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Poveri pidioti non sanno a cos'altro aggrapparsi. Che fine indegna.


Fa discutere l'ultima puntata della striscia serale "Il Cavallo e la torre", curata dal giornalista Marco Damilano.

Ieri sera, infatti, è stata mandata in onda un'intervista al filosofo francese Bernard Henri Levy
che si è sostanziata in un lungo attacco in particolare a due partiti italiani, Lega e Fratelli d'Italia.

Il ché, a sei giorni dalle elezioni e in regime da par condicio, ha ovviamente sollevato un polverone.


"Dieci minuti di monologo senza contraddittorio,
una violenta invettiva contro due forze politiche (Fdi e Lega) legittimamente in corsa per le elezioni politiche di domenica prossima,
in aperta violazione della par condicio ed in contrasto con l'essenza stessa del servizio pubblico che ha nel pluralismo una delle sue ragion d'essere.
L'ospitata del filosofo francese Bernard Henri Levy nella striscia quotidiana di Marco Damilano su Rai3 "La Torre e il Cavallo"
è contraria a qualsiasi regola di equilibrio e pluralismo ed inaccettabile per chi fa informazione e giornalismo, ancora più grave in prossimità di una consultazione elettorale".

"Damilano, giornalista esterno alla Rai (ingaggiato con un lauto compenso a fronte di quasi 2.000 giornalisti interni e piazzato non a caso davanti al cavallo di Messina a rappresentare l'Azienda)
non ha minimamente arginato l'attacco veemente del filosofo francese, neanche quando è arrivato ad affermare che in alcuni casi,
cioè quando il voto non corrisponde alle sue preferenze politiche, bisognerebbe abolire la democrazia!

Una pessima pagina per la Rai, ancor più alla luce delle direttive Agcom e della Commissione Parlamentare di Vigilanza
che richiamano con forza al massimo equilibrio nei tempi e nella gestione degli spazi, come appropriato alla missione del Servizio Pubblico, più che mai in campagna elettorale",
 
Giusto per capire.

Giulio Tremonti, ex ministro dell'Economia, è ospite dell’edizione del 20 settembre di Coffee Break, talk show di La7 condotto da Andrai Pancani,
e dice la sua sul comportamento dell’Europa nei confronti dell’Ungheria, accusata di aver violato lo stato di diritto e di essere un’autocrazia elettorale.

Tremonti parte da un esempio per descrivere la situazione:

“A gennaio la Corte di giustizia europea ha condannato la Polonia perché fuori dallo stato di diritto,

il giorno dopo von der Leyen e Metsola chiedono di applicare le sanzioni alla Polonia.

Qualche giorno dopo la Polonia passa dalla polvere agli altari perché accoglie in modo fraterno i profughi dall’Ucraina e non si è più parlato di sanzioni a Varsavia.

L’altro giorno due donne polacche sono state applaudite dal Parlamento europeo come simbolo dell’Europa.

Io credo che molte delle valutazioni che vengono fatte devono essere viste in questa prospettiva di quali sono i meccanismi e come funzionano le procedure europee”.



“Penso che il caso dell’Ungheria sia un caso in cui, più della democrazia, è in discussione la postura verso la Russia”.
 
Buffoni che vengono premiati per il loro "sporco lavoro".
Preparare un terreno minato ed un vuoto assoluto per chi vincerà le elezioni.

“In questo momento l’ossessione di una parte consistente degli italiani è come far fronte a questa emergenza,
rispetto alla quale la politica italiana è generica e inconcludente.

La politica europea è pessima, l’Europa si sta comportando malissimo davanti a questa emergenza.

È divisa, spaccata, in competizione.

La Francia non dà l’elettricità all’Italia,

la Germania nega il gas perché ne ha un terribile bisogno,

paesi sobri contro spendaccioni…


Mentre a Bruxelles si discute in modo inconcludente qui le imprese muoiono”.


Racconta la realtà attuale:

“Un tessuto diffusissimo di microimprese, soprattutto nei settori della ristorazione, rischia di morire.

Così come i fornitori minori di energia, che falliscono perché gli utenti non riescono a pagare le bollette.

Per chi vincerà le elezioni sarà una bella condanna dover governare in questa situazione.

Non mi stupisce che una figura come Mario Draghi possa perfino offrirsi come loro protettore nel contesto internazionale”.
 
Ahahahahahah pure le cisterne ora. E nuova SPECULAZIONE.


Secondo Bloomberg, mentre l’Europa cerca petrolio, gas e combustibili da qualsiasi luogo che non sia la Russia,
si sta creando una carenza sul mercato delle navi cisterna,
in quanto le navi che trasportano combustibili fossili per l’Europa devono percorrere distanze maggiori, limitando il numero di viaggi effettuabili
.

Di conseguenza, anche i costi di trasporto sono elevati,
con il costo di spedizione di una nave cisterna di gas naturale liquefatto statunitense verso la Cina al livello più alto dal 2020, si legge nel rapporto.

Secondo i dirigenti del settore, il mercato del GNL è quello che sta soffrendo di più,
perché la flotta di navi metaniere è già piuttosto limitata.

Inoltre, queste navi sono già state prenotate per l’inverno,
poiché gli spedizionieri prevedono un’impennata della domanda di GNL durante la stagione di picco della domanda.

Inoltre, si stanno preparando per il riavvio di Freeport LNG, previsto per novembre.


Oltre a tutto questo, i commercianti stanno mettendo più greggio e combustibili in depositi galleggianti,
cioè petroliere e cisterne ferme in porto, ha osservato Bloomberg.

Ciò sta contribuendo a creare un mercato delle navi cisterna molto ristretto,
che sta per diventare ancora più rigido con l’aumento della domanda di navi per il trasporto di combustibili fossili.


All’inizio del mese Bloomberg ha osservato che i commercianti
si sono affrettati ad assicurarsi il maggior numero possibile di navi cisterna adatte ai mari polari e ghiacciati
in previsione dell’embargo UE sul greggio russo.

L’embargo vedrà il greggio russo dirigersi verso direzioni extraeuropee e gran parte di esso utilizzerà probabilmente la Northern Sea Route.


Inoltre, la costruzione di navi cisterna ha subito un rallentamento negli ultimi anni,
contribuendo ulteriormente alla rigidità del mercato in un momento in cui si profila un’impennata della domanda.


Ciò suggerisce un forte potenziale di ulteriore rialzo per i prezzi dei noli delle navi cisterna, aggiungendo costi energetici per gli importatori.


Secondo gli operatori, citati da Bloomberg, le economie asiatiche sono particolarmente vulnerabili
agli effetti negativi della situazione se vogliono importare petrolio e gas dagli Stati Uniti con breve preavviso,
poiché ciò potrebbe non essere possibile una volta iniziata la stagione del riscaldamento.
 
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Nei primi anni '60 l'America (la sua élite) ha un idea fortemente econocentrica della gestione del potere.

La guerra fredda e lo scontro tra le intelligence (CIA Vs KGB) sposta di nuovo l'asse.

Se infatti fino a quel momento era la finanza a governare sulla produzione, tramite il controllo delle materie prime, come il petrolio,

la CIA si accorge che il KGB sta sperimentando metodi per il controllo della Mente e si getta all'inseguimento di questo "pericolo".


Infatti se il territorio non è più la finanza capitalista ma la Mente, chi può dire chi è il nemico? Nessuno è più al sicuro!



Per trent'anni si "accendono" gli esperimenti più osceni che si possono immaginare.

Ne abbiamo qualche sentore per il poco che emerge, come MKUltra che non a caso è una commissione Rockefeller,
presieduta da Nelson che "scopre" le attività segrete della CIA e di MKUltra.

Qualcuno aveva intuito il potenziale e lo stava usando per guerre intestine evidentemente.

Siamo negli anni '70 e gli altarini emergono con Gerald Ford nel 1975.

Ovviamente il potenziale per la difesa è immenso
e possiamo tranquillamente ipotizzare che gli esperimenti andarono avanti più e meglio di prima, con l'accordo tra le parti.


Arriviamo quindi ai giorni nostri e con questo velocissimo sorvolo abbiamo più chiaro da dove nasce la cultura della paura,

quali sono le radici storiche e culturali che mettono al centro il suo uso e sfruttamento a fini di potere.

Si indaga appronditamente come la paura agisce sulla Mente e con essa come si controlla la Mente.

Diciamo che è stata in quel periodo data una risposta scientifica ai meccanismi che governano la Mente umana e per ragioni di difesa.

Dell'élite ovviamente, non la nostra.



Se c'è un problema di difesa allora è necessario creare una risposta e non poteva che essere tecnologica.

Se il centro del contendere è la Mente è chiaro che il bersaglio siamo noi.

Tutti.

Gli utili idioti.

Perché in un mondo che si basa su transazioni (=scommesse) fatte esclusivamente col culo degli altri, chi controlla la Mente controlla l'economia.



Semplice.


Quindi nasce Internet che trasforma una rete di relazioni economiche e geopolitiche per pochi intimi

in una rete fisica di scambio di informazioni che coinvolge tutto e tutti.


Un caso? Non credo proprio.
 
Spoiler dei post della prox settimana post elezioni... :d:

- elettori che sbagliano a votare
- elettori analfabeti funzionali
- elettori che si fanno fregare dalle fake news sui social
- necessità di un patentino per votare
 

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