Anche tra i dem, la discussione c’è stata e c’è.
Del resto l’Europa non è l’unico fronte che divide il Pd.
L’altro, ancora più delicato, sono le elezioni regionali che si svolgeranno dopo l’estate, su cui il quadro non è ancora chiuso.
I casi più spinosi sono la Toscana, la Puglia e la Campania.
Nella prima, lo stallo ruota attorno al governatore in carica, Eugenio Giani,
che aspetta di essere riconfermato dal Nazareno così da correre per un secondo mandato.
Il suo consenso è alto, come ha dimostrato la classifica annuale del gradimento di governatori stilata dal Sole24ore
e che lo ha visto al quarto posto.
Eppure l’investitura da Roma non arriva.
Il motivo è semplice: Schlein, che non ha nessuno dei suoi tra i presidenti di Regione, vorrebbe approfittare dell’occasione.
E ha già due nomi nel cassetto: il segretario regionale Emiliano Fossi o il deputato Marco Furfaro.
Si aggiunge che M5S e Avs, ossia gli altri due azionisti del campo largo, non vogliono Giani.
E Schlein si è data come priorità di tenere unito il centrosinistra nelle prossime scadenze elettorali.
Poi c’è il caso Puglia:
il predestinato a succedere a Michele Emiliano è Antonio Decaro, campione di preferenze nelle elezioni europee.
L’accordo era chiaro: vai a Bruxelles, poi torni in Puglia.
Ma Decaro sta cambiando idea, avendo subodorato che, anche in caso di vittoria,
rischierebbe di finire nella morsa tra Emiliano e Nichi Vendola,
entrambi intenzionati a candidarsi al consiglio regionale.
Infine c’è la Campania, dove il Pd ancora non ha trovato un accordo con Vincenzo De Luca,
deciso a vendere cara la pelle (ossia i voti che può spostare da una parte e dall’altra).
Schlein vorrebbe cedere la regione ai Cinquestelle (cioè a Roberto Fico),
in cambio dell’appoggio nelle Marche e in Toscana.
Ma De Luca chiede una contropartita.
.........Che, ancora, non c’è.