico, non sapendo cosa dire su argomenti più rilevanti,
si getta nella mischia imputando la colpa della crisi del cinema al governo in carica.

Film costati nel complesso milioni di euro ai contribuenti italiani
hanno fatto quattordici, venti, venticinque spettatori.

Alcuni non sono nemmeno andati in distribuzione.

Non è possibile finanziare film che non attirano spettatori in sala,
non passano in televisione, non vanno sulle piattaforme in streaming.

Finanziare tutti finisce col danneggiare le produzioni «reali»
ovvero quelle che sperano di imporsi anche sul mercato.

Si potrebbe dire che proprio a questo servono i finanziamenti:
permettere opere coraggiose senza badare troppo al botteghino e far crescere i talenti.

Ma i finanziamenti, chissà come, finiscono sempre nelle stesse mani.

La crisi del cinema dipende anche e soprattutto dalla qualità dei film.

Quanta spazzatura d'autore (si fa per dire) bisogna smaltire?

Parliamo di soldi pubblici ma parliamo anche di nuove idee cinematografiche, altrimenti è tutto inutile.
 
La colpa è del passaggio a livello.
Invece che educare al rispetto delle regole. Assurdo.

Attraversa i binari con le sbarre abbassate, morta ragazzina delle medie.​


Il passaggio a livello, già oggetto in passato di segnalazioni per la sua pericolosità,
torna ora al centro del dibattito sulla sicurezza ferroviaria nei centri abitati.
 
Il nonno banchiere che ci invidia il mondo.

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Potrebbe fare come questo.

Era, nella sostanza, impossibile che potesse rimanere a lungo con le mani in mano
dopo la conclusione della sua esperienza alla Commissione europea
e infatti, dopo giusto cinque mesi di tempo, riecco tornare in pista Paolo Gentiloni.

Per lui, dopo i cinque anni come commissario Ue all'Economia,
è pronto un nuovo incarico come speaker e consulente per "The European House Ambrosetti",
che è lo stesso think tank che organizza ogni anno a settembre il Forum di Cernobbio.

Insomma, niente improbabile scalata al Partito Democratico di Elly Schlein.


Gentiloni percepirà una retribuzione di 30mila euro per un contratto annuale e rinnovabile
con con "The European House Ambrosetti", precisa la testata paneuropea.

In ogni caso non sono mancate le polemiche a proposito di questa notizia:
Daniel Freund, un eurodeputato tedesco eletto con i Verdi,
ha pesantemente criticato la decisione della Commissione europea
di autorizzare il nuovo lavoro dell'ex commissario europeo.

"È completamente assurdo", ha affermato l'europarlamentare a Euractiv.
 

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