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Poveri pidioti che cercano di sopravvivere.

Non c’è niente da fare, è più forte di loro.
Molti esponenti della sinistra politico-sindacale, dopo il successo elettorale di Fratelli d’Italia,
che proietta Giorgia Meloni al vertice del nuovo Governo,
scaricano tutta la loro frustrazione sul piano storico,
trovando ogni pretesto per evocare lo spettro di un fascismo morto e sepolto il 25 aprile del 1945.


L’ultima della serie riguarda una foto di Benito Mussolini,
inserita nella galleria storica dei ministri che hanno condotto il dicastero dello Sviluppo economico.

Tant’è che la Cgil-Funzione pubblica ha sparato a palle esplosive con il seguente comunicato:
“Abbiamo appreso da una rete televisiva nazionale, e ci risulta confermato da lavoratrici e lavoratori,
che all’interno del ministero dello Sviluppo Economico, nel corso dell’inaugurazione di un libro sul palazzo,
venivano appesi quadri che ricordavano e mostravano i ministri dell’Industria succedutisi.
Fin qui nulla di preoccupante, se non fosse che tra i vari quadri ce ne sarebbe anche uno di Benito Mussolini.
Un inquietante fatto – continua la Fp-Cgil – ancor più grave e inaccettabile per la storia di questo Paese
è che tutto ciò pare sia essere accaduto alla presenza del ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti
e dell’ex presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che ricordiamo essere al servizio della Repubblica nata dalla Costituzione antifascista.
La Fp-Cgil chiede – prosegue la nota – di fare immediatamente chiarezza.
Ad esattamente un anno dall’assalto neofascista alla sede della Cgil in corso d’Italia,
non saremo disposti a tollerare nessuna possibilità di resuscitare fenomeni di apologia fascista,
denunciando senza remore chiunque possa macchiarsi di reati simili, fosse anche un ministro della Repubblica”.


A questa iniziativa, volta sostanzialmente a cancellare anche le immagini rimaste di un Ventennio della nostra storia
la quale tuttavia presenta aspetti controversi che gli storici onesti ben conoscono, ha immediatamente aderito Pier Luigi Bersani,
ex ministro dello Sviluppo economico, con un post su Twitter:
“Mi giunge notizia che al Mise sarebbero state esposte le fotografie di tutti i ministri, Mussolini compreso.
In caso di conferma, chiedo cortesemente di essere esentato e che la mia foto sia rimossa”.


Ora, come era prevedibile, la “pericolosissima” immagine di Mussolini – presente anche nella galleria dei presidenti del Consiglio a Palazzo Chigi – è stata repentinamente rimossa, eliminando il rischio di una nuova dittatura fascista. Una metodologia, così come ha acutamente ricordato Paolo Guzzanti durante una edizione del Tg4, che richiama alla mente le epurazioni sovietiche, quando nei film e nelle foto in cui era presente un politico silurato, attraverso un espediente tecnico, veniva sovrapposta una pianta o qualunque altra cosa in grado di nascondere il reietto di turno. D’altronde, alle prese con una crisi economica che si prospetta come la peggiore del Dopoguerra e con il rischio concreto, soprattutto per l’Italia, di precipitare nell’inferno del sottosviluppo, gli storici paladini dei lavoratori hanno immediatamente capito che senza una lotta serrata alle reminiscenze fotografiche del fascismo proprio non se ne esce.


Gli italiani possono dormire sonni tranquilli, dunque. Le bollette aumenteranno e il carrello della spesa diventerà sempre più leggero, ma almeno abbiamo spezzato le reni alle foto del Duce, perdiana!
 
Ahahahahahahahahah


Il presidente della Camera, gratificato da una telefonata di congratulazioni del Papa,
“lo ha ringraziato per tutto l’impegno che ci mette quotidianamente come punto di riferimento per i cattolici”.

Il Pontefice ha tanti sinonimi ma “punto di riferimento dei cattolici” mancava.


.
 
 
Gli speculatori finanziari sono ancora in vantaggio....ed i coglioni pidioti se ne rallegrano.
Manco capiscono che quanto preventivato andava a vantaggio dei cittadini.


Tutto succede per la reazione dei mercati contro il Ministro delle Finanze
ed il budget che prevedeva 180 miliardi (in euro) di sussidi per la crisi energetica a tutti
e anche grosse riduzioni di tasse
facendo raddoppiare il deficit pubblico.

L’annuncio di questo budget ha fatto passare il costo del debito sui mercati per i titoli di stato inglesi dal 2% al 4,5% in quindici giorni.

L’inflazione in UK è ora al 10,1% per cui questi tassi di interesse sono ancora molto bassi.

Per chi non ci avesse fatto caso, i titoli di stato a lunga scadenza, dai dieci ai trenta anni,
stanno crollando sui mercati da mesi e le perdite arrivano anche al 40% su quelli inglesi a 30 anni
ed i titoli di stato a lunga scadenza, tedeschi, francesi o americani perdono dal 30% in su anche loro.



Nel caso dell’Italia, quando Mario Draghi è diventato Presidente del Consiglio,
il costo dei BTP sui mercati era intorno a 1,1% e ora è al 4,6%
ed il BTP a 10 anni di riferimento da 150 è sceso a 110.

Se aspetti la scadenza ti verrà rimborsato, ma intanto ora sei in perdita e se dovessi venderlo prima prendi la perdita.

Se avevi comprato quando era arrivato Draghi e ora vuoi vendere perdi un 28%.


In UK i fondi pensione che sono privati e investivano in titoli di stato a 20 o 30 anni,
usando anche leva perché i tassi erano bassi,
hanno dovuto vendere titoli, perché indebitandosi per aumentare il rendimento gli è stato ora chiesto di offrire più garanzie.


Se però pensi che la soluzione sia (ancora una volta) l’austerità, più tasse e meno spesa pubblica,
non puoi compensare il costo delle bollette dell’energia a famiglie e imprese,
mentre tutti stanno andando in recessione.

Con l’austerità ci sarà una recessione pesante con effetti a catena,

sia come introiti fiscali ridotti

sia in termini di fallimenti

e gente che non pagherà rate di debiti vari.



Queste non sono nostre ipotesi, i mercati sia azionari che dei bond hanno avuto già la perdita complessiva maggiore del dopoguerra.
Non te ne accorgi molto perché le borse scendono lentamente e perché sono soprattutto i bond di ogni genere che perdono.

I bond però sono in mano a banche, assicurazioni, fondi pensione
ed i cittadini se ne accorgono solo quando apre l’estratto conto dei suoi fondi comuni.

Finora i consulenti e promotori dicono che “passerà”,
ma stavolta le perdite sono su tutto
perché le obbligazioni perdono quanto le azioni (di solito se una scendeva l’altra saliva).


Che la situazione sia seria lo dimostra il fatto che un governo conservatore inglese
è stato messo sotto assedio dai mercati, ha già cambiato il Ministro delle Finanze e ora pure la premier Truss si è dimessa.


Come avevamo segnalato in precedenza, questa situazione

(crisi energetica dovuta a sanzioni e altro, inflazione al 9%, tassi che salgono improvvisamente, frana dei mercati)

è il motivo per cui Draghi si è tolto di mezzo ed ha lasciato che qualcun altro andasse ora a bruciarsi.


Quello che sta succedendo in Gran Bretagna potrebbe succedere anche da noi.
 
GAs USA giù a scapicollo, il TTF1 ha fatto una giornata positiva dopo diversi giorni, ma probabilmente prima dell notizia (non ho cpito a che ora fanno l'unico scambio giornaliero). Ancora un immenso Mario Draghi.

Quanto dovremo rimpiangerlo al Governo?
 

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