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Parlamento Iran approva chiusura Stretto di Hormuz:​

interruzione del passaggio di navi commerciali di petrolio e gnl​

 
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Brunello, brunello...........

A volte la politica, in questo caso a livello locale, riesce a manifestare un umorismo involontario a dir poco esilarante.
Ciò accade a Perugia, capoluogo della verde Umbria.

Una città amministrata dall’attuale prima cittadina Vittoria Ferdinandi.
Quest’ultima in particolare, così come sempre accade agli oppositori di tutti i colori politici,
in campagna elettorale ha dispiegato un formidabile arsenale di promesse.

Promesse con le quali avrebbe rivoltato come un calzino la città.
Su tutte, relativamente alle particolari e limitate competenze dell’amministrazione locale, la condizione catastrofica delle strade cittadine.

Tant’è che da molti anni è stato addirittura fondato un gruppo su Facebook il cui titolo vale più di qualsiasi argomento:
“Adotta una buca delle strade di Perugia”.

Ebbene, come volevasi dimostrare, in tal senso la situazione sembra addirittura peggiorata,
malgrado il costante intervento di una silenziosa squadra di veri e propri tappa buche che,
come i favolosi gnomi del calzolaio dei fratelli Grimm, è probabile che lavorino di notte
per mettere qualche toppa all’immenso gruviera stradale della città del Grifone.
 
Ma ecco che a questo punto scende in campo Brunello Cucinelli,
noto imprenditore locale di grande successo, da sempre vicino alla cultura politica di sinistra,
il quale lancia insieme alla giovane sindaca, una iniziativa che, per l’appunto,
raggiunge a mio avviso un alto livello di comicità involontaria: La settimana della custodia

che si svolgerà dal 15 al 21 settembre prossimi.

“Un progetto – così come riporta l’Ansa – ideato da Brunello Cucinelli
per sensibilizzare la cittadinanza alla promozione di una cultura civica del conservare, del custodire e dell’abbellire.
Il progetto – spiega l’agenzia di stampa – è stato presentato in una conferenza stampa presso gli spazi di Casa Cucinelli di Milano,
ed è stato accolto con grande favore dal Comune di Perugia,
attore principale della messa in essere dell’iniziativa che coinvolge anche la Regione Umbria,
l’Università degli Studi di Perugia, l’Università per stranieri e l’Accademia di Belle arti di Perugia”.

In estrema sintesi, l’iniziativa è volta a coinvolgere i cittadini in un’opera collettiva di abbellimento,
che parte dal dedicare attenzione

a migliorare la facciata della propria abitazione,

a curare le piante del proprio orto,

a tenere ben pulito il proprio cancello.

Tutto questo, mi sembra doveroso sottolineare, mentre la vegetazione di molte aree verdi della città,
in particolare quella pubblica che costeggia le strade comunali, le sta trasformando in piccole e intricate foreste.

Ma questo non scoraggia affatto il brillante imprenditore, detto anche il “re del cashmere”, il quale dichiara:

“Mi piace pensare che questa Settimana della custodia trovi gioiosamente partecipi tutti i perugini e non solo,
solleciti a cogliere l’importanza di prendersi cura ognuno di una piccola parte della nostra splendida città di Perugia, bene dell’umanità”.
 
Gli ha fatto poi eco la stessa Ferdinandi che, non me ne voglia,
ha espresso la seguente e magnifica supercazzola in perfetto sinistrese del terzo millennio:

“Con questa iniziativa diamo voce e spazio a un’idea di partecipazione attiva e concreta,
che coinvolga ogni cittadina e cittadino, associazioni, imprese e istituzioni.
Custodire la città significa mantenerla viva, darle nuova dignità, restituire luce a quei luoghi che,
anche se apparentemente marginali, sono parte della nostra identità collettiva.
È un gesto quotidiano e semplice, ma profondamente rivoluzionario”.

Ma non basta, spingendosi oltre, la sindaca ha solennemente aggiunto:

“L’iniziativa è stata pensata affinché possa essere esportabile e emulabile.
In questo momento non abbiamo stretto altre collaborazioni con altri comuni,
ma siamo convinti che la forza comunicativa di questo progetto porterà sicuramente a costruire una rete, che sarebbe virtuosa”.


Ed è a questo punto che non ho potuto fare a meno di pensare
ad una formidabile battuta del protagonista del Secondo tragico Fantozzi,
interpretato da Paolo Villaggio, il quale in merito ad famoso film muto del 1925 disse,
sfidando il suo dispotico superiore, che

La corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca!”.
 
Il bombardamento americano dei siti nucleari iraniani segna il tramonto definitivo dell’Onu,
ente debole coi forti e forte coi deboli,
come già la sua precedente versione, la Società (o Lega) delle Nazioni,
fondata nell’ambito della Conferenza di pace di Parigi con la firma del trattato di Versailles del 1919
e morta ufficialmente il 19 aprile 1946, in seguito al fallimento rappresentato dalla Seconda Guerra mondiale.

Il motivo è sempre lo stesso: usa due pesi e due misure;

famosa, all’epoca, la risposta di Benito Mussolini alle accuse della Lega riguardo all’occupazione dell’Abissinia:

“La Lega va molto bene quando sparano ai passeri, ma non quando le aquile scendono in picchiata”.


Ai possessori di cervello binario che pensano che io difenda i regimi autoritari e i terroristi:

se l’Iran non costituisce più una minaccia atomica sono contento.

Ma sarei ancora più contento se la minaccia atomica fosse completamente eradicata,
denuclearizzando tutti gli altri Paesi, a partire da Stati Uniti e Cina, gli attuali padroni del vapore.

Argomento tabù, naturalmente.

E allora bando alle ipocrisie:

eliminiamo quel gran serraglio costoso che è l’Assemblea generale.
Rimanga solo il Consiglio di sicurezza, coi suoi veti incrociati,
a fare da foglia di fico alla legge del più forte,
la sola vera determinante del diritto internazionale.
 

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