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Finalmente anche l’Italia avrà, a breve, un Esecutivo politico che è diretta espressione di un chiaro mandato popolare.

Un Esecutivo politico atteso per ben 11 anni.

Mai più, quindi, un Governo che è risultato di manovre di Palazzo sotto la regia di Presidenti della Repubblica
che non hanno svolto il ruolo di super partes!

Inquilini del Quirinale che sono scesi in campo giocando la partita contro i partiti del centrodestra.

La larga maggioranza assegnata dalle elezioni politiche, alla coalizione risultata vincente, nei due rami del Parlamento
rende possibile un Governo di legislatura che potrà incidere in profondità sulle riforme che sono indifferibili.


Non è vero che la Costituzione italiana è “la più bella del mondo”!

Legge fondamentale che è stata “interpretata per gli amici e applicata per i nemici”.



Gli italiani, che sono tutt’altro che sprovveduti, non si sono fatti abbindolare dalle ingerenze
e dalle non troppo velate minacce della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Non si sono fatti spaventare dagli editoriali dei giornaloni stranieri che tifavano per la sinistra.

Le minacce di crisi finanziarie legate alla esplosione dello spread sui titoli di Stato non hanno funzionato
come quando la cancelliera tedesca, Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sárközy,
con l’avallo del presidente Giorgio Napolitano, hanno fatto fuori il Governo di Silvio Berlusconi.



.
 
Gli stessi media italiani che prima imboccavano gli editorialisti stranieri per poi esaltarne l’analisi ne escono sconfitti.

Quanta superficialità di quel giornalismo che alcuni prendono come riferimento: “I fatti separati dalle opinioni”.

Pochi fatti e opinioni di parte!

La sconfitta delle sinistre è uno spartiacque epocale.

I governi da oggi in poi li decideranno di nuovo gli elettori e non i potentati economici e le nomenclature.

Se il centrodestra saprà fare sintesi sulle fisiologiche differenze tra i partiti della coalizione,
avrà l’occasione storica di rilanciare uno dei Paesi più forti economicamente del mondo.

Una struttura industriale capace di esportare oltre 600 miliardi di euro di prodotti di eccellenza nel resto del mondo.

Una tra le più alte propensioni al risparmio dei propri cittadini.

Il risparmio degli italiani è il nostro petrolio e gas.

Se gli italiani dessero fiducia ai nostri titoli di Stato,
taglieremmo le unghie alla speculazione sullo spread
sui tassi d’interesse dei nostri titoli rispetto a quelli spagnoli e portoghesi,
che non trova riscontro sui fondamentali della nostra economia.


Perfino nelle condizioni date è eccessivo il differenziale dei nostri Btp decennali con quelli del Bund tedesco.


L’Italia è libera di scegliere il proprio futuro
e scrollarsi di dosso il complesso di sudditanza nei confronti di un’Europa matrigna
e di un Paese come gli Stati Uniti d’America con il quale dobbiamo essere alleati ma non più una colonia mascherata!
 
Malimortacci deggiorgia e li mortanguerieri: lei vince, convince e noi si deve star qui a registrare un Paese che cambia, se cambia,
e di una sinistra che non cambia perché non può cambiare,
perché la stronzaggine ce l’ha nel codice genetico, nel codice a barre e pure nel q erre.

E qui non si dice dell’esultanza, tutta de panza, perché qualcuno ha vinto e qualcuni ha perso:
ma del sollievo perché il regime è cascato, il grumo Pd è bruciato.

Il 25 aprile arriva con 5 mesi di ritardo ma alla fine, come il Natale, quando arriva, arriva:
e lo è stato, un regime, orrendo, feroce, folle, ignobile, al punto che le sue facce truci
sono state spazzate via, perfino nella rossa Toscana, perfino nell’Emilia paranoica.

A dispetto delle manovre, le manfrine, le mascherine per farlo durare, per non far votare,
e ce ne sarebbe da dire anche su, su, più su…

E quel regime non vogliamo che succeda mai più, ed è per questo che dovremo vigilare,
anche su questi nuovi, perché il potere ubriaca e l’esperimento sociale ha già attecchito
ed è una tentazione troppo forte per chiunque, rossi o neri o gialli che siano.


Però oggi è il tempo del sollievo.

È buffo, ma il 25 aprile che cade di settembre ha il sapore di una liberazione dai compagni:

ciao belli, a non più rivederci.
 
Una strage di facce e di candidature,
da Di Maio che fa l’aeroplano avvitato a spirale e si schianterà di nuovo al san Paolo,
fino ad Andrea Romano per il quale, volendo,
si potrebbe avviare una nuova carriera al Grande Fratello Vip, così almeno sta appresso alla moglie.

Quanto rosicano, Dio, quanto:

alka seltzer a ettolitri, e rischiamo di scrivere non un pezzo ma l’Eneide.

Spuntano come zombi, oppure si nascondono come sorci (sorcini), che è pure peggio.

Qui si vede l’assunto di partenza, ovvero i piddini, la sinistra, è incapace di far tesoro delle legnate
– perché qui, come diceva il nipotino odioso di Lino Banfi, “sono bastonate, neh!” –
può solo incarognirsi peggio e insistere sulla propria natura.


Prendi i liceali del Manzoni di Milano: a urne ancora calde okkupano la skuola, gesto simbolicamente deficiente.

Ai compagni, di classe e di fede, andrebbe parafrasato il compagno Togliatti,
che loro non conoscono ma era quello che diceva al compagno Pajetta che aveva occupato la prefettura:

“E adesso che l’avete occupata cosa ve ne fate?”.

La settimana corta, ecco cosa.

All’insegna delle fumisterie da canne, tanto più rincoglioniti così non si può essere.


Li supera un Gad Lerner più grifagno che mai:
eccolo scattare, su Twitter, in sarcasmo alla Giorgia che scherzando compare con due meloncini,
cosa che fa inorridire il compagno Rolex: e che doveva metterci, le P38 servite per Calabresi?


Repubblica, a proposito di non imparare dagli errori, sbrocca, scontata, sul “Gran Consiglio della Meloni”.
Veramente di consigli, anche piccoli (ma non Piccolo, quello che prima tracanna lo Strega e poi scrive), avrebbe bisogno Repubblica:
lo ha capito il diuettoue Molinaui, che dopo aver dipinto per mesi Giorgia Meloni come un ibrido fra Wanna Marchi e mamma Ebe,
iersera già la corteggiava felpatamente in tivù: ma poco gli servirà, la campagna forsennatamente piddina ha creato emorragie nel pubblico, a, ue, ui, il lettoue non va lì.


Il compagno Berizzi, quello ossessionato dai fascisti, tace.
L’hanno visto scappare a passo di lepre, inseguito non dalle camicie nere ma dagli arzilli nonnini dell’ANPI:
ha talmente rotto i coglioni a tutti da aver scatenato l’effetto boomerang,
avessero potuto, avrebbero votato Giorgia pure quelli della Volante Rossa, per rigetto, per saturazione.


Ma Becerizzi non è il solo a spaccare i timpani con l’assordante silenzio dopo aver frantumato i maroni per mesi e mesi.
Tanto garruli prima, così latitanti adesso (da domani ricominceranno a ringhiare, vedrete, ma in un modo un po’ diverso:
perché le sovvenzioni di stato vengono prima e oggi per avere qualche dindino tocca citofonare Meloni).


Ecco, dunque, un’altra realtà in controluce:
la vecchia storia degli influencer non regge più, la bolla è scoppiata, come i voti anche i follower non si contano, si pesano.
 
I Ferragnez di soldo e di governo, che invitavano a votare il partito del presidente, hanno sì spostato voti:
in direzione ostinata e contraria ai loro desiderata.

Lucianina Littizzetto chi l’ha vista, sarà in una delle sue 22 magioni a passare lo straccio.

Alla Bertè è scoppiato il labbrone,

Ariete prende a testate il portone del Nazareno,

Levante è attualmente deponente,

l’altra Giorgia per fortuna “non rompe i coglioni”;

quanto a Paola Turci e moglie Francesca Pascale, aveva giurato: se vince la Meloni, noi si salpa per mai più tornare.
Cazza la randa! Destinazione Lesbo, in Grecia, sul panfilo “Silvio I”, per la serie: c’è chi può.

Un’altra che minacciava migrazioni in reverse, col marito, era l’ex ministrona Bellanova: mi raccomando, che la chiatta sia grande e soprattutto solida.

E, a proposito, come faremo senza la Jasmine Cristallo, anche lei determinata a “lasciare la nazione”?
Una sardina con le labbra rifatte non si era mai vista, e, se tu vai via, non ne avremo un’altra; non farlo, per favore, pensa a noi.

Santori non parla, si sfoga a canne e freesbee.

Rula Jebreal, anche lei con le valigie in mano, rischia di lasciarci senza fisioterapiste di potere.

Elodie ha le afasie.

Saviano si è arroccato nell’attico su Central Park, peccato, si era dato tanto da fare mitragliando minchiate.
“Le destre, le destre!”.

L’immagine dello sconcerto si condensa tutta in Debora Serracchiani, suonata, tranvata,
più che mai un Playmobil senza più espressione e senz’altre parole che “Salvini… Salvini… Ha perso Salvini… Com’è triste Salvini…”.

Ma, a proposito di suonati e suonatori, ecco il più eccessivo di tutti, come sempre Renato Zero.
Qui siamo a livelli analitici, da sdoppiamento della personalità:
Renatone sul palco è un fratacchione tutto volemosebbene, i politici tutti eguali ma noi semo diversi, semo de core,
Romabbella, er pizzicagnolo, er citofono, l’amore, Dio e non dimenticatemeeeeh;
poi en privée si trasforma in Ozzy Osbourne ma più estremo, invece dei pipistrelli lui azzanna direttamente i cristiani:
l’hanno visto scendere dal suvvone petrolifero (poco prima aveva mandato il solito pistolotto ecologista) davanti al Grand Hotel ruggendo:
“È un regime! Un regime! Votateve lammerda che siete”.
Eau de finesse! Chissà con chi ce l’aveva, comunque fa sempre la sua porca figura la sbroccatona epocale da diva al tramonto.
Basta che poi non si rivolga all’amica Giorgia per rilanciare per l’ennesima volta il suo criptico progetto di Fonopoli…

Altre due che si agitavano molto e adesso sembrano mummificate sono le bolognesi fluide, Ellie & Cathy:
le hanno viste smarrite nel centro di Bologna, dove non si perde neanche un bimbominkia.

Almeno il compagno Guccini, in fama di maestrone, chiuso a Pavana non li corre certi rischi:
“Sono un anarchico io, altro che comunista (e come no), per questo voto Casini”.
Anarchico della logica, di sicuro.
Mmmh, buono il maestrone, un cantautore così lo fanno solo nell’Appennino toscoemiliano, pensi lei!

Ovviamente non poteva restar fuori Damiano dei maneskin, questo sfigato succedaneo di rockstar
che senza trucco e senza inganno e senza calze a rete ha il carisma di un celenterato: “Oggi è un giorno triste per il mio paese”.
Tutti i giorni sono tristi per il paese appena ti fai vedere.

Altro giro, altro regalo per chi il Pd lo vuole spappolato come una zanzara molesta:
“Oggi comincia la resistenza, buongiorno a tutti”. Firmato: Francesca Michielin,
l’ennesima di cui non si coglie, sarà colpa nostra, l’artistica consistenza.

La resistenza comincia da X Factor, da Sanremo e dall’Eurovision, dove tutte le Michielin fanno arredo.

A proposito: si sa niente dello Zanzarone piddino, quello più cantante che virologo?


Ma a restarci peggio sono quelli della Rappresentante di lista,
e non chiedetevi perché hanno scelto un nome così fesso e, col senno dell’oggi, così disgraziato:
tutti trafelati hanno dovuto riscrivere il testo del loro tormentone estivo:
“Con la schiuma, con il fegato e la bile, ciao ciao”.
Oh belli ciao, belli ciao, belli ciao, ciao, ciao, non è questione di destre o sinistre,
è che siete talmente supponenti, odiosi, spocchiosi che avete finito per rompere i coglioni perfino allo specchio.

Questo Luca Bizzarri, dicono sia un comico, la sua insofferenza schifiltosa per chi vota come vota,
uno ostentatamente di sinistra, che può scrivere, per umiliare non si sa che follower,
un tweet incredibile come il seguente: “Il fatto che tu pensi che io abbia ancora bisogno di lavorare mi fa una tenerezza infinita”.

Ecco, Luca ha bizzarramente ha chiuso il cerchio, sta tutto qui, non serve altro:

la sinistra, il Pd, ha perso precisamente per questo motivo, per questa attitudine.
 
Elezioni 2022, Lopalco fuori, Crisanti eletto
nella circoscrizione EUROPA (Italiani all'estero)


Quando le sezioni scrutinate erano 1.094 su 1.118, le preferenze conquistate dal virologo erano “sopra quota 33mila (33.075)”, riferisce.
“Al Senato il Pd prende il 41,7%” nella ripartizione Europa.

“La differenza che c’è tra i voti del Senato e i voti della Camera al Pd è di circa 10 punti percentuali.
Io mi sono impegnato al massimo. Era la mia prima campagna elettorale e non era facilissimo.
Mi creda, è stato un buon risultato”, assicura Crisanti.

Cosa succede ora?
“Io ho tantissime idee e progetti – spiega – Sicuramente ho un impegno con gli italiani all’estero per cercare di risolvere una serie di problemi
e su questo voglio lavorare intensamente. Non so nulla ancora di come gestirò da adesso in poi l’attività scientifica.
Sicuramente ora privilegerò la parte dell’impegno politico, perché ho preso un impegno con gli elettori che intendo mantenere”, ribadisce.

Niente rimpianti.

Il Pd poteva fare meglio? “Il Pd credo che in questo momento più che di un gioco al massacro abbia bisogno di riflettere”, replica Crisanti.
Mentre sul nuovo Governo che si profila all’orizzonte, il microbiologo non si sbilancia:
“Penso che chi va al Governo si prenderà la responsabilità e si sottometterà al giudizio dei cittadini.
Io non entro nel gioco di dire: sono preoccupato, non sono preoccupato, oddio che succederà.
Non penso sia utile né a noi come partito, né a noi come italiani. Da adesso in poi si lavora a testa bassa”.
 

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