Nessuno si aspettava questa scoppiettante resa dei conti tra governisti e movimentisti, passati dal 33% del 2018 al 3% delle ultime Comunali
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Sono lontani i tempi in cui il M5S sembrava un monolite impenetrabile, forse perché qualunque dichiarazione doveva avere il visto di Casalino, e chi osava alzare un sopracciglio veniva subito espulso. Erano gli anni delle grandi battaglie contro la Casta. Contro le auto blu. Contro i premier e i ministri che viaggiavano sugli aerei di Stato. Contro gli "stipendi d'oro" dei parlamentari. Contro la Nato che costava troppo. Contro l'euro che uccideva l'economia italiana. Contro la Tap che era inutile.
Bei tempi, quelli. Loro, eroicamente, salivano sul tetto di Montecitorio, e il popolo applaudiva. Poi purtroppo hanno scoperto che la Nato è una garanzia, che l'euro è irrinunciabile, che la Tap è utile, anzi utilissima ora che
Putin ci chiude il gas.
Fico, che appena eletto presidente della Camera si faceva fotografare sull'autobus, adesso non si muove - opportunamente - senza l'auto blu e la scorta. Di Maio sale e scende - giustamente - dagli aerei di Stato. E molti di quei 225 deputati e 111 senatori eletti nel 2018 si sono poi accorti che 15 mila euro al mese in fondo fanno comodo, e non c'è motivo di restituirne una quota al Movimento visto che al massimo si rischia di non essere ricandidati a un seggio che non ci sarà più.
Intanto il monolite si è spaccato in due. Da una parte i governisti, guidati da Di Maio, l'uomo che diceva "mai col Pd, il partito di Bibbiano che toglie i bambini alle famiglie con l'elettrochoc" e ora guai a toccargli il Pd: la sua parabola ricorda sempre di più quella di
Angelino Alfano, il suo predecessore alla Farnesina che per restare al governo ruppe con Berlusconi. Dall'altra i movimentisti, i seguaci di Conte che litiga con
Grillo ma poi ci va a pranzo, che contesta Draghi ma poi lo vota, che stringe accordi con Letta ma negando l'alleanza "perché non c'è nulla di scritto", insomma l'eterno cerchiobottista che non decide mai ("Sua Quasità", l'ha battezzato
Francesco Merlo).
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