Val
Torniamo alla LIRA
L'avevo già scritto io, ora qualcuno se lo domanda.
A Civitanova Marche la comunità nigeriana ha fatto la sua sceneggiata, orchestrata dal Pd e dai centri sociali,
buttandola sul vittimismo scientifico: siamo persone non animali, non ci salutano se passiamo, vogliamo considerazione, che significa soldi, mantenimento.
Surreale, visto che l'iomicidio era avvenuto per mani di uno psicopatico pregiudicato,
oltretutto non del posto, e scomodare il razzismo più che strumentale era demenziale.
Ma suonava bene, siamo in campagna elettorale e allora giù tutti, comunità nigeriana,
Pd, Letta, campo largo, don Vinicio Albanesi, giornali di riferimento,
tutti addosso alla Meloni e a Salvini con la clava del razzismo immaginario,
c’era pure un fissato, certo Berizzi, che vaneggia, in modo comico, su Twitter dove riscuote tsunami di ironie.
Tutti, anche la sacra comunità nigeriana che quando alcuni dei loro trucidarono una giovane tossica per poi smembrarla,
non avendo fatto in tempo “a mangiarla”, come si dolevano al telefono, non si erano per niente scomodati.
Stampa democratica silente
Dieci giorni dopo, a poca distanza, in un parco giochi per bambini
trovano un coltellaccio sporco di sangue, come in un fumetto di Diabolik;
il sangue di un tunisino nel frattempo morto in ospedale, dove qualcuno, nell’ombra, lo aveva portato.
La stampa progressista ci si era subito eccitata, ah,
che ce ne vorrebbe una al giorno di queste faccende,
poi, inopinatamente, subito si chiariva la realtà:
regolamento di conti tra spacciatori e tra parenti,
due cugini che si sono fatti a pezzi, entrambi irregolari.
La stampa democratica ha così rinculato, con la coda tra le gambe:
due righe in cronaca, zitti e buoni, aspettiamo la prossima occasione,
che Letta di problemi ne ha già fin sopra i capelli.
È incredibile il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica, Forza Italia, quando se ne viene fuori:
“Ah, due morti ammazzati in dieci giorni, qui abbiamo una emergenza”.
Ma che paese amministra, Ciarapica?
Lo sa o non lo sa che la sua cittadina è da tempo, da anni
nella preoccupazione delle forze dell’ordine quanto a violenza spicciola, spaccio e connessi?
Lo sa, ma fa Alice nel Paese delle meraviglie.
Allora diciamo le cose come stanno, se non altro perché abbiamo contezza diretta,
in questi lidi sopravvivendoci da 40 anni.
Diciamo che i preti sociali possono metterla come gli pare ma qui di razzismo ne alligna poco
Diciamo che la droga è in mano ai maghrebini e nigeriani
mentre l’azzardo è appannaggio dei balcanici e non è una piaga minore.
Diciamo che nella vicina Lido 3 Archi di Fermo, a meno di 10 chilometri da Civitanova,
da 40 anni si agita un inferno brulicante di criminalità dal sud Italia frammista ad altre venti o trenta etnie,
Diciamo che l‘80% delle presenze è ufficialmente irregolare,
che ci stanno le crack house, le case della droga, sorvegliate da sentinelle armate di machete,
che agguati, regolamenti di conti, accoltellati sono all’ordine del giorno e della notte;
e che appena una settimana fa la polizia ha faticato a entrare nel feudo di altri algerini e tunisini come i due di Civitanova,
i quali ormai non li temono e dentro tengono cani feroci sedati e pieni di ovuli di eroina e cocaina da ricacare.
E questa varia umanità e lugubre e terribile poi si sparpaglia lungo la Statale Adriatica,
chi come transessuali,
chi come spacciatori, arriva
verso nord fino a Porto Sant’Elpidio e Civitanova,
verso sud a Porto San Giorgio,
dove pure insiste un problema di delinquenza spicciola e balordaggine giovanile
che la nuova giunta appena insediata farà bene a prendere di petto,
a Marina Palmense, a Pedaso.
A Civitanova Marche la comunità nigeriana ha fatto la sua sceneggiata, orchestrata dal Pd e dai centri sociali,
buttandola sul vittimismo scientifico: siamo persone non animali, non ci salutano se passiamo, vogliamo considerazione, che significa soldi, mantenimento.
Surreale, visto che l'iomicidio era avvenuto per mani di uno psicopatico pregiudicato,
oltretutto non del posto, e scomodare il razzismo più che strumentale era demenziale.
Ma suonava bene, siamo in campagna elettorale e allora giù tutti, comunità nigeriana,
Pd, Letta, campo largo, don Vinicio Albanesi, giornali di riferimento,
tutti addosso alla Meloni e a Salvini con la clava del razzismo immaginario,
c’era pure un fissato, certo Berizzi, che vaneggia, in modo comico, su Twitter dove riscuote tsunami di ironie.
Tutti, anche la sacra comunità nigeriana che quando alcuni dei loro trucidarono una giovane tossica per poi smembrarla,
non avendo fatto in tempo “a mangiarla”, come si dolevano al telefono, non si erano per niente scomodati.
Stampa democratica silente
Dieci giorni dopo, a poca distanza, in un parco giochi per bambini
trovano un coltellaccio sporco di sangue, come in un fumetto di Diabolik;
il sangue di un tunisino nel frattempo morto in ospedale, dove qualcuno, nell’ombra, lo aveva portato.
La stampa progressista ci si era subito eccitata, ah,
che ce ne vorrebbe una al giorno di queste faccende,
poi, inopinatamente, subito si chiariva la realtà:
regolamento di conti tra spacciatori e tra parenti,
due cugini che si sono fatti a pezzi, entrambi irregolari.
La stampa democratica ha così rinculato, con la coda tra le gambe:
due righe in cronaca, zitti e buoni, aspettiamo la prossima occasione,
che Letta di problemi ne ha già fin sopra i capelli.
È incredibile il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica, Forza Italia, quando se ne viene fuori:
“Ah, due morti ammazzati in dieci giorni, qui abbiamo una emergenza”.
Ma che paese amministra, Ciarapica?
Lo sa o non lo sa che la sua cittadina è da tempo, da anni
nella preoccupazione delle forze dell’ordine quanto a violenza spicciola, spaccio e connessi?
Lo sa, ma fa Alice nel Paese delle meraviglie.
Allora diciamo le cose come stanno, se non altro perché abbiamo contezza diretta,
in questi lidi sopravvivendoci da 40 anni.
Diciamo che i preti sociali possono metterla come gli pare ma qui di razzismo ne alligna poco
Diciamo che la droga è in mano ai maghrebini e nigeriani
mentre l’azzardo è appannaggio dei balcanici e non è una piaga minore.
Diciamo che nella vicina Lido 3 Archi di Fermo, a meno di 10 chilometri da Civitanova,
da 40 anni si agita un inferno brulicante di criminalità dal sud Italia frammista ad altre venti o trenta etnie,
Diciamo che l‘80% delle presenze è ufficialmente irregolare,
che ci stanno le crack house, le case della droga, sorvegliate da sentinelle armate di machete,
che agguati, regolamenti di conti, accoltellati sono all’ordine del giorno e della notte;
e che appena una settimana fa la polizia ha faticato a entrare nel feudo di altri algerini e tunisini come i due di Civitanova,
i quali ormai non li temono e dentro tengono cani feroci sedati e pieni di ovuli di eroina e cocaina da ricacare.
E questa varia umanità e lugubre e terribile poi si sparpaglia lungo la Statale Adriatica,
chi come transessuali,
chi come spacciatori, arriva
verso nord fino a Porto Sant’Elpidio e Civitanova,
verso sud a Porto San Giorgio,
dove pure insiste un problema di delinquenza spicciola e balordaggine giovanile
che la nuova giunta appena insediata farà bene a prendere di petto,
a Marina Palmense, a Pedaso.