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Quattro gatti pro pal berciano contro Libero: andate a lavorare​

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Ahahahahahah

La sessione plenaria del Parlamento europeo, a Strasburgo,
ha bocciato con 360 voti contrari, 175 a favore e 18 astensioni,
la mozione di censura contro la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Come spiegato dalla presidente Roberta Metsola prima di aprire la sessione di voto,
questa votazione si è tenuta con la maggioranza dei deputati
- erano 553 votanti sul numero di componenti di 720 -
e per la sua adozione erano necessari i due terzi dei votanti.
 
A votare a favore sono state le delegazioni del Movimento 5 stelle e della Lega.

I pentastellati, in particolare, hanno commentato:

"Sulla mozione di sfiducia noi siamo stati coerenti nel bocciare la peggiore Commissione della storia europea.
Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia invece sono passati dal 'mai inciuci con la sinistra'
a fare da stampella a Ursula Von der Leyen unendo i loro voti a quelli dei Verdi europei e dei Socialisti. Che brutta fine".
 
Contro la sfiducia si sono espressi sia il Ppe che il gruppo dei Socialisti e Democratici.

Per marcare un malcontento più generale nei confronti della Von der Leyen,
a cui si rimprovera la scelta di aver aperto ai gruppi di destra,

inaugurando una sorta di doppio binario

per cui su alcuni provvedimenti si affida alla maggioranza che l’ha riconfermata,

in altri ai Conservatori che, invece, non l’hanno sostenuta, ma su alcuni temi sono pronti a farlo.

AHAHAHAH la politica.
 
Anche tra i dem, la discussione c’è stata e c’è.

Del resto l’Europa non è l’unico fronte che divide il Pd.

L’altro, ancora più delicato, sono le elezioni regionali che si svolgeranno dopo l’estate, su cui il quadro non è ancora chiuso.

I casi più spinosi sono la Toscana, la Puglia e la Campania.

Nella prima, lo stallo ruota attorno al governatore in carica, Eugenio Giani,
che aspetta di essere riconfermato dal Nazareno così da correre per un secondo mandato.
Il suo consenso è alto, come ha dimostrato la classifica annuale del gradimento di governatori stilata dal Sole24ore
e che lo ha visto al quarto posto.
Eppure l’investitura da Roma non arriva.

Il motivo è semplice: Schlein, che non ha nessuno dei suoi tra i presidenti di Regione, vorrebbe approfittare dell’occasione.
E ha già due nomi nel cassetto: il segretario regionale Emiliano Fossi o il deputato Marco Furfaro.

Si aggiunge che M5S e Avs, ossia gli altri due azionisti del campo largo, non vogliono Giani.

E Schlein si è data come priorità di tenere unito il centrosinistra nelle prossime scadenze elettorali.

Poi c’è il caso Puglia:
il predestinato a succedere a Michele Emiliano è Antonio Decaro, campione di preferenze nelle elezioni europee.
L’accordo era chiaro: vai a Bruxelles, poi torni in Puglia.
Ma Decaro sta cambiando idea, avendo subodorato che, anche in caso di vittoria,
rischierebbe di finire nella morsa tra Emiliano e Nichi Vendola,
entrambi intenzionati a candidarsi al consiglio regionale.

Infine c’è la Campania, dove il Pd ancora non ha trovato un accordo con Vincenzo De Luca,
deciso a vendere cara la pelle (ossia i voti che può spostare da una parte e dall’altra).

Schlein vorrebbe cedere la regione ai Cinquestelle (cioè a Roberto Fico),
in cambio dell’appoggio nelle Marche e in Toscana.
Ma De Luca chiede una contropartita.

.........Che, ancora, non c’è.
 
A che punto siamo arrivati e sarà sempre peggio.
Dementi. Poveri dementi smidollati, senza palle.

Wimbledon, l'incredibile resa dell'uomo di fronte alla macchina

e alla tecnologia dell'Intelligenza Artificiale

 

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