L’attuale linea dei più grandi partiti d’opposizione, Partito democratico e Movimento 5 stelle,
non aiuta certamente il sistema politico a imboccare la strada sempre più obbligata di una riduzione della spesa pubblica corrente.
Una spesa corrente che, anche a causa del grave problema demografico che ci affligge oramai da decenni,
solo dal lato previdenziale assorbe circa il 18 per cento del Prodotto interno lordo;
livello difficilmente sostenibile nel medio e lungo periodo.
Ebbene, questa opposizione anziché incalzare il centrodestra sul tema che a nessun politico di professione piace,
ovvero l’alleggerimento di un perimetro pubblico che assorbe ben oltre metà del reddito nazionale,
rilancia la sua ben nota inclinazione a promettere pasti gratis per tutti.
Una ricetta che quando hanno governato gli epigoni di Beppe Grillo
ci è costata un colossale buco di bilancio,
quantificato a regime in oltre 200 miliardi di euro.
In particolare, la segretaria pasionaria dem, criticando alcune dichiarazioni della premier Giorgia Meloni,
espresse in chiusura della kermesse di Atreju, ha rispolverato l’antico pauperismo di stampo marxista,
sostenendo che i frigoriferi degli italiani sarebbero desolatamente vuoti.
Tuttavia, ha poi sostenuto in soldoni, l’alternativa per riempirli c’è, sottintendendo il cosiddetto campo largo,
e sarebbe assolutamente pronta e perfettamente in grado di trasformare il Paese in un luogo di grande prosperità.
Ma anche alcuni esponenti dei suoi alleati serpenti del M5s
(che sono così fedeli al patto di ferro col Pd
che in Europa hanno votato per togliere l’immunità
alla dem Alessandra Moretti, indagata nell’inchiesta Qatargate)
in questi giorni imperversano sulle varie emittenti televisive replicando, spesso con atteggiamenti più ruspanti,
la linea schleiniana, vestendo i panni di improvvisate dame della carità che,
quasi magicamente una volta tornati nella stanza dei bottoni, riempiranno a costo zero i carrelli della spesa degli italiani.