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Nelle elezioni legislative il Partito liberale (PL) di Bolsonaro ed i suoi alleati
hanno conquistato la maggioranza sia alla Camera che al Senato federale,
aumentando i suffragi rispetto al 2018.
E hanno vinto in 8 elezioni dei governatori degli stati federati,
con la realistica prospettiva di guadagnare altri 8 governatorati nei ballottaggi,
e il controllo del 60% del territorio,
incluso probabilmente anche lo Stato di Saô Paulo, centro nevralgico dell'economia del paese.
Quindi anche se Lula prevalesse al secondo turno, sarebbe un'“anatra zoppa”,
costretto a fare i conti con un legislativo che potrebbe respingere i suoi provvedimenti più importanti,
e con una maggioranza di governatori ostili.
Come hanno subito notato alcuni commentatori brasiliani, il “bolsonarismo” è in grado di sopravvivere
e dare battaglia anche nel caso in cui Bolsonaro venisse sconfitto.
Infine, i mercati hanno reagito molto positivamente alla tenuta di Bolsonaro e della destra,
nella speranza di privatizzazioni delle grandi aziende a partecipazione pubblica,
e di evitare l'incremento inevitabile di spesa pubblica e tasse che sarebbe inevitabilmente conseguente alla vittoria del PT.